L’orto
In compenso a maggio trionfa l'orto che offre una notevole quantità di piante alimentari pronte per l'uso. L'orto vuol l'uomo morto, dice il proverbio alludendo alla fatica e alla cura continua che richiede, ma è anche vero che è stato l'orto a mantenere in vita in passato durante periodi difficili di miseria o di carestia tanti esseri umani che per mangiare si raccomandavano soltanto a quel pezzo di terra recintato che stava accanto alla casa, che anche nel cuore dell'inverno continua a dare qualcosa da mettere in tavola. Per questo molti proverbi benedicono l'orto: L'orto è la seconda madia del contadino. L'orto è la bottega di casa. Chi non ha orto e non ammazza porco tutto l'anno sta a muso storto. Chi ha buon orto, ha buon porco: chi ha l'orto ben curato è fornito di alimenti come se avesse un porco grasso da salare.
Questo è quanto si può trovare a maggio in un orto, sempre che ci sia posto e coltivato: fagiolini, patatine novelle, carciofi, asparagi, zucchini, spinaci, acetosella, fagioli in erba e sgranati, basilico, prezzemolo, cavolo, carote, fave, bietola, sedani, ravanelli, indivia riccia, piselli (primi), cornetti, fragole delle quattro stagioni, agli freschi, cipolline novelle, radicchio da taglio, lattuga nana, e anche qualcos'altro secondo la posizione del terreno.
Caratteristica delle piante coltivate è che, trovandosi a maggio già grandi, ma ancora al principio del loro ciclo, sono tenere e quindi ottime da mangiarsi in erba e da cucinarsi in vari modi. Ad esempio, disponendo di foglie di salvia molto grandi, che in questo momento sono tenere, si può fare un piatto squisito come la salvia fritta, a ciuffi o a foglie. Si passa la salvia in un preparato d'acqua e farina (pastella) e si frigge in olio d'oliva. Con foglie grandi si può fare anche la salvia ripiena.
È il tempo dei minestroni, delle frittate, di grandi tegamate di verdure, di carciofi fritti, di minestre di pane, di panzanella (pane raffermo bagnato con cipolla e odori), mentre insieme alle ciliegie si cominciano ad assaggiare verso il Meridione le prime albicocche, le nespole.
Formaggio, legna e funghi
È il caso di pensare, come si faceva un tempo, a farsi una scorta di formaggio (se si ha il luogo adatto dove conservarlo) perché la straordinaria abbondanza delle erbe e il loro rigoglio (Di maggio gratissimo erbaggio) in questo periodo conferiscono al latte delle bestie un particolare sapore che ne comunica altrettanto al formaggio, che è squisito ed è detto maggengo. Poi comincia un po' ad impoverirsi. Dice il proverbio: Di maggio fornisciti di legna e di formaggio. Chi vuole la legna buona per il camino durante l'inverno deve pensarci ora perché è il momento che costa poco e ha tempo d'asciugarsi nei mesi a venire ed esser ben secca ai primi freddi. In questo periodo sono ottimi certi pesci: Tinca di maggio e luccio di settembre, e anche le rane pescate ora sono particolarmente buone: Quando la spiga punge, la rana unge, ma per breve tempo perché presto cominciano a essere meno commestibili. Un tempo finiva ora la raccolta di chiocciole (a volte necessaria poiché devastano gli orti): Di maggio lascia la chiocciola al suo viaggio. Avvicinandosi il periodo della riproduzione le chiocciole sono sconsigliate come alimento.
Fra maggio e giugno nasce un buon fungo. Se piove e fa caldo in questo periodo è il clima ideale per far venire i funghi, in quantità limitata, ma di sapore eccezionale. L'acqua è benefica e per tutti. per l'orto, per i raccolti, per la frutta, per il grano e per le donne: L'acqua di maggio fa belle le donne. Poco adatta per i contadini: L'acqua di maggio inganna il villano: par che non piova e si bagna il gabbano.