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Mercoledì, 08 Febbraio 2012 13:35

Febbraio 2012

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Servire per amore

Caro don Mario,
mi rivolgo a Lei per una sentita preghiera perché possa fare una buona morte. Prego perché avvenga al più presto, dato che sono stanca del tipo di vita che da tanti, troppi anni sto vivendo, anzi, più che vita la chiamerei sopravvivenza. Sono sposata, con due figli e devo sopportare, per amore di madre, quanto di "cattivo" mio marito riesce a offrirmi. Prima mi dicevano che era giovane, inesperto e che quindi dovevo avere pazienza ora, con il sopraggiungere dell’età, ma per lo più di una malattia che lo costringe su una sedia a rotelle, si comporta male e devo avere pazienza per il suo stato di salute che lo rende a dir poco irascibile. Più che una moglie mi sono sempre sentita una serva, oggi ancora di più. Sola e orfana fin da piccola, mi sono sposata giovane illudendomi che la mia “nuova” vita potesse avere risvolti positivi, diversi da quelli che avevo fino a quel giorno vissuto. Economicamente non mi potevo lamentare e forse questo fatto è stato decisivo per mio marito nel scegliermi come moglie. E’ vero che il buon Dio mi ha donato due figli meravigliosi, oggi felicemente sposati, ai quali cerco di non far percepire il mio stato d’animo e il mio disagio familiare. Ho sempre lavorato e cresciuto i miei figli ma ora la stanchezza ha preso il sopravvento togliendomi le forze di andare avanti, tanto da invocare la morte come liberazione. Probabilmente commetto un grave peccato nel chiedere di addormentarmi per sempre ma le delusioni hanno fiaccato la mia fibra e probabilmente anche la mia fede. Chiedo perdono e preghiere.
Lettera firmata

Stimata e cara Signora,
potrebbe essere semplice per chi vive lontano dalla sua situazione esprimere parole di comprensione, ma la sofferenza del fratello diventa il nostro dispiacere, è, quindi, necessario ancorare il nostro soffrire a una motivazione illuminata da una speranza. La motivazione nasce dalla nostra fede in Dio che ci ha chiamato a esistere in questa stagione della storia, facendoci incontrare delle persone e affidandoci una missione da compiere.  La missione più bella e consolante è quella di essere una madre con due splendidi figlioli, frutto del suo amore e fonte della sua consolazione.  Allora mi pare che sia doveroso rispecchiarsi in questa positiva realtà con animo grato a Dio. L’altra faccia della medaglia è la sua condizione di disagio e di difficoltà nei confronti di suo marito.  E’ l’aspetto più difficoltoso nel quale dobbiamo ritrovare la profondità delle radici della nostra fede da cui nasce e s’irrobustisce la capacità di amare. Quando davanti a Dio e alla comunità cristiana vi siete uniti in matrimonio lei e suo marito avete deciso di condividere tutto nella buona e nella cattiva salute. Anche con l’aiuto della nostra e sua preghiera auspichiamo che lei possa scorgere nel buio della sua sofferenza un germe di benedizione che Dio le ha riservato anche in questa situazione difficile e penosa.  Dobbiamo chiedere a Dio che nella sua buona volontà possa far risuonare la beatitudine che San Paolo mette sulle labbra di Gesù: «C’è più gioia nel donare che nel ricevere». Gesù dall’alto della Croci può dire al Padre: «Perdona loro non sanno quello che fanno».

Nel coro della gratitudine

Rev.do don Carrera,
desidero ringraziare per due grazie ricevute. La prima riguarda San Giuseppe, che mi ha ascoltata ottenendomi la grazia del buon esito degli esami, molto particolari, in seguito a brutti disturbi di mia figlia. Anche verso di me, aiutandomi in questioni morali in famiglia, sia per problemi di salute. La seconda riguarda San Luigi Guanella, che ho pregato con la reliquia sul cuore perché dovevo fare il controllo alla tiroide che mi spaventava molto. È andato tutto bene a gloria di Dio.
Lettera firmata

Read 552 times Last modified on Mercoledì, 05 Febbraio 2014 15:20

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