Contrasto solo apparente fra i due momenti: perché già allora come adesso era l'opera indefettibile e sicura - nelle trascurabili differenze materiali ed umane - di Dio vigile e buono, perché adesso come allora l'azione e l'operato nostro sarebbe nullo se dalla memoria delle vicende passate sì tristi che gloriose non s'irradiasse il raggio consolatore e rassicurante della Sapienza e della Bontà di Dio - nelle cui mani gli uomini sono semplici strumenti...".Breve la cronaca del triduo di feste. Il mattino del 19 marzo don Luigi Guanella, raggiante di gioia e pieno il cuore di riconoscenza verso il Signore, benedisse il tempio maestoso, celebrandovi la prima S. Messa. Verso le otto distribuiva a stuoli numerosissimi di fedeli la S. Comunione generale Sua Em. il Card. Pietro Respighi, Vicario di Roma. Da allora continuò l'afflusso dei divoti alla Chiesa, a cui il S. Pontefice aveva concesso per quel giorno il privilegio dell'indulgenza plenaria toties quoties: soprattutto dei pellegrini lombardi, condotti a Roma per l'occasione dall'Em. Card. Ferrari. Ad ore dieci pontificò solennemente Sua Ecc. Mons. Vittorio Amedeo Ranuzzi de' Bianchi, ora Cardinale. Alle ore cinque della sera, teneva il panegirico del Santo Mons. G. B. Rosa, sostituto della S. Congregazione Concistoriale, presenti Sua Em. il Card. Andrea Ferrari e Sua Ecc. Mons. Domenico Bianconi, Vescovo di Ferentino, ai quali s'aggiungeva il Card. Domenico Ferrata, che impartiva la solenne Benedizione Eucaristica.
Il giorno venti, Messa pontificale di Sua Ecc. Mons. Giulio Serafini Vescovo di Lampsaco, discorso di Mons. T. Verga di Como sulle Opere di don Guanella, e la Benedizione Eucaristica impartita dal Card. Andrea Ferrari. Il dì ventuno, dopo la Santa Messa celebrata dalle loro Eccellenze i Monsignori Luigi Bignami, Arcivescovo di Siracusa, e Cleto Cassani, Vescovo ausiliare ed ora Arcivescovo di Sassari; Messa pontificale di Sua Ecc. Mons. Pietro Iorio, Arcivescovo di Nicomedia; e discorso di Mons. Camillo Laurenti, segretario di propaganda Fide e consultore del S. Ufficio.
L'eco delle feste giunse gradita, quale dolce armonia di propositi e di speranze, al cuore di Pio X, che nell'udienza indimenticabile del 21 marzo ebbe ad attestare dinanzi al nostro dolce Padre che si confondeva, che fu bene aver veduto don Luigi umile in tanta gloria!
E don Aurelio Bacciarini: "Il plebiscito di popolo che si fece intorno alla nuova chiesa; i sacerdoti, i Religiosi di ogni ordine che venivano anche dai più remoti quartieri; i vescovi, i cardinali che si confondevano con la folla divota; la parola che era sul labbro di tutti: Qui è il dito di Dio!... costituiscono un complesso di cose dolcissime che consolano e ne fanno aprire l'animo a grandi speranze.