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Mercoledì, 04 Maggio 2011 15:04

Il santo è colui che aderisce a Dio

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di Angelo Forti

«Il santo è colui che aderisce a Dio nella fede e nell’amore, percorrendo un’esistenza giusta». E’ una definizione dove ogni persona santa si sente descritta, poiché il santo è un riflesso della luce divina nella sua persona, un’energia che muove la volontà e dà sostanza evangelica al suo agire.
Nella preghiera del «Padre nostro», quando chiediamo a Dio di santificare il Suo nome chiediamo a Dio di svelare il mistero della Sua presenza luminosa nella vita delle persone attraverso la Sua volontà come strada garantita di benessere. L’apostolo Pietro nella sua prima lettera scrive al popolo di Dio: «Voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato». Il sigillo della santità è impresso come garanzia di un’esistenza innestata nella stessa vita divina.

 

Benedetto XVI nel Suo viaggio in Inghilterra si è incontrato con gli studenti delle scuole cattoliche; nel saluto a questi giovani ha ricordato la dignità grande di ogni battezzato. Il Papa ha detto che «non capita spesso al Papa di Roma l’opportunità di parlare contemporaneamente agli studenti di tutte le scuole cattoliche d’Inghilterra, del Galles e della Scozia. E dal momento che ora io ho questa possibilità c’è qualcosa che mi interessa davvero molto e mi sta a cuore dirvi. Ho la speranza che tra di voi, che oggi siete qui ad ascoltarmi, vi siano alcuni dei futuri santi del XXI secolo. La cosa che Dio desidera maggiormente per ciascuno di voi è che diventiate santi. Egli vi ama molto di più di quanto voi possiate immaginare e desidera per voi il massimo. E la cosa migliore di tutte per voi è di gran lunga il crescere in santità. Forse alcuni di voi non ci hanno mai pensato prima d’ora. Forse alcuni pensano che essere santi non sia per loro … quando vi invito a diventare santi, vi sto chiedendo di non accontentarvi di seconde scelte. Vi sto chiedendo di non perseguire un obbiettivo limitato, ignorando tutti gli altri. Avere soldi rende possibile essere generosi e fare del bene nel mondo, ma, da solo, non è sufficiente a renderci felici». Nella vita di ogni persona c’è un polo di attrazione che la caratterizza. Per il Santo la forza di gravità è l’amore, «ogni uomo pesa la, dove ama». Già Sant’Agostino diceva: «tu sei quello che ami. Ami Dio? Ti assimili a Lui. Ami la terra? Sei la terra». Forse non pensiamo mai alla fatica di essere mediocri e alla gioia invece di essere santi. Un giorno ho trovato scritto che la santità è come essere in volo: se si vola basso a pochi metri da terra le possibilità di urtare sono molte, se si alza il volo minori sono le possibilità di incontrare ostacoli.
L’istinto a volare alto Don Guanella l’aveva nel suo dna.  Dal giorno della sua prima comunione la Sua anima è chiamata a volare alto, il futuro si è fatto presente; lo stuolo dei poveri che il suo cuore e le sue mani avrebbero aiutato era davanti ai suoi occhi da bambino. La luce di Gesù, presente per la prima volta nel Suo cuore, fa brillare una folla di occhi desiderosi di una carezza e di un pezzo di pane.
Racconta Don Guanella nella sua autobiografia che il giorno della sua prima comunione andò a ricercare la solitudine sull’altura di Gualdera e in quel giorno, al tiepido sole primaverile, si raccolse solo a pregare. «Mi adagiai sullo scoglio di Gualdera, deciso a rimanervi a lungo in preghiera e in lettura. Intanto nel mio cuore si volgeva un paesaggio di soave dolcezza quasi di paradiso che mi persuadeva a grandi e forti propositi di bene, durò per pochi minuti ma mi lasciò intatto il suo ricordo fino ai miei settant’anni, è un soave conforto e un ricordo che vorrei perpetuare nella pietra». Quel sogno, quel ricordo, quella visione sono ora immortalate in un monumento in cui la Vergine appare al piccolo Luigi indicandogli i futuri sentieri della sua vita a servizio dei poveri.
Il Cardinal Ratzinger in una Sua lunga intervista di qualche anno fa diceva che «le riforme non derivano dalle assemblee o dai sinodi… bensì da personalità convincenti che possiamo chiamare Santi».

 

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