Da bambino ha avuto un attimo di paura di fronte a quel vecchietto mite e supplichevole che gli tendeva le mani per il desiderio di condividere una manciata di dolciumi. Quel momento di paura si è trasformato nella sua vita come una fonte di coraggio, non aver paura ad ascoltare il gemito del povero, non aver paura ad accostarti al ferito nella vita che ha bisogno della tua mano caritatevole, non aver paura quando il perbenismo, l’accidia, l’indifferenza, il pregiudizio ti impediscono di compiere il bene. Nessuno può essere condannato dalla nostra paura a vivere in solitudine. L’amore, che ha il volto di Gesù, si è fatto nostro compagno di viaggio. Gli uomini non l’hanno compreso, anzi l’hanno condannato, ma il coraggio dell’amore ha vinto e da risorto ancora oggi a noi come ieri agli apostoli dice: «Non abbiate paura, sono io, nascosto in modo invisibile nella profondità del vostro cuore e manifesto nel volto stesso del povero».
Il poema della santità è il frutto del coraggio e della fiducia in Colui che non ci può abbandonare.