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Mercoledì, 21 Dicembre 2011 13:39

San Giuseppe assiste all'eterna lotta tra luce e tenebre

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A Betlemme Lucifero ha suonato la tromba della mobilitazione generale e ha attivato il piano predisposto per fronteggiare le calamità impreviste.
La notizia non è per lui un segreto: se la sanno anche i saggi della corte di Erode, tanto più lui con tutta la sua schiera di demoni.
L’era messianica è arrivata e a Betlemme bisogna ricercare il discendente di Davide.
Per qualche anno si dovranno tenere d’occhio tutti gli appartenenti a questa stirpe. E’ chiaro che a lei appartengono soprattutto coloro che godono di una posizione privilegiata nella società del tempo, cioè i ricchi e i potenti, che di solito si accompagnano nel cammino. Se ne contano alcune migliaia in Israele e tra gli emigrati nei paesi confinanti. Da parecchio tempo è stato promulgato un decreto che decide l’espulsione di quanti non hanno peso sociale per meritare l’attenzione.
Anche  Giuseppe di Nazareth è tra costoro.

Se i saggi della corte di Erode conoscono il villaggio dove nascerà il Messia, forse che non lo devono sapere i demoni?
Si presentano le personalità che contano: tutti in fila ai loro posti: sembra di essere alla dogana.
Ai piccoli i demoni non fanno attenzione: passa l’uno, passa l’altro.
Si sta attenti alle donne incinte, ma esse sono accompagnate dai loro mariti: anche per loro il passaggio è libero.
Così Giuseppe e Maria, già “esaminati” a Nazareth, non destano sospetto: vengono dalla parte misera del popolo.
Forse che la nascita di Gesù, con la coreografia di luci e di voci angeliche, ha attirato lo sguardo del nemico? Non sembra: forse per volontà di Dio, essendo un avvenimento divino.
E l’arrivo dei Magi?
è qui che evidentemente il demonio fa un sobbalzo: “Che è questo? Che succede?”. Ma poi li prende per stupidi e si allontana e forse Dio li ha lasciati nel loro errore invincibile a dispetto del disprezzo manifestato per tutto ciò che è piccolo, silenzioso.
L’umiltà ha costituito dunque per Dio il paravento di cui si è servito per nascondere al demonio orgoglioso la vista della venuta di suo Figlio sulla terra.
Come avrebbe potuto il demonio immaginarlo?
S. Ignazio di Antiochia definisce questo atteggiamento “silenzio”: il principe di questo mondo non ha conosciuto la verginità di Maria e la sua maternità, così come anche la morte del Signore: tre misteri grandiosi che si compirono nel silenzio di Dio.
Sì, in una nascita verginale e in un abbassamento da povero il rumore era troppo debole per l’orecchio del diavolo, e l’azione troppo ristretta per suscitare un’attenzione che, del resto, esigeva altre focalizzazioni.
Egli non vide nulla, montando le sue armi terribili dove non c’era niente e non curandosi di dove c’era tutto.  n

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