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Martedì, 05 Aprile 2011 12:20

Aprile 2011

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Le meraviglie della preghiera

Reverendo direttore don Mario Carrera, ho ricevuto i ringraziamenti per l’offerta inviata e gli auguri per il mio onomastico; grazie di cuore per le sue attenzioni. In una mia precedente lettera le davo la notizia riguardo l’intervento subito da mio marito. Dopo sette mesi di chemioterapia è giunto il momento dell’intervento chirurgico. Entrato in sala operatoria alle 8 del mattino è uscito alle ore 17, operato per un grosso tumore al colon per il quale rischiava al 95% una stomia definitiva, che lo avrebbe condizionato per tutta la vita. Invece, con gioia e grande stupore dei chirurghi, questo non è successo. Anche questa volta il grande Santo ha messo la sua potente mano ed ha ascoltato le mie preghiere. Dopo un periodo di degenza è tornato a casa, sta bene, ed è sotto controllo medico. Ho tanta fiducia che San Giuseppe continuerà a vegliare su di noi anche perché chiedo al santo un’altra grazia importante: risvegliare in mio marito la fede e la frequenza ai sacramenti da cui, non so perché, si è allontanato. Anche per questo vi chiedo di pregare. Ringrazio di cuore.
Lettera firmata –
Sirone (Lecco)

La gioia di ospitare un orfano

Reverendo don Mario, eccomi a Lei per dire tutta la mia riconoscenza a S. Giuseppe, da tanto invoco il suo aiuto con la preghiera del Sacro Manto e, con il suo silenzio, mi ha esaudita. Nell’ultimo mio scritto, che ho visto pubblicato su “La Santa Crociata” del mese di gennaio, parlavo dei miei nipoti in attesa di adottare un bambino. Dopo tanto tempo sono stati chiamati e sono partiti per la Cambogia, proprio a Natale 2010. Sono poi rientrati in Italia il 22 gennaio scorso con il piccolo Manit. Descrivere l’emozione provata quel giorno non è cosa facile. Veramente un bel bambino e da quel che si capisce anche intelligente. Continuerò a invocare S. Giuseppe per altre intenzioni che porto nel cuore e perché sia veramente il protettore dei genitori adottivi, perché sappiano crescere bene i bambini loro affidati. A San Giuseppe continuo ad affidare tutte le mie intenzioni.
Rusconi Angelina, Erba (Como)

L’arte di accompagnare

Reverendo Direttore, sono figlia di una vostra vecchia abbonata (credo inizio anni ’50). La mamma è mancata all’età di 104 anni, il 5 dicembre scorso. Ha sempre letto con interesse la vostra rivista fino ad un paio di anni fa, quando la sua vista si era indebolita, ma è sempre stata lucida di mente e ascoltava attentamente mentre io leggevo per lei. Ho ricevuto oggi il numero di dicembre e provvederò quanto prima a rinnovare l’abbonamento utilizzando uno dei bollettini intestati a mia madre pregandovi, in futuro, di indirizzarlo alla sottoscritta. Chiedo una preghiera di suffragio per la mia cara mamma e una per me per superare questo triste momento.
Lettera firmata - Milano

La morte non spezza i legami di solidarietà

Egregio Direttore, ho ricevuto da alcuni giorni la rivista “La Santa Crociata” in onore di San Giuseppe e l’ho sfogliata. Veramente era la prima volta, nonostante l’avessi sempre vista a casa di mia madre. Ho letto che le persone che erano iscritte in vita alla Pia Unione, vengono  trascritte nei registri dell’Unione Suffragi dopo il loro decesso.
La mamma è deceduta il 28 settembre 2010 e, cosciente fino alla fine, ha ricevuto l’unzione con viva partecipazione, ringraziando alla fine il sacerdote. Nei giorni precedenti, quanto ha pregato! Recitava le giaculatorie che sicuramente aveva imparato dalla nonna e che aveva insegnato anche a me quando ero piccola… le ho rispolverate e ora anche io le recito alla sera prima di addormentarmi.
Io credo che San Giuseppe l’abbia aiutata ad affrontare il trapasso…  era così serena e in pace; infatti da quando era abbonata alla Pia Unione (e stava bene) lo pregava ogni sera e mi diceva: “È per una buona morte”. Chiedo gentilmente che la rivista venga inviata al mio indirizzo. Cordialmente.
Augusta Bettiol , Vilorba (TV)

 

La stanchezza nel cammino

Caro Direttore,
sono una vostra fedele abbonata anche se qualche volta mi attraversano dei dubbi. Devo confessare che in questo momento sono un po’ disperata. Sento che mi viene meno la fede. Da due anni mia figlia cerca lavoro senza trovarlo. Nonostante quest’ansia si sente dire che non lo trova perché non lo cerca. Questo mi fa soffrire anche per lei e poi mi scoraggio perché sento che la mia preghiera rimane inascoltata.
Spero anch’io di poter scrivere presto sulle «Pagine della riconoscenza» di aver ricevuto la grazia.
Lettera firmata

Gentilissima e cara Signora Luisa,
ho letto con molta attenzione partecipazione la sua lettera e ho raddoppiato la mia preghiera per lei e per la sua cara famiglia con la speranza che il vento possa soffiare nel verso giusto, in modo che possiate vedere l’approdo ad un porto dove possiate trovare serenità e gioia.
A volte capita di camminare in un sentiero buio senza vedere mai all’orizzonte una fiammella che indichi una presenza; è il deserto della solitudine nel quale ci sembra di essere stati dimenticati da Dio.
Nei salmi è frequente questo lamento di chi ha fede e prega, ma sente Dio come se fosse distratto.
Gesù ci ha detto  che «il Padre sa di quali cose avete bisogno prima ancora che voi lo chiediate». Dio conosce i nostri bisogni, ma noi non conosciamo la stagione in cui egli farà fiorire i nostri desideri, poiché dice il profeta Isaia: «I pensieri di Dio non sono i vostri pensieri e le vie di Dio non sempre sono le vostre vie». Dentro a queste vie, a volte misteriose, a volte drammatiche e sofferte, Dio non ci abbandona come naufraghi in mezzo alle onde, ma vigila costantemente su di noi e ci dona quella forza interiore che ci rende capaci di superare le difficoltà, di stare ancorati alla sua mano, sino al momento in cui la grazia richiesta ci sarà  donata e diventerà strumento della nostra crescita interiore.
Lo so che ci possono essere motivi di scoraggiamento, ma tentiamo di guardare Dio negli occhi stessi di Gesù che si è fatto nostro compagno di viaggio e distogliamo lo sguardo qualche volta, velato di invidia o di gelosia verso le persone che a noi sembrano avere di più dalla vita.
Per prima cosa  dobbiamo pregare di avere un cuore libero e la volontà generosa e perseverante di pregare e poi anche di agire e darsi da fare, affinché la nostra buona volontà possa «aiutare Dio» a far sorgere un’alba di luce che dia serenità alla nostra esistenza.
Non si scoraggi, io e lei con gli iscritti alla Pia Unione di san Giuseppe continuiamo a dire: «Sia fatta la tua volontà e dacci la forza perché possa eseguirla con serenità e gioia».
Un caro saluto  e l’assicurazione che non sarà sola a pregare, ma anche noi l’aiuteremo a far in modo che Dio possa aprire uno spiraglio di luce per questo tanti auguri.
Dio benedica lei e la sua cara famiglia.

Gioia per il 23 ottobre 2011

Reverendo don Mario, è da tempo che volevo scriverle, ma mi sono impigrita perché la mano destra fa capricci per cui non scrivo bene. Ho ricevuto la sua lettera di ringraziamento per l’offerta inviata ma non si doveva disturbare per tanto poco, se potessi dare di più lo farei. Mi rallegro con Lei e la sua congregazione per la canonizzazione del vostro Fondatore il prossimo 23 ottobre; spero poter seguire la funzione almeno in tv. Leggo sempre la rivista mensile e ne ricevo tanto bene; ho seguito il convegno che tempo fa avete organizzato e veramente mi ha fatto bene, mi ha tolto la paura della morte e con più fiducia mi preparo ad affrontarla. Ringrazio per il tanto bene ricevuto e per aver ricordato nelle sue preghiere i miei genitori defunti e anche per aver posto in evidenza i tanti problemi del mondo per cui mi sento spinta a pregare di più conoscendo tante miserie, a istruirmi sempre di più; non si impara mai abbastanza anche a 95 anni… Le chiedo una preghiera per la mia salute. San Giuseppe mi è stato dato come protettore nel S. Battesimo, ricevuto nel giorno della sua festa. La ringrazio di cuore. Mi benedica.
Suor Gilda Badoni,
Figlia della Carità



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