Ai “nostri tempi” non c’era molta disponibilità di denaro nelle nostre tasche da ragazzi o giovani sino a 17 anni. Il sabato avevamo quelle mille lire per comprare solo una pizza e birra, soprattutto se non si lavorava o non si aveva un papà ricco. Bisognava attendere, spesso, il servizio militare di leva, per imparare a gestire i propri pochi soldi.
Bisogna responsabilizzare fin da ragazzi all’uso del denaro, con rispetto e buon senso. Alcuni genitori danno loro del denaro senza alcun controllo, senza far capire il valore della fatica e del risparmio.
Il padre e la madre devono dire al proprio figlio le condizioni economiche in cui si vive e spiegare che ci sono cose più importanti e cose meno importanti, utili o solo piacevoli. Sono utili anche piccoli lavoretti retribuiti per far comprendere ai figli il senso del denaro.
Per i ragazzi avere un cellulare costoso, vestiti di marca e oggetti tecnologici all’ultimo grido è un modo per sentirsi parte di un gruppo. I genitori non possono avallare questo valore negativo, ma essere di esempio coinvolgendo gli stessi figli attraverso una comunicazione corretta e aperta, capace di dare regole e porre limiti per responsabilizzarli fin da subito.
Secondo una statistica, nel 2006 gli adolescenti hanno speso 187 miliardi di dollari e 208 nel 2007). Il 67% dei teen agers contrae debiti e da adulto sarà più propenso a ritardare i pagamenti e ad accumulare debiti senza saldarli. Le abitudini economiche si consolidano a partire dall’infanzia. Gli esperti di pubblicità giocano molto sulla predisposizione adolescenziale al consumo e alla novità. Il messaggio che i media trasmettono ai nostri ragazzi è che per essere parte della comunità devi “possedere”. Se le famiglie vogliono avere un’influenza significativa su questi meccanismi devono contrastarli proponendo valori alternativi. Parlare apertamente ai figli della gestione delle finanze familiari; farli partecipi delle spese e dei costi delle necessità familiari. Per questo può essere utile che i ragazzi abbiano una loro paghetta fissa per imparare ad amministrarla, risparmiando e conservando per il futuro. Anche la negoziazione delle richieste, all’interno di limiti chiari e prestabiliti dai genitori, piuttosto che il rifiuto netto e immotivato, può aiutarli a rendersi autonomi anche dal punto di vista finanziario. Soprattutto i genitori non devono essere succubi dell’idea che i propri figli “non devono subire le privazioni che noi abbiamo sofferto durante l’infanzia”.