Quando fu sicuro che i fondi per il finanziamento della prima Opera di don Guanella erano garantiti, il vescovo di Como, Monsignor. Valfré, fu ben lieto di dare il suo consenso e la sua benedizione all'inizio dell'impresa, anche se precedentemente non si era mostrato entusiasta della cosa. Tuttavia, conoscendo il suo uomo, si raccomandò che, per il momento, non si desse più luogo all'apertura di nuove Case della carità.
Certa prudenza e certa pazienza non erano caratteristiche di don Guanella, per cui, passato non molto tempo, si presentò al vescovo dicendogli candidamente:
- Eccellenza, mi perdoni se non ho dato ascolto alla sua raccomandazione, ma c'era un'occasione davvero provvidenziale e non potevo lasciarmela scappare... Quindi ho comprato un vasto fabbricato, chiamato « La Binda », che l'Eccellenza Vostra certamente conosce, ed ora ho un debito di 40.000 lire... Ma non è il caso di preoccuparsi perché certamente la Provvidenza ci aiuterà... Sono sicuro.
Il vescovo non la mandò giù: fece un sorriso amarognolo, farfugliò qualcosa e, tentennando la testa, passò ai saluti congedando il suo prete piuttosto bruscamente.
Qualche tempo dopo don Guanella si ripresentò al vescovo che immaginò che gli venisse a portare i suoi guai, derivanti dall'imprudenza commessa e si preparò a una sfuriata in piena regola.
Don Guanella con grande naturalezza disse invece:
- Eccellenza, la Provvidenza ci ha pensato: mi è stata donata una villa su un'altura sovrastante Menaggio, a specchio del centro-lago di Como, con un bellissimo chalet svizzero e più di 50.000 lire in contanti...
Il vescovo lo guardò per qualche istante a bocca aperta, disarmato e impotente, con gli occhi sgranati dalla meraviglia e non gli rimase che dire rassegnato:
- Andate pure tranquillo, don Luigi, e fate quello che avete da fare perché vedo che la Provvidenza è dalla vostra parte. A me non resta che benedirvi! Le vie di Dio non sempre passano accanto a quelle tracciate dagli uomini.