La festa del santo Patriarca, anche se quest’anno cadeva di mercoledì, ha richiamato un numeroso popolo di credenti attorno al Padre putativo del Signore
Al termine della processione pomeridiana, il Maestro della Banda Orchestrale delle Regione Lazio è uscito con una spontanea (e non richiesta) osservazione: «La vostra festa di san Giuseppe, insieme a quella dell’Ausiliatrice al Quartiere Tuscolano, è a Roma quella che attira più gente». Forse non sarà del tutto esatto, ma si può certamente affermare che la festa di san Giuseppe al Trionfale è largamente popolare tra i romani.
Quest’anno ci sono state due cose che hanno incrementato questa notorietà. Prima di tutto le trasmissioni su TV2000 della santa Messa dalla Basilica, che hanno raggiunto i telespettatori italiani dagli inizi di marzo; in secondo luogo l’esposizione in Basilica delle reliquie del Velo di Maria Vergine e del Manto di san Giuseppe per quattro giorni, a partire dal 16 marzo. Molti sono venuti a venerare queste reliquie, pensando che esse fossero sempre conservate al Trionfale. Invece si tratta di una concessione del Cardinale Vicario Baldo Reina (che ringraziamo), che ha permesso di prelevare il prezioso reliquiario dalla chiesa di sant’Anastasia al Palatino, dove è conservato ma non mostrato ai fedeli.
Lo svolgimento della festa ha seguito il programma pubblicato da La Santa Crociata di marzo. Domenica 9 marzo, alla vigilia della solenne Novena, monsignor Renato Tarantelli Baccari, vescovo vicegerente delle Diocesi di Roma e nativo del nostro quartiere, dopo la Messa, ha presenziato l’esposizione del simulacro di san Giuseppe presso l’altare principale. Domenica 16 marzo ha celebrato la Messa delle 10.30 il Cardinale Vicario Reina, sempre benevolo verso la comunità parrocchiale di san Giuseppe. Nelle Messe serali del triduo conclusivo si sono succeduti i vescovi Benoni Ambarus ausiliare di Roma, Enrico Dal Covolo titolare di Eraclea, e Paolo Ricciardi, vescovo eletto di Jesi e già ausiliare nell’Urbe.
Il giorno della festa, 19 marzo, al mattino e al pomeriggio, si sono succedute le celebrazioni eucaristiche a partire dalle 7.30 fino alla sera alle 19.00. Al termine di ogni Messa è stato distribuito il pane benedetto, che il parroco don Tommaso Gigliola ha indicato come richiamo concreto a san Giuseppe, il quale con l’umile lavoro ha procurato il pane alla Sacra Famiglia.
Il momento di maggior afflusso popolare è stato il pomeriggio, quando a partire dalle 15.30 si è snodata la lunga processione che accompagnava il simulacro del nostro Patrono. Moltissima gente precedeva e seguiva l’immagine di san Giuseppe, insieme al cardinale Emil Paul Tscherrig titolare della Basilica e ai sacerdoti, e moltissima assisteva dalle finestre dei palazzi e dai marciapiedi delle strade. E anche se la processione si impatta ogni anno con i problemi del traffico urbano caotico, è stato il momento di maggior coinvolgimento emotivo.
Alle 17.00 è iniziata la solenne concelebrazione presieduta dal Cardinale, attorniato dai sacerdoti, in una basilica stracolma di gente. Nell’omelia (pubblicata nelle pagine precedenti) il Cardinale ha esortato i fedeli a vivere, sull’esempio di san Giuseppe, una solida virtù della speranza, che ha le sue radici nella fiducia in Dio.
Alle 19.00 è stata celebrata dal Direttore della Pia Unione del Transito di san Giuseppe, don Bruno Capparoni, la santa Messa per tutti gli Associati vivi e defunti della Pia Unione. Don Bruno ha richiamato la testimonianza di fede di san Giuseppe, il primo insieme a Maria a riconoscere il Salvatore, e ha esortato a invocarlo per i morenti, secondo la finalità assegnata da san Luigi Guanella alla Pia Unione stessa. Questa celebrazione è stata accompagnata dal coro Laeti Cantores, con canti liturgici eseguiti con molta arte. La giornata si è conclusa ancora con tanta gente che, con gli occhi verso il cielo, ammirava lo spettacolo pirotecnico conclusivo.
Il programma intenso della festa di san Giuseppe 2025, al di là dei singoli gesti, ha aiutato i fedeli a stringersi attorno al patrono san Giuseppe, il quale nella sua immagine e nella realtà ci rimanda al suo tesoro più prezioso che è Gesù.