Un cordiale ben trovati in questo nostro appuntamento mensile in compagnia di San Giuseppe.
È un appuntamento carico di affetto, di stima e di ascolto nell’armonia di suoni che solo l’anima innamorata e ricca di fede sa esperimentare. Vogliamo questa sera parlare a «cuore a cuore» con San Giuseppe, il papà terreno di Gesù, in una circostanza così impegnativa per gli ascoltatori e ascoltatrici che seguono il rito della liturgia romana come l’inizio della quaresima.
Un bentrovati a tutte le ascoltatrici e agli ascoltatori di Radio Mater, sintonizzati per passare un’ora di tempo in compagnia di san Giuseppe per innamorarsi sempre di più della sua spiritualità che lo ha legato affettivamente a quel Figlio importante che Dio gli aveva affidato per custodirlo e farlo crescere in età, grazia e sapienza.
Iniziando questa trasmissione mi è tornato alla mente l’inizio del 3° capitolo del libro del Qoelet, là dove ci viene ricordato che tutto nella vita ha il suo momento. Dice, infatti, Qoelet: «C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare, un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per fare lutto e un tempo per danzare».
È sempre piacevole incontrarsi con le ascoltatrici e gli ascoltatori di Radio Mater, soprattutto, in questo inizio anno per scambiarci gli auguri ed invocare, per intercessione di Maria e di San Giuseppe abbondanti benedizioni sul nostro futuro.
Abbiamo chiuso il 2018 con il solenne ringraziamento con il canto o con la recita del Te Deum, in cui abbiamo espresso la nostra gratitudine per un anno di vita, intessuto di fragili e luminose ragnatele che hanno segnato i passi del nostro vivere.
A tutti un gioioso e ben trovati in questa nostra ideale assemblea radiofonica per tessere fili di gioiosa comunione di fede e di sentimenti nella stare accanto a Giuseppe e ascoltare come un eco misteriosa i nobili sentimenti e anche il disagio di un giovane innamorato che si sente narrare da un misterioso messaggero le future vicende della sua vita.
In queste quattro settimane (per gli ambrosiani sono 6 settimane) lo Spirito Santo a preparare il nostro animo ad accogliere Gesù che nasce a Betlemme.
È con vero piacere che posso entrare e porgere il mio saluto cordiale alle ascoltatrici e agli ascoltatori di Radio Mater che mi hanno permesso di entrare nella casa e condivider con me questo tempo di preghiera, di riflessione e di spiritualità in onore di san Giuseppe. La casa di Nazareth è una tappa obbligatoria nel nostro viaggio alla scoperta del volto di Dio.
Privarci del respiro che ha tessuto la relazione affettuosa tra Giuseppe e Maria, tra Giuseppe e Gesù e condannarsi a non comprendere lo spessore dell’affetto che Gesù esperimenta nella sua vita terrena da parte del Padre, il Creatore dell’universo.
Un cordiale bentrovati a tutte le ascoltatrici e ascoltatori sintonizzati sulle onde di Radio Mater per vivere questo momento di spiritualità in compagnia di san Giuseppe che ci presterà occhi e cuore per vedere e amare con l’intensità del suo amore quello che lo Spirito Santo ci farà intuire in questo appuntamento di preghiera.
Sappiamo che san Giuseppe è l’ultimo dei patriarchi del Vecchio Testamento, partecipando all’apertura del Sinodo dedicato ai Giovani mi è venuto in mente il primo dei patriarchi Abramo, uscito dalla sua terra di origine, è approdato a Sichem e in quella località Abramo piantato la sua tenda.
Secoli dopo Giosuè chiamò in assemblea tutto il popolo di Israele e là ci fu un’assemblea costituente e il popolo di Israele ha giurato fedeltà a Dio.
Un ben trovati a tutti. E’ sempre una gioia poter e condividere i nostri sentimenti, raccontando a persone disponibili all’ascolto come terra assetata – come afferma un salmo - che ricevono il refrigerio di un acqua dal sapore di eternità.
In questo appuntamento mensile di preghiera, di riflessione e di contemplazione il mio desiderio è quello di offrire a me stesso e a chi ascolta quel supplemento d’anima che ci permette di guardare il nostro futuro con coraggio e fiducia sulla testimonianza di fede di san Giuseppe che ha saputo vedere anche nella vicende oscure della sua vita una mano che scriveva parole di luce cariche di futuro positivo.
Questo lo dico per le persone che si trovano in situazioni di difficoltà con la salute fisica e morale, per chi è nel disagio a causa di relazioni difficili con il prossimo: con i parenti, i figli, tra gli stessi coniugi, i vicini di casa, i condomini.
Un cordiale ben ritrovati in quest’oasi di riflessione, di preghiera e di aggiornamento nello spirito all’ombra del papà terreno di Gesù: il patriarca san Giuseppe.
È proprio in questa casa dell’umile patriarca san Giuseppe, che Dio Creatore e Padre ha “adottato” per mettere accanto al suo figlio Gesù, come un’ombra che disegnasse i passi di Dio accanto a Gesù, ragazzo apprendista del vivere umano. Ci fermiamo in questa casa di Giuseppe e di Maria per risentire l’eco gioioso e festante della lode a Dio per i 65 anni di ministero sacerdotale da parte di don Mario che ha fatto di Radio Mater la casa ospitale, in cui la trinità terrestre, che sono Maria, Giuseppe e Gesù fanno gli onori di casa e ospitano tutte le persone di buona volontà che coltivano la nostalgia di Dio nel loro cuore.
Carissimo San Giuseppe,
eccoci al nostro consueto appuntamento per stare un po’ in tua compagnia, ascoltare i tuoi silenzi, avvertire la carezza dello Spirito che accarezza il nostro cuore e infonde in noi fiducia e perseveranza nell’affrontare i disagi della vita.
In questo momento del vespro, immagino di stare seduto accanto a te all’ombra di un albero, sentire la brezza confortevole che scavalcando i monti del Carmelo giunge sino a Nazareth e rendere confortevole il tramonto.
Come sempre un ben ritrovati a questo nostro appuntamento mensile in compagnia di san Giuseppe, all’inizio del mese di maggio e all’indomani della celebrazione della festa del lavoro e di san Giuseppe artigiano.
Dio, dovendo scegliere una persona cui affidare la custodia di suo figlio, inviato nella storia umana per illuminarla con una luce di una speranza immortale, non si è indirizzato al palazzo di una persona ricca ma ha scelto la casa di un lavoratore.