La bussola come polo di attrazione e di orientamento nel cammino della vita per il cristiano è la preghiera. Il pregare è un elemento essenziale come il respirare per vivere. Tutta la tradizione antica lo afferma. Per un credente è da sciocco domandare il perché si deve pregare. «Perché io respiro? Perché altrimenti morirei». Troppe volte confondiamo il “pregare” con dire preghiere. Pregare è pensare noi stessi in un rapporto con Dio. È un momento di intimità. È l’incontro fra due innamorati. A volte si guardano negli occhi senza pronunciare un parola e da quello sguardo cresce l’amore. Possiamo dire che nella preghiera riceviamo l’ossigeno per dare respiro alla fede che si nutre con questa respirazione.
Il pregare è ossigeno per noi, ma anche un disinquinamento vitale per chi ci sta accanto e amiamo. Questo vale soprattutto per i genitori nei confronto dei figli.
San Giuseppe, tenero e premuroso papà di Gesù e attento ai bisogni dei tuoi numerosi devoti, ogni giorno mi metto in unione con tutti coloro che ti venerano e ti pregano e ogni giorno porto ai tuoi piedi non solo la mia richiesta di aiuto e di soccorso per la mia famiglia, ma anche le famiglie che hanno perso la serenità e la gioia di vivere insieme. Ti prego anche per gli adolescenti che stanno attraversando le turbolenze della pubertà affinché possano approdare al porto della giovinezza con senso di responsabilità e attorniati da amici leali e positivi.
Alla tua intercessione ti affido il mondo intero e ti prego di mantenere vivo in me il desiderio di conversione affinché la gioia del mio cuore si riversi nel cuore di uomini e donne di buona volontà e insieme donare al mondo i colori dell’aurora.
Giuseppina, mamma di famiglia
San Giuseppe, sfiora con i tuoi occhi paterni la mia vita e accompagnala affinché possa affidarsi totalmente a te e a Tuo figlio, nostro Signore, Gesù Cristo. Aiutami affinché la mia ricerca del volto di Dio non conosca stanchezza, ma sia sempre pronta a riprendere il cammino con una speranza viva, coraggiosa, umile e caritatevole, frutto saporoso dell’evangelo del tuo Figlio Gesù, modello di umanità sognata dal Padre dell’eternità.
Luciano
San Giuseppe, esemplare modello di paternità vissuta accanto a Gesù; un figlio che Dio-Padre ti ha consegnato affinché tu gli fossi accanto come un’ombra protettrice. O san Giuseppe ottienici la grazia di godere della Pace promessa da Gesù Cristo e di essere cristiani dalla fede ardente e mai tiepida ed incolore.
Donami, san Giuseppe, di eseguire la volontà di Dio anche quando non la capisco con la forza dell'umiltà, caratteristica della tua sposa, Maria, della tua stessa vita come fedele esecutore dei desideri di Dio. Nell’esercitare il tuo compito di protettore della Chiesa, ti prego di benedire tutto il tuo popolo, specialmente coloro che non credono, avvicinali alla fede vera e viva nel Vangelo e in Dio, unica vera fonte di Libertà e Pace.
Michele
Gent.mo Don Mario,
La nostra società odierna sta vivendo momenti difficili sotto diversi aspetti. Primo fra tutti la grande crisi di ideali che sembra sempre più caratterizzare il vivere quotidiano, come se fosse ormai normale non dare più il giusto peso a valori basilari lasciando spazio libero all’egoismo sia personale come socio-comunitario. Allora vediamo sempre più famiglie in difficoltà dove il dialogo non è più alla base della convivenza, dialogo assente e individualismo che portano solo alla progressiva paralisi dei rapporti tra moglie e con i figli. Stessa cosa si può affermare anche nella società dove chi ha maggiori possibilità, soprattutto economiche, può fare la voce grossa verso chi vive ai margini della società. Lo vediamo ogni giorno. Si è da poco concluso l’anno della misericordia e ognuno di noi deve tirare le somme e fare i conti di quanta misericordia è stato capace e dei propositi di bene per il futuro. Non possiamo chiedere la misericordia del cielo se non abbiamo donato misericordia su questa terra.
Francesca Moscatelli - Rimini
Cara e gentile signora Francesca,
le case costruite sulla roccia di cui parla l’evangelo di Gesù sembrano rimaste chiuse nei panorami della nostra memoria. La nostra società cammina troppo in fretta e non ha tempo di scavare per fissare i grandi valori del vivere sulla roccia delle nostre responsabilità. Poco tempo fa si parlava di una società “liquida”, di valori fluttuanti su cui si poteva , se non camminare, almeno galleggiare; ora si parla di una società “gassosa” nella quale sono spariti agganci su cui fissare i valori e trovare dei punti solidi di riferimento.
È una stagione nebbiosa e solo con il ritorno a una coscienza educata, si riuscirà a rispondere personalmente dei doni di cui siamo stati forniti. Lo sfrenato individualismo ha messo al centro di ogni iniziativa l’interesse personale. Don Guanella diceva che «là dove c’è un povero da aiutare, non ci si può fermare».
Ma dalla sua lettera e dalla convinzione di chi tenta di vivere con responsabilità il dono della vita si ha l’impressione che si urla per spingere gli altri a fare quello che dovremmo fare tutti. Non sono le leggi che cambiano il cuore delle persone, ma l’educazione a fare in modo che non si può essere felici da soli e che, là dove c’è un disagio, siamo tutti responsabili per la nostra fragilità umana, e, comunque, colpevoli per non aver vinto la nostra pigrizia ad intervenire. In una notte buia e senza stelle anche un cerino acceso rischiara il cammino.
A tutti l’augurio per un cammino solidale verso la conquista di valori da vivere con solidarietà e perseveranza.
Caro Direttore,
sono associata alla Pia Unione dal 1975 e da ben 41 anni ricevo il periodico “La Santa Crociata”. Da quell’ormai lontano 1975 si sono succeduti diversi direttori, da Don Ezio a Don Giulio e da alcuni anni Lei, caro don Mario. Nonostante il lungo periodo non ho visto mai affievolirsi e venir meno la grande devozione verso San Giuseppe, comun denominatore che ha accomunato e motivato chi è stato chiamato alla guida della Pia Unione. Nel corso degli anni il periodico voluto da San Luigi Guanella è andato crescendo sempre più e dopo oltre 100 anni è ancora un valido supporto e un aiuto alla crescita spirituale dei tantissimi abbonati alla Pia Unione.
Grazie per i bellissimi articoli e per gli spunti che vengono offerti, utili per alimentare la nostra fede nel Signore e la nostra devozione verso il caro e amato San Giuseppe.
Mariella Luciani - Civita Castellana
Cara gentile Mariella,
le sono grato per la sua fedeltà che meriterebbe un attestato di stima e di fedeltà, ma noi questo diploma di benemerenza lo rimandiamo alla bontà misericordiosa di Dio. In questi lunghi anni, c’è stato un passaggio della fiaccola luminosa dell’impegno a mantenere vivo il culto di san Giuseppe sia tra i sacerdoti responsabili della Pia Unione, come dei collaboratori che mantengono abitualmente i contatti con i nostri associati.
Davvero dobbiamo ringraziare Dio per essere stati strumenti di speranza, di consolazione, di fiducia nel futuro. Attraverso le preghiere e l’assistenza di san Giuseppe abbiamo asciugato tante lacrime, lenite ferite e aiutato a rielaborate tanti lutti e così accendere l’orizzonte della vita con la luce dell’immortalità in attesa di un incontro con Dio Padre, Gesù, avvolti dalla luce gioiosa dello Spirito Santo e nella cornice sorridente dei santi e dei nostri parenti.
Cara Mariella, preghiamo e auguriamoci che le persone iscritte alla Pia Unione non solo ricevano la rivista, ma la leggano e ne facciano sorgente di vita buona.
Gentile e caro don Mario, vivo in Giappone e leggo con tanta passione la sua rivista in onore di san Giuseppe. Oltre a irrobustire la mia fede cristiana, mi lega al mio paese natale che mi ha donato tanti valori che mi permettono di vivere con dignità cristiana in una terra tanto lontana dai principi evangelici. Mi affido alle sue preghiere e saluto con stima. Deferenti ossequi.
Luigi Colantoni da Tokyo
Gentile e caro signor Luigi, è con viva emozione e animo grato che le scrivo per rispondere alla sua bontà d’animo che giunge da lontano e, quindi, impreziosisce maggiormente la sua solidarietà, incoraggiando il nostro sforzo di evangelizzazione e di sostegno caritativo nei confronti di persone indigenti, presenti nei continenti del nostro pianeta. La sua lettera fa risuonare nel mio animo due sentimenti: le parole di don Guanella che ci invitava a guardare il mondo come una casa comune e poi, a livello personale, Tokyo era il luogo di missione di un sacerdote salesiano che era nato nel mio cortile e che da ragazzo avevo conosciuto quando tornava in famiglia per le vacanze. Questi ricordi e la sua testimonianza ci danno coraggio nel continuare la nostra fatica a servizio del regno del Padre coinvolgendo persone di buona volontà ad aiutarci a spingere il sole dell’amore sul filo dell’orizzonte e a far nascere un’aurora di pace e di fratellanza. La casa del Padre è abitata da persone che hanno a cuore i valori che rendono gioiosa l’eternità e vivibile con dignità il nostro pellegrinaggio terreno. Come l’amore non conosce confini, così preghiamo affinché la nostra parola, scritta e parlata nel nostro sito www.piaunionedeltransito.org e la nostra rivista La Santa Crociata in onore di san Giuseppe, non perda la sua fecondità in questi lunghi trasferimenti nello spazio. Dio benedica tutti e san Giuseppe sia sempre accanto a noi come “ombra del Padre”.
Carissimo Padre Carrera, come sapete già, le Suore di San Giuseppe di Saint-Vallier hanno un centro dedicato alla Pia Unione di San Giuseppe a Québec (Canada) da tantissimi anni. Siamo liete oggi di mandarvi il nostro calendario annuale in onore di San Giuseppe per l'anno 2017. Quest'anno 125 persone sono state aggiunte al nostro registro della Pia Unione. Il nostro Oratorio, dal 2014, è anche il luogo dove la Santa Messa viene telediffusa ogni domenica da Radio-Canada e così raggiunge tutto il nostro immenso paese. Numerose testimonianze ci pervengono: tanti, dall'Atlantico al Pacifico, sono lieti del servizio reso alla Chiesa da Radio-Canada e dall'accoglienza delle Suore della nostra Comunità alle numerose esigenze tecniche della televisione nazionale. Il nostro Oratorio dedicato a San Giuseppe rimane accessibile al pubblico per diverse ore al giorno. Siamo anche felici di accogliere diversi gruppi di pellegrini che vogliono pregare da noi e con noi San Giuseppe. Ogni mattina i fedeli possono celebrare le Lodi con la nostra Comunità. Molti chiedono anche di visitare l'Oratorio. Mettiamo a loro disposizione alcune Suore e una audio-guida per facilitare queste visite. Con i nostri più fervidi ossequi nel Signore.
Cècile Provencher, ssj Maison-Mere des Soeurs de S.Joseph de St-Vallier Québec (Canada)
Carissima e Reverenda Madre, mi ha fatto piacere ricevere la sua lettera che reciprocamente ci dona la comune linfa della spiritualità che ha retto l’ossatura di quella di san Giuseppe nel corso delle sua vita terrena. Dio si è fidato di lui, gli ha consegnato la custodia di Suo Figlio e Giuseppe, nella fedeltà a un mandato così singolare e complesso, non ha deluso le aspettative del Padre, stando accanto a Gesù come un’ombra, l’“Ombra del Padre”. Un’ombra che tracciava il percorso di apprendimento per un’educazione in umanità aperta al dono, fonte di gioia per un’esperienza di condivisione della realtà in cammino verso l’eterno. Mantengo un piacevole ricordo della vostra visita a Roma e porto nel cuore della nostra preghiera i vostri desideri, i sogni e le aspirazioni di perfezione evangelica sull’esempio e con l’aiuto di san Giuseppe. Lei mi ha inviato il calendario 2017; per l’intercessione di san Giuseppe, già da ora e per ogni giorno del 2017, desidero invocare una particolare benedizione su tutte le suore della sua congregazione. Con l’augurio di pace, serenità e benessere fisico e spirituale saluto con stima e affetto.
Caro Don Mario, le racconto la grazia che mio fratello Giuseppe ha ricevuto da San Giuseppe: il primo giugno 2016, alle ore 17.00 mio fratello, uscendo da lavoro, mentre apriva la portiera della sua auto per entrarci è stato colpito all'improvviso da uno scooter, con due minorenni non patentati che sfrecciava a slalom tra le auto, mio fratello è stato trascinato per metri e poi sbalzato in aria. I due ragazzini ripreso lo scooter scapparono lasciando mio fratello sull'asfalto. Portato al pronto soccorso, è stato in osservazione una notte in ospedale e i dottori lo hanno dimesso dicendogli che doveva ringraziare Dio perché aveva avuto un miracolo in quanto seppur colpito in maniera pericolosa era rimasto illeso. Qualche giorno dopo mio papà, che è molto devoto a San Giuseppe, ha sognato San Giuseppe che sembrava contrariato con lui. La mattina mi chiamò dicendomi che dovevo scrivervi perché San Giuseppe voleva che facessimo testimonianza e ringraziassimo Dio per la grazia ricevuta con la sua intercessione. Un abbraccio nel nome di Gesù Cristo.
Rosa - Lecco
Cara signora Rosa, quando abbiamo acquisito la convinzione provata di una costante protezione dell’Alto i nostri occhi sanno leggere e vedere quello che gli occhi distratti di chi è insensibile non vede. Non viviamo in un mondo “miracolistico”, la nostra vita scorre sui binari delle leggi fisiche, ma a volte basta una carezza soprannaturale per sospendere momentaneamente le regole e far fiorire la grazia. Solo un occhio attento ed un animo sensibile riesce a cogliere questi fili di luce che tessono la nostra esistenza sia nella gioia della salute come anche nel far emergere energie insospettate nel patrimonio della grandi risorse del nostro animo. L’opera dei buoni samaritani, strada maestra della santità, è sempre attiva, non conosce orario è una vigilanza attiva per 24 ore al giorno. San Giuseppe è il braccio forte del papà nella nostra famiglia. Non dimentichiamolo.
Stimato Direttore, con molto piacere le riferisco dell’ottima riuscita del nostro gruppo preghiera in occasione della festa di San Giuseppe di quest’anno. Nel mio laboratorio ho preparato l’altare in onore del nostra Santo Protettore, ho ospitato i componenti del gruppo italo-americano e abbiamo celebrato l’eucaristia con la presenza del parroco della nostra parrocchia. Come ogni anno è stato un momento bello di fraterna comunione e di solidarietà anche con i poveri sparsi nel mondo che aiutiamo inviando a lei il frutto della nostra raccolta.
Cannata Connie - Brooklyn (USA)
Gentilissima e cara signora Connie, un grazie cordiale per questo rinnovato appuntamento annuale con il gruppo di preghiera in onore di san Giuseppe. È una tradizione coltivata dai nostri emigranti italiani, provenienti in particolare dalla Sicilia, per mantenere viva questa devozione a san Giuseppe il papà terreno di Gesù e protettore di chi è costretto a emigrare dalla propria terra come è stata per lui forzato ad emigrare dalla Palestina all’Egitto. Lodo queste iniziative dei gruppi di preghiera in onore di san Giuseppe, assai diffusi in alcuni stati degli Usa e nel Canada. In Italia, c’è un gruppo di preghiera che si ritrova ogni mercoledì in basilica per un’ora di preghiera e riflessione sulla spiritualità di san Giuseppe. «Quando due o più persone sono raccolte in preghiera nel nome di Gesù, io sono presente tra loro». La preghiera è sempre un atto di amore, di confidenza e di fiducia e di comunione. La presenza garantita di Gesù crea un legame forte sia tra i singoli come tra i componenti del gruppo: è un respirare in sincronia con il respiro stesso di Gesù. Il nostro respiro umano, a volte singhiozzante per i guai della vita, si fa lieve, armonizzato con quello di Gesù. La convinzione di essere figli di Dio e fratelli tra noi ci rende capaci di conoscere e amare il Padre come Gesù conosce e lo ama. Nella nostra Pia Unione ci sono tanti iscritti che hanno scelto di fare «l’ora santa»: un tempo in cui si possono fare le attività di sempre con maggior amore e per amore. Può essere un’ora della giornata, oppure, un’ora due o tre volte alla settimana, o anche una solo volta al mese, per esempio il 1° mercoledì o il giorno 19 del mese. È un atteggiamento di affetto simile come alla mamma che pensa il suo bambino, il fidanzato alla fidanzata
Carissimo don Mario, le persone in fin di vita, gli anziani, i disabili fisici, gli handicappati psichici, i ciechi, i sordi, i sordomuti, gli emarginati, i poveri : hanno il diritto di vita ? Ma in quale mondo viviamo ? Pare che si vada uniformando un principio molto strano, anomalo, preoccupante da me definito in una Petizione al Parlamento Italiano budget del ricoverato riguardante il campo sanitario, dove persone anziane, in fase terminale, di disabilità, ricoverati negli Enti Ospedalieri italiani in qualsiasi condizione di salute si trovano, “ superato” l’intervento finanziario predisposto dal Servizio Sanitario Nazionale, vengono dimessi dai nosocomi senza peraltro predisporre strutture alternative atte al proseguo delle cure fino al compimento della vita terrena. Mi dispiace ripetere, insistere, ritornare in questo “argomento”, ma si tratta di una “situazione”, che riguarda non solo il mondo della sofferenza, ma tutti i cittadini, in quanto se questa è la realtà, allora è pura eutanasia mascherata e, se tale, si domanda: è legalmente autorizzata ?
Franco Previte, Catania
Gentile e stimato dottor Previte, sono con lei solidale per il suo annoso impegno a difesa di chi sta accampato e inascoltato sulle periferie della nostra società. Ammiro il suo impegno a sostegno delle categorie più fragili della nostra società e Lei è nella nostra costante preghiera affinché i responsabili della cosa pubblica ascoltino la “voce” del disagio drammatico di persone ferite nella vita e aprano con i loro provvedimenti uno spiraglio di speranza sull’orizzonte costantemente al buio. Continui la sua lotta, Dio è con Lei.
Sono una bambina di 13 anni, mi chiamo Angela e ho chiesto alla mia mamma se potevo scrivervi un letterina che lei avrebbe spedito. Vorrei tanto che diceste a San Giuseppe una preghiera per il mio papà, Vittorio, che da un po’ di tempo vedo un po’ triste per la situazione difficile che sta attraversando per il poco lavoro: è preoccupato per la famiglia. Posso contare anche sulle vostre preghiere?
Angela – Rieti
Carissima Angela, San Giuseppe più di ogni altra persona sa comprendere la situazione di disagio in una famiglia. Anche lui ha avuto la responsabilità di essere capo famiglia, di una famiglia speciale, ma che, come tutte le famiglie del mondo, aveva bisogno di lavoro, di cibo, di buona salute e di armonia serena e un clima di fervorosa preghiera per attingere dall’alto, da Dio-Padre, quell’aiuto indispensabile per vivere bene. Uniremo alla nostra preghiera le tue invocazioni e confidiamo che in questi momenti un po’ difficili tuo papà Vittorio possa ritrovare il sorriso e anche un’occupazione soddisfacente. Anche tu sarai sotto la protezione paterna di san Giuseppe e della mamma di Gesù, Maria.
Alcuni giorni fa, un padre di famiglia, che conosco bene in quanto abita nel mio stesso condominio, è stato ricoverato in ospedale con una brutta diagnosi che non lascia molte speranze. Quattro mesi fa è morta la moglie. Lascerà due bambi in età scolare. Certo la mia preghiera non mancherà per questo papà e soprattutto per questi due bambini che diventeranno orfani loro malgrado con un futuro incerto e privo dell’affetto e del sostegno dei genitori. Anche non mettendo in discussione la mia fede nel Signore il mio cuore è triste e amareggiato e la mia ragione non riesce a spiegare tanto mistero.
Arianna Bernasconi, Locarno (Svizzera)
Gentile e cara Arianna, la ringrazio di avermi segnalato questo caso di grande sofferenza e di averci coinvolti nell’unirci al coro di preghiere per ottenere un raggio di speranza e illuminare positivamente questa precaria situazione. Ogni giorno davanti a San Giuseppe, accanto alla preghiera per i bisogni della Chiesa, ci sarà anche la sua speciale intenzione così che San Giuseppe, possa illuminare sia la scienza come l’abile intuizione dei medici e scoprire le terapie più adatte per sconfiggere il male. Non si perda d’animo; a volte, come tutti gli artigiani di cui abbiamo bisogno per qualche lavoretto promettono di venire subito, ma, a volte, si fanno attendere così capita anche per San Giuseppe. Si fa attendere non delude e al momento opportuno è presente con la sua grazia. La solidarietà per le necessità dei suoi vicini di casa non andrà delusa.
Ringrazio tutti per gli articoli pubblicati, ultimamente, sulla vostra rivista, (soprattutto sul n° 3 2016), e, inerenti alla figura/spiritualità di San Giuseppe, “Custode della Misericordia”. In particolare, mi ha colpito l’articolo di Angelo Forti , intitolato “Frammenti di luce per illuminare la vita”. Ricaricata dal “potere riflessivo”di questo articolo, ho ritrovato e apprezzato, con luce nuova, il nome di Giuseppe, presente nel Vangelo e riferito a personaggi, diversi dal padre putativo di Gesù, ma che, per certi versi lo “richiamano”e lo connotano. Penso al Giuseppe di Arimatea (“discepolo di Gesù , ma in segreto”). Nelle caratteristiche e nella carità di Giuseppe di Arimatea si vede il chiaro riflesso della Carità e della Custodia universale di S. Giuseppe, collaboratore della Redenzione e della Resurrezione del Figlio di Dio. Scoprire la “continuità-potenza”, silenziose e concrete, della Presenza di San Giuseppe di Nazareth, anche al di là della sua morte, fa rimanere stupiti. Si potrebbe dire che, come Dio usò S.Giuseppe, promesso sposo di Maria di Nazareth, per fare di Gesù ciò che Questi divenne più tardi, così Dio “usa” ogni Giuseppe della Bibbia per farci conoscere meglio San Giuseppe e la sua potenza.
Irene d.m.
Reverendo Direttore, sono una persona anziana che in gioventù riteneva di essere chiamata al sacerdozio. Ricordo che, ai tempi del seminario, il 1° maggio celebravamo con grande solennità la festa di San Giuseppe Operaio, che, secondo e rubriche liturgiche del tempo, era qualificata come festa di «Prima classe». Amavo le celebrazioni liturgiche e sapevo che le regole liturgiche prevedevano che questa festa di san Giuseppe aveva addirittura il sopravvento sulla domenica. Attualmente il mio parroco mi ha detto il Messale Romano la qualifica come «memoria facoltativa», cioè lascia alla scelta delle singole Comunità la libertà della celebrazione. Come mai questo declassamento di un santo così importante, proclamato Patrono della Chiesa universale che ha avuto l’onore di una Esortazione apostolica da san Giovanni Paolo II?
Francesco Perugini, Ascoli Piceno
Nella vita di don Guanella e in qualche suo scritto si ricorda la «domenica del patrocinio di San Giuseppe», la terza domenica dopo Pasqua. Era stata istituita da Pio IX nel 1847, estendendola a tutta la Chiesa, mentre prima era accordata solo ai Carmelitani di Francia e d’Italia. Successivamente Pio X, nella sua opera volta a ripristinare la supremazia liturgica della domenica sulle altre celebrazioni, la trasferì al mercoledì dopo la III Domenica del Tempo Pasquale. Pio XII nel discorso del 1° maggio 1955, in occasione del decimo anniversario delle ACLI, ripropose san Giuseppe come patrono e modello al mondo del lavoro e istituì la festa liturgica di san Giuseppe operaio, affermando: «Il 1° maggio è e sarà … festa cristiana, cioè giorno di giubilo per il concreto e progressivo trionfo degli ideali cristiani della grande famiglia del lavoro…. Amiamo annunziarvi la Nostra determinazione di istituire – come di fatto istituiamo – la festa liturgica di san Giuseppe artigiano, assegnando ad essa precisamente il giorno 1° maggio». Il competente dicastero vaticano predispose anche nuovi testi liturgici appropriati. La riforma liturgica promossa del Concilio Vaticano II, dopo aver sottolineato che «le feste dei santi proclamano le meraviglie di Cristo nei suoi servi e propongono ai fedeli opportuni esempi da imitare», invita a far sì che «perché le feste dei santi non abbiano a prevalere sulle feste che commemorano i misteri della salvezza, molte di esse siano celebrate da ciascuna Chiesa particolare, nazione o famiglia religiosa; siano invece estese a tutta la Chiesa soltanto quelle che celebrano santi di importanza veramente universale» (Sacrosanctum Concilium, 111). Per questo: «il sacerdote tenga presente più il bene spirituale del popolo di Dio che la propria personale inclinazione. Si ricordi anche che la scelta di queste parti si deve fare insieme con i ministri e con coloro che svolgono qualche ufficio nella celebrazione, senza escludere i fedeli in ciò che li riguarda direttamente» (Ordinamento Generale del Messale Romano, ed. 2003).
Carissimo don Mario, mi ha fatto tanto piacere il tuo interessamento e i saluti arrivati a voce da Vito, nostro comune amico. Tu sai già che, nel settembre 2014, ho lasciato gli Stati Uniti, dove avevo lavorato per alcuni anni a Chelsea nello Stato del Michigan, nella filiale della Pia Unione negli USA, e mi stavo preparando con entusiasmo ad andare in Nigeria per almeno un anno come aiuto nella formazione dei nostri novizi. L'Africa è sempre stata il sogno della mia vita fin dalla giovinezza. Per la verità avvertivo qualche dolore alle giunture, ma i medici la diagnosticarono come una forma di artrosi e le radiografie rilevavano solamente alcune vertebre un po’ schiacciate.
Gentilissimo, caro don Mario Carrera, ormai la Porta Santa nella Basilica di San Pietro è stata aperta. A novembre noi stavamo ancora davanti alla “chiusura”. Spiritualmente siamo entrati attraverso di essa. Speriamo che questo sia vero! Con cuore grato noi ricordiamo gli uni gli altri gli splendidi giorni a Roma, ricchi di eventi. Sono stati giorni di grazia che continuano a vivere in noi. Questo saluto è soprattutto per lei, caro don Mario, perché è stato per noi il dono, averla incontrata ancora una volta nella Pia Unione. Lei ci ha dedicato un sacco di tempo e ci è stato veramente vicino, come Gesù ha particolarmente raccomandato all’umanità durante l’anno della misericordia. Lei ci ha testimoniato quello che Gesù ha detto: «Siate misericordiosi come io sono misericordioso». Proprio questo amore misericordioso ci ha permesso di imparare ancora di più i sentimenti di Gesù. Lei è stato ed è un dono per noi e per molti. Grazie! Io vorrei esprimere un altro grazie per la buona collaborazione durante il 2015 e auguro a tutti noi che così possa essere nel nuovo anno 2016. Con quest’augurio, auguriamo a lei e a tutta la sua squadra un Natale benedetto e per intercessione di San Giuseppe un 2016, anno ricco della grazia della misericordia. Con i migliori riconoscenti saluti da St. Trudpert auguriamo: Dio vi benedica e vi protegga tutti.
Vostre, Suor Bernita, Suor Fertraud, Suor Emanuela
Care sorelle, la gioia è mia nel registrare la vostra soddisfazione per la vostra permanenza a Roma in occasione dell’incontro della famiglia guanelliana con il santo padre Francesco. E’ stata una giornata indimenticabile poterci ritrovare a Roma per ringraziare la bontà di Dio nell’averci concesso la gioia di celebrare solennemente il 1° centenario della morte del nostro santo Fondatore. Il vostro legame con la nostra Pia Unione, che fra poco compirà il centesimo anno di esistenza, ci sprona a spingere ad allargare i confini della nostra carità a favore dei morenti sparsi in ogni latitudine del pianeta Terra. Spero che i vescovi delle diocesi indiane del Kerala e di Madhya Pradesh, come mi scriveva la vostra madre generale, Schwester Simone Burger, possano dare l’approvazione per aprire delle filiali della Pia Unione del Transito di San Giuseppe nelle loro diocesi, nelle quale come abbiamo conosciuto dalla missione caritativa della beata Madre Teresa di Calcutta il morire in solitudine e abbandonati è numericamente drammatico. Per questa sua meritevole missione, madre Teresa, campionessa eroica della carità, nei prossimi mesi sarà canonizzata.
Reverendo direttore, ho ricevuto il quadretto con l’immagine di san Giuseppe di cui ha voluto farmi dono, proprio in un periodo di preoccupazioni. E’ stato come se san Giuseppe avesse voluto portarmi concretamente il suo conforto e la risposta alle mie preghiere. Voglia scusare il ritardo nel dirle: grazie! San Giuseppe è sempre con me nelle difficoltà che non mancano mai. Il quadretto è piaciuto anche ad altre persone alle quali vorrei farne dono in occasione delle prossime festività e per questo le chiedo di inviarmene altri quattro, con qualche preghiera del Santo. Le persone alle quali ho fatto conoscere questa fonte di grazie, San Giuseppe, hanno potuto sperimentarne l’efficacia. Grazie per il periodico, sempre più bello. Le chiedo la carità di una preghiera e la benedizione di San Giuseppe. Con stima e gratitudine.
Maria Prestini, Caslano (Svizzera)
Cara signora Maria, ringrazio lei per la sua bella testimonianza di fede, di affidamento a san Giuseppe e i complimenti per la rivista. La sua custodia non smentisce mai. Qualche volta si fa attendere, ma non dobbiamo disperare. Papa Francesco ha detto che san Giuseppe, da buon falegname, qualche volta si fa attendere nel riparare qualche nostro guaio. Si fa attendere ma non si dimentica. La sua custodia è fedele. Dio la benedica e San Giuseppe sempre le sia a fianco.
Rev. Padre Direttore, desidero rendere testimonianza della grande grazia ricevuta da San Giuseppe. Una sera di gennaio scorso, mentre rientravo dall'ufficio a piedi per la pista ciclabile, un'auto uscita di strada mi investì. In quei brutti istanti mi sembrava di essere sollevata da terra: mi rialzai lentamente completamente illesa senza alcun graffio, solo tanta paura. Con le mie semplici parole cerco di essere concisa raccontando i punti più importanti. Al mattino seguente andai in chiesa davanti all'altare di San Giuseppe per ringraziare della grande grazia ricevuta. Prego sempre e sono tanto devota al Santo e abbonata alla rivista " La Santa Crociata" da tantissimi anni. Caro San Giuseppe proteggimi sempre, grazie.
Cordiali saluti.
Anna Maria Marchioro, Malo (VI)
Gentile Anna Maria, nella vita tutto è dono e tutto è grazia.
Provvidenzialmente c’è sempre una mano invisibile che ci preserva e in questo la nostra sensibilità religiosa riconosce in questa mano benedicente la stessa mano di san Giuseppe che nella sua vita ha avuto da Dio il compito di custodire in vita la santa famiglia di Nazareth e ora di custodire i fratelli e le sorelle di Gesù che con il battesimo sono entrati a far parte della sua stessa vita divina. Giuseppe, che ha educato Gesù a essere modello del Buon Samaritano per tutta l’umanità, ha il compito di ottenerci da Dio tutti quei sussidi che possano aiutarci a mantenere sveglio il desiderio di vivere come testimoni autentici del messaggio evangelico.
Reverendo don Mario, di tutto cuore ringrazio per la lettera che mi ha inviato. Avendo ormai qualche debolezza fisica ed essendo avanzata negli anni, prego sempre più S. Giuseppe che mi sia vicino al momento del transito. In questo mi affido anche alle sue preghiere. Fraternamente.
Germana Munari, Malawi
Cara Sorella, sono io a ringraziarla per la sua breve lettera, ma soprattutto per il luogo da cui viene che esprime anche la soddisfazione per il largo raggio in cui la rivista di san Giuseppe porta un messaggio di fede e di amore. Il centro dell’Africa centrale, lo scorso mese, è stato sotto gli occhi di tutti con una particolare attenzione per la visita di papa Francesco. Proprio al centro di questo continente il Papa ha voluto anticipare l’apertura della «Porta santa» del giubileo della misericordia in un territorio carico di speranza seppur travagliato da tanti conflitti. Nella nostra preghiera non ci sono soltanto le popolazioni degli stati africani, ma anche la sua persona, cara Germana. Ogni giorno, in modo particolare, abbiamo nel cuore della preghiera lei e tutti gli iscritti alla nostra Pia Unione dl Transito di san Giuseppe. Malawi, significa «scintillio di sole» a causa del grande lago collocato al centro del vostro paese e che rende fertile il vostro territorio. La nostra preghiera assomiglia a questo «scintillio di luce» che rende luminoso il nostro cammino. Nelle mani di san Giuseppe mettiamo i desideri dei nostri associati e su tutti invochiamo la sua custodia per un benessere fisico e spirituale.
Reverendo padre, ho sempre ricevuto grazie per intercessione di san Giuseppe e per questo gli sono riconoscente. Ora attendo il suo aiuto per la salute di mia sorella della quale già intravedo il suo graduale aiuto. Gradirei tanto che la borsa di studio che intendo offrire sia a nome di mia sorella Adriana e sia un pegno di amore affinché san Giuseppe l’aiuti sempre. La ringrazio e chiedo una preghiera per la mia famiglia.
Maria Laura - Lucca
Cara Maria Laura, con lei ringrazio la bontà di Dio-Padre per l’intercessione di san Giuseppe. È tanto importante aver costantemente nell’animo la freschezza della gratitudine e della riconoscenza. In un mondo in cui tutti avanziamo diritti e pochi doveri. Le ragioni della gratitudine nascono dalla sensibilità del proprio animo e sono sempre figlie che nascono dal patrimonio della fede e della speranza che illumina il cammino della nostra vita soprattutto nei momenti di buio e di difficoltà. Le sono molto grato anche per la bora di studio di aiuto a un seminarista povero delle nostre missioni all’estero. San Giuseppe è stato il primo educatore di Gesù, il sommo ed eterno sacerdote, quindi è impegnato anche lui a fornire aiuto per i futuri sacerdoti in formazione. La benedizione di Dio per l’intercessione di san Giuseppe sia sempre su di lei, sulla sua cara sorella.
Gentile Direttore, ho trovato nella mia parrocchia la vostra rivista di san Giuseppe, l’ho trovata interessante soprattutto per la sua missione quella di pregare per le persone agonizzanti. Vorrei sapere qualcosa di più su questa associazione. La ringrazio per la risposta e saluto cordialmente.
Antonio (per e-mail)
Caro Antonio, grazie dell’attenzione. La nostra Pia Unione del Transito di san Giuseppe è stata ideata come ultimo impegno di carità da parte di don Guanella per sopperire a un momento di povertà radicale qual è la morte. Ha ideato questa associazione in cui gli associati si impegnano a pregare il buon Dio per l’intercessione di san Giuseppe affinché ci sia un supplemento di grazia per un momento così difficoltoso per la nostra natura umana che sente nella sua carne il desiderio di immortalità. Se mi manda il suo indirizzo di casa le faccio aver un dépliant in cui è spiegato un po’ in lungo la scopo della nostra azione evangelizzatrice anche la rivista che sostiene e accompagna gli associati nella vita di fede elevando a Dio per l’intercessione di san Giuseppe preghiere per le nostre sorelle e fratelli giunti al traguardo della vita terrena. Quello che noi facciamo oggi per loro, domani altri lo faranno in nostro favore e anche le nostre preghiere di oggi per gli altri saranno un capitale che Dio riverserà sulla nostra anima con un supplemento di misericordia. Anche questa è un opera di solidarietà. Un caro saluto e tanti auguri in comunione di preghiere.
Rev.Padre Direttore, voglio rendere testimonianza della grande grazia ricevuta da San Giuseppe. Una sera di gennaio scorso, mentre rientravo dall'ufficio a piedi per la pista ciclabile, un'auto è uscita di strada e mi ha investita. Mi sembrava di essere sollevata da terra, stesa sull’asfalto mi alzai lentamente completamente illesa senza alcun graffio, solo tanta paura. Mentre volavo per aria ho invocato San Giuseppe. Con le mie semplici parole ho cercato di essere concisa e di aver raccontato i punti più importanti. Al mattino seguente andai subito in chiesa davanti all'altare di San Giuseppe per ringraziare della grande grazia ricevuta. Prego sempre e sono tanto devota al Santo, inoltre sono abbonata alla rivista " La Santa Crociata" da tantissimi anni, che leggo con passione, poiché mi aiuta a perseverare nella fede ed essere generosa e attenta ai bisogni del prossimo sull’esempio di Giuseppe custode della Santa Famiglia. Caro San Giuseppe proteggemi sempre, grazie. Cordiali saluti.
Anna Maria Marchioro (Vicenza)
Cara Anna Maria, è sempre una gioia condivisa leggere l’amabile attenzione con cui san Giuseppe segue le vicende della nostra vita. Nel nostro spirito si accende la luce dello stupore di fronte a vicende straordinarie che attraversano nel bene e nel male la nostra vita. Una delle qualifiche che l’evangelo attribuisce a san Giuseppe è quella di “custode”. Dio, il creatore dell’universo, ha consegnato il suo Figlio “unigenito” a Giuseppe perché lo custodisse. La custodia non era come una serratura che protegge la casa, ma un cuore che pulsasse in sintonia con tutte le aspirazioni di questo figlio “singolare”. La custodia, quindi, non era fatta solo di alimenti, necessari per la crescita umana, ma anche di affetto, di stima, di fiducia, di istruzione. Insomma, un apprendistato al vivere sociale con un’apertura alla ”sapienza divina” e alle relazioni umane. Dice appunto l’evangelo che Gesù a Nazareth «cresceva in età in sapienza e grazia presso Dio e gli uomini». La custodia, assegnata da Dio per Gesù, per san Giuseppe ora è estesa a tutti i credenti nel suo Figlio Gesù. La delicatezza usata a Nazareth ora è riservata a tutti noi. A volte ce ne accorgiamo, altre volte passa come una carezza di vento senza che l’avvertiamo. L’importante è non dimenticarsi di ringraziare.