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San Giuseppe e il suo popolo - Omelia del cardinale titola Emil Paul Tscherrig
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Teologia di San Giuseppe
Published: 14 April 2025
Article Index
San Giuseppe e il suo popolo
Anche quest'anno ho il privilegio di celebrare insieme con voi la festa di san Giuseppe, il santo patrono di questa basilica e della vostra parrocchia. Tra i santi, Giuseppe occupa un posto molto speciale, come sposo della santissima Vergine Maria Madre di Dio e madre nostra e come padre putativo di Gesù. Nella solennità di san Giuseppe, la Chiesa ci propone come prima lettura della Messa la profezia del profeta Natan sulla discendenza del re Davide (2 Sam 7, 4-5a.12-14a.16). Dopo che il re ebbe detto al profeta di voler costruire una casa a Dio, questi riceve un ordine dal Signore di riferire al re che non sarà lui, ma un suo discendente a erigere questa casa. Poi Dio aggiunge questa misteriosa promessa: «Io sarà per lui padre ed egli sarà per me figlio». Nel Nuovo Testamento Gesù è spesso chiamato figlio di Davide, che è un titolo messianico. Ma come Gesù è diventato discendente della stirpe davidica? Lo è diventato attraverso l'adozione da parte di Giuseppe, discendente del casato di Davide. Sia il racconto della natività, sia l'annuncio dell'angelo a Maria attestano questa realtà. Ogni volta che leggo questa profezia di Natan, penso alla meraviglia della Provvidenza divina, che attraverso l'opera dello Spirito Santo ha voluto svelare, nel susseguirsi dei secoli, il suo piano di salvezza. Nelle profezie dell'Antico Testamento troviamo cenni alla Vergine che partorirà, ma su san Giuseppe, sposo di Maria, non abbiamo allusioni o notizie. Eppure il Padre celeste non avrà lasciato al caso la scelta dello sposo della Madre del suo Figlio e quindi possiamo essere sicuri che Giuseppe, come la sua sposa Maria, è stato presente nella mente di Dio da sempre. Questo piano divino prende forma quando, secondo il vangelo odierno di san Matteo (Mt 1, 16.18-21.24a), Giuseppe è visitato in sogno dall'angelo che gli consegna questa missione: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa». Poi gli spiega che «il bambino che è generato in (Maria) viene dallo Spirito Santo» e che il suo compito come padre adottivo sarà di dare al bambino il nome di Gesù; allora Giuseppe ha offerto tutto di sé stesso per far crescere il Figlio di Dio e, accanto a Maria, nutrirlo e custodirlo. Quando Gesù ha iniziato il suo ministero pubblico e il cammino verso Gerusalemme, Giuseppe era già morto e, secondo una pia tradizione, si è spento tra le braccia di Gesù. Per questo invochiamo l'intercessione di san Giuseppe per ottenere la grazia di una santa morte e perché conduca i nostri cari defunti all'abbraccio misericordioso di Gesù. Fratelli e sorelle in Cristo, talvolta dimentichiamo che anche noi siamo stati pensati da Dio sin da tutta l'eternità e, come Maria e Giuseppe, non siamo il prodotto del caso, ma siamo voluti e amati da Dio da tempo immemorabile. Siamo quindi nel mondo non a caso, ma per una missione o, come scrive papa Francesco nell'esortazione Evangelii gaudium, non solo “abbiamo” una missione, ma “siamo” una missione su questa terra e per questo ci troviamo in questo mondo (cfr. EG, 273). Il senso della nostra missione è dare la nostra vita per quella degli altri e questa è l'unica via per crescere e maturare, conclude il Papa (EG, 10). In un momento decisivo per la sua vita, san Giuseppe ha riconosciuto la missione che Dio aveva riservato a lui. Mentre stava pensando il modo di lasciare Maria, lo ha raggiunto la chiamata di Dio e da quell'istante troviamo un altro Giuseppe, deciso e pronto a tutto; nella missione affidatagli ha investito tutta la sua vita, i suoi talenti e le sue risorse. Con questo esempio il nostro Santo ci indica la via alla felicità. Una volta compresa la missione o il posto nel mondo, non bisogna più guardare indietro, ma sempre avanti. Alcuni tra di noi passano buona parte della loro esistenza a rimpiangere di non aver scelto questa o quella professione, perché tutto avrebbe potuto essere differente. Ma chi fa questo sarà sempre insoddisfatto ed infelice e spenderà la vita senza mai accorgersi del buono e del bello che ci circonda e delle opportunità che si presentano. La sua sarà una missione fallita e una vita sprecata. Invece di rimpiangere i sogni mancati, san Giuseppe ci invita a compiere bene ciò che è diventata la nostra parte in questo mondo e ad avere fiducia che Dio non mancherà di fare la sua parte per benedire l'opera delle nostre mani. In questo momento abbiamo il dono di poter partecipare all'Anno Santo che è appena cominciato. Papa Francesco lo ha messo sotto il segno della speranza che non delude: «La speranza non delude perché l'amore di Dio è stato versato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato
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