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“Pellegrini di Speranza” è il titolo del sussidio messo a disposizione dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile (Snpg) della Cei, in vista del Giubileo 2025, per accompagnare, spiega il responsabile, don Riccardo Pincerato, “gli incaricati diocesani, gli educatori, gli insegnanti, i responsabili di associazioni, movimenti e istituti di vita maschile e femminile, fornendo strumenti e riflessioni che possano aiutare a far vivere pienamente l’esperienza giubilare”.

“Il Giubileo può diventare un’occasione per tornare a bussare alla porta dei Paesi ricchi, compresa l’Italia, perché rimettano i debiti dei Paesi poveri, che non hanno modo di ripagarli”. Ne è convinto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, che, introducendo il Consiglio permanente dei vescovi italiani, ha ricordato come nei Paesi poveri “vivono milioni di persone in condizioni di vita prive di dignità”. “Si badi che i debiti degli Stati sono talora contratti con privati: la Chiesa non può non far sentire la sua voce perché si stabilisca un’equità sociale e i pochi straricchi non profittino della loro posizione di vantaggio per influenzare la politica per i propri interessi”, ha aggiunto Zuppi. Senza dimenticare, come ha recentemente ricordato Papa Francesco, che c’è “una nuova forma di iniquità di cui oggi siamo sempre più consapevoli: il debito ecologico”, in particolare tra il Nord e il Sud. Di qui la necessità di “individuare modalità efficaci per convertire il debito estero dei Paesi poveri in politiche e programmi efficaci, creativi e responsabili di sviluppo umano integrale”.

Il vicario della Custodia francescana di Terra Santa parla della gioia e della speranza della gente dopo le prime ore di tregua: le armi si sono fermate, ora si potrà cercare di aiutare le tante sofferenze fisiche e morali di chi è sopravvissuto a Gaza

 19 gennaio 2025: sarà una data che entrerà nella storia? Lo sarà se verrà ricordato come il giorno in cui è finalmente cambiato il percorso della storia. Ripetiamo che è un inizio per non essere delusi da tristi cambiamenti, per sperare che la tregua si trasformi presto in una convivenza pacifica e duratura. Dopo 471 giorni di orrore, questo è  stato il primo giorno che non ha sentito suoni di morte, è stato il giorno in cui la tensione e la paura hanno lasciato il posto a sorrisi e a gesti distesi. 
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