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Wednesday, 21 December 2011 12:34

Là dove si ama fiorisce la santità

di Mario Carrera

Tra le profezie di saggezza evangelica uscite dal cuore di don Guanella si legge: «La santità salverà il mondo». La salvezza è il porto sicuro che calamita ogni affanno della vita e la santità è il grembo materno di Dio inondato di luce. Il Santo è colui che nel cammino della vita aderisce a Dio nella fede e nell’amore, tentando di percorrere un’esistenza giusta. Nella festa di tutti i Santi il firmamento si fa più luminoso, e ogni cristiano, alla ricerca del volto di Dio, vede riflessa nella luce divina la sua persona e avverte un’energia che muove la volontà e dà sostanza evangelica al suo agire. Nella vita di ognuno c’è un polo di attrazione che la caratterizza: è l’amore come la forza di gravità. Sant’Agostino diceva: «Tu in realtà sei quello che in effetti ami. Ami Dio? Ti assimili a Lui. Ami la terra? Sei terra». Forse, non pensiamo mai alla pesante fatica di essere mediocri e alla gioia invece di essere santi.

Wednesday, 19 December 2012 09:54

Attendere e annunciare Cristo che viene

di Madre Anna Maria Cánopi

Con l’Avvento ha inizio l’anno liturgico, il tempo sacro della grazia (kairòs) in cui la Chiesa celebra il grande mistero della salvezza. Il suo nucleo essenziale è l’evento Gesù Cristo: il Figlio di Dio che si è incarnato ed è entrato nel mondo per condurre gli uomini al loro fine ultimo, alla piena comunione di vita con Dio nel Regno dell’eterna vita.
Con la nostra partecipazione alla celebrazione liturgica degli eventi salvifici, diventiamo annunziatori e testimoni della nostra fede, testimoni, quindi, dell’Amore del Padre che si è rivelato nella Persona del Figlio, anzi, ce lo ha donato perché «chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16).
Tutto il tempo della Chiesa – l’anno liturgico – è caratterizzato da una triplice dimensione: la memoria del passato (l’attesa e la venuta di Gesù nella carne), la dinamica del presente (come oggi questo evento ancora avviene e si attualizza) e l’attesa del futuro (il ritorno del Cristo nella gloria: evento escatologico).

di Madre Anna Maria Cánopi

Mentre il Tempo Ordinario volge al termine e la natura si fa di giorno in giorno più brulla e spoglia, il mese di novembre si apre con il contrasto della bellissima festa di Tutti i Santi: un tripudio di luce, di canto, di gioia; il Cielo sulla terra.
In questa solennità la Chiesa pellegrina nella fede, contemplando le abbondanti messi già raccolte nei celesti granai, comincia sin d’ora a cantare la gioia del suo arrivo in patria: «Rallegriamoci tutti nel Signore, celebrando questo giorno di festa in onore di tutti i Santi: con noi gioiscono gli angeli e lodano il Figlio di Dio». Con questa antifona si apre la Celebrazione Eucaristica, durante la quale si viene ad instaurare, per così dire, un appassionato dialogo tra terra e cielo, tra i santi ancora pellegrini nella fede e i santi già in patria, tra i “santi delle beatitudini” (cf. Vangelo della solennità) e i santi della «moltitudine immensa, di ogni nazione, razza, popolo, lingua» che innalza a gran voce il grandioso cantico della salvezza, di cui si sente l’eco nella prima lettura (cf. Ap 7).
Tra gli uni e gli altri non c’è separazione, ma compartecipazione; non distanza, ma affettuosa vicinanza. I santi già in patria sono presenti a noi nelle nostre tribolazioni e noi, “santi in cammino”, ci rallegriamo con loro per la pace di cui godono e che già, in forza dell’amore, si riversa nei nostri cuori. Con questa solennità la Chiesa ci invita, dunque, ad una grande festa di famiglia, convoca tutti i suoi figli attorno all’unica mensa. Infatti, chi sono i santi, se non i figli di Dio cresciuti fino alla “pienezza di Cristo” (cf. Ef 4,14)? Essi sono i nostri fratelli maggiori. Alcuni di loro, forse, sono stati fino a ieri nostri compagni di viaggio; perdura forse ancora nella nostra mano il calore della loro mano, nella nostra memoria il suono della loro voce… Tra i santi possono esservi – anzi, certamente ci sono – anche tanti che chiamiamo i “nostri morti” e che, sapientemente, la Chiesa ci fa commemorare proprio il 2 novembre, dilatando la festa in due giorni, per sottolineare l’unità del mistero.

Thursday, 06 September 2012 11:06

La grazia della liturgia nel tempo d'autunno

di Madre Anna Maria Cánopi

Come la natura in autunno si riveste a festa con il suo abito dai variegati colori, e dà gioia ai cuori offrendo gli alberi carichi di frutti maturi e le vigne pronte per la vendemmia, così anche la Chiesa nei mesi di settembre e ottobre ci offre un calendario liturgico ricco di bellissime feste, particolarmente care al popolo cristiano.
Proprio all’inizio di settembre, ecco la festa della Natività di Maria. Un’antifona della liturgia così si esprime con una bellissima melodia gregoriana: «La tua nascita, o Vergine Madre di Dio, ha annunziato la gioia al mondo intero, perché da te è nato il Sole di giustizia: Cristo nostro Dio. Egli è colui che ha tolto la condanna e ha portato la grazia. Ha vinto la morte e ci ha donato la vita». Motivo della gioia di questa festa è, dunque, l’opera della salvezza che Dio ha compiuto.  Per attuare il suo disegno, egli ha voluto servirsi di una donna, di una creatura umile e semplice, preparata per dare alla luce il Cristo salvatore. Maria è l’Aurora piena di speranza del Giorno nuovo che più non conosce tramonto, nel quale già siamo entrati, in speranza, e verso il quale camminiamo, saldi nella fede e sospinti dall’amore.

di Madre Anna Maria Cánopi

Nei mesi estivi, mentre molti cercano il luogo delle vacanze al mare, ai monti, ai laghi, alle isole lontane per svagarsi e riposare, anche il calendario liturgico è tutto costellato di luoghi deliziosi, ossia di feste per la gioia e il sollievo spirituale dei credenti. A partire dal mese di giugno, il giorno 24 troviamo la solennità della nascita di Giovanni Battista, che risveglia nel cuore un ardente desiderio del Cristo da lui mostrato; poi viene la solennità dei santi Pietro e Paolo (29 giugno) che ci porta a Roma, agli inizi della Chiesa animata da grande slancio missionario e dalla testimonianza fino al martirio.
In questi mesi, inoltre, si celebrano le feste di ben tre dei sei compatroni d’Europa: san Benedetto (11 luglio) che con la sua Regola e i suoi monasteri ha silenziosamente contribuito a dare un volto cristiano al nostro continente, anzi, a dargli profonde radici cristiane. In agosto (9 e 23) si celebrano le feste di santa Teresa Benedetta della Croce  – Edith Stein – e santa Brigida di Svezia, compatrone d’Europa. Questi santi in epoche diverse hanno dato un contributo altamente significativo alla crescita non solo della Chiesa, ma anche della società civile.

Friday, 01 June 2012 12:21

Un "pane" per il futuro

SS. Trinità, Corpus Domini, Sacro Cuore

di Madre Anna Maria Cánopi

Con la solennità della Pentecoste, il vento dello Spirito irrompe nella Chiesa, spezzando nel cuore degli apostoli le catene della paura che ancora li tenevano prigionieri. Inizia davvero il tempo nuovo: tempo di missione e tempo di adorazione in spirito e verità; tempo di impegno nella storia per costruire la “civiltà dell’amore” nell’attesa del ritorno del Signore nella gloria. Il Cristo, infatti, verrà alla fine del tempo per porre termine alla storia e dare compimento al suo regno glorioso. Allora, insieme con l’umanità redenta ci saranno cieli nuovi e terra nuova, e Dio sarà tutto in tutti.

di Madre Anna Maria Cánopi

Aquaranta giorni dalla domenica di Risurrezione, la liturgia ci fa vivere il congedo  di Gesù dagli Apostoli prima di salire al Padre. Risorto, egli si era reso più volte visibilmente presente in mezzo ai “suoi”, ma giunse il giorno in cui, date loro le ultime istruzioni, «li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo» (Lc 24,50-51). Gesù, fra lo stupore e la commozione dei suoi discepoli, fu elevato in alto e sottratto al loro sguardo. Ritornò in cielo; vi ritornò in quanto uomo, poiché in quanto Dio egli, pur incarnandosi e subendo la morte, era sempre rimasto nella beatitudine della sua intima unione con il Padre e lo Spirito Santo.
La festa dell’Ascensione celebra, quindi, l’esaltazione dell’umanità del Cristo e, in lui, della nostra umana natura. Essa ci aiuta a rinnovare la nostra fede in Colui che, salendo al cielo quale “Figlio dell’uomo”, non ci ha abbandonati, ma ci ha preceduti per riaprirci la via verso la nostra vera patria e di là, con la potenza del suo Spirito, ci sostiene nel faticoso pellegrinaggio terreno.

di Madre Anna Maria Cánopi

Il mistero dell’infanzia e della vita nascosta di Gesù Cristo, che abbiamo contemplato nel Tempo di Natale, trova nel mistero pasquale la sua piena fioritura e il suo frutto maturo. Il germoglio della radice di Jesse è diventato un grande albero; sulla terra è sbocciata una nuova primavera della vita. E questo miracolo avviene innanzitutto nei cuori dei credenti.
La Risurrezione di Cristo è l’evento che sta alla fonte dell’anno liturgico: da essa derivano tutte le altre feste. La fede cristiana, infatti, si fonda sulla morte redentrice e sulla Risurrezione del Cristo. Come afferma san Paolo, se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede e noi saremmo da commiserare più di tutti gli uomini. «Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti» (cf. 1Cor 15,15-20).

Wednesday, 14 March 2012 10:03

"Fare pasqua" con il Signore

di Mare Anna Maria Cánopi

La Settimana Santa è il cuore dell’anno liturgico, poiché dal mistero pasquale, in essa solennemente celebrato, scaturisce il fiume della grazia, il dono della salvezza.
Ogni cristiano che nelle settimane di Quaresima si è impegnato nella lotta contro il male e che, nello sforzo della propria purificazione, ha tenuto lo sguardo contemporaneamente rivolto a Dio e a se stesso, ora è invitato dalla Liturgia a non avere occhi che per il Cristo. È unicamente la sua Persona – le sue parole, i suoi gesti, i suoi silenzi – a colmare tutto questo sacro tempo e attirare tutta la nostra attenzione, fino a immedesimarci in Lui, per condividerne la Passione in uno slancio di autentica empatia, di profonda “com-passione”.

Wednesday, 08 February 2012 10:16

Ritornate a me con tutto il cuore

di Madre Anna Maria Cánopi

La spiritualità del tempo di Quaresima
è un costante appello a ritornare a Dio.
Far dimorare Dio al centro dei nostri interessi
e gestire il nostro vivere in comproprietà

Già all’inizio del IV secolo si ha testimonianza della pratica, nella Chiesa, di un periodo di quaranta giorni in preparazione alla celebrazione del Sacro Triduo pasquale – Passione, Morte e Risurrezione di Cristo – che è il centro di tutto l’anno liturgico.
Originariamente questo tempo – che trae il suo significato simbolico dai quarant’anni della traversata del deserto da parte del popolo eletto (esodo), dal ritiro di Mosè sul Sinai e più ancora di Gesù stesso nel deserto all’inizio della sua predicazione – coincideva con la preparazione dei catecumeni che a Pasqua avrebbero ricevuto il Battesimo. Essi erano così premurosamente sostenuti da tutta la comunità cristiana che con loro si preparava ad una nuova rinascita spirituale. La Quaresima era pure con il periodo in cui i pubblici peccatori si sottoponevano ad una particolare austerità di vita, per essere riammessi, il Giovedì Santo, nella comunità ecclesiale accostandosi alla mensa eucaristica.

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