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Thursday, 17 June 2021 12:17

«Non avere paura»

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Anche nel Covid19 le parole dell’arcangelo di Gabriele

di Mario Carrera

Noi siamo a dopo 2000 anni di quella storia iniziata nel territorio della Galilea, guardiamo e scrutiamo i sentimenti di Giuseppe con gli occhi della storia. 

Lui non sapeva di chi fosse quel figlio che Maria portava in grembo; ci voleva una grande forza d’animo nel riporre in quella creatura la speranza, l'immortalità del suo casato con un antenato importante come il re Davide.

In quelle settimane di tremore e di profonda inquietudine, c’erano dei verbi che si rincorrevano per tranquillizzare l’animo del giovane Giuseppe.

«Non temere, Giuseppe. Prendi Maria come sposa e il figlio che verrà»; «Lo chiamerai Gesù»; «Fuggi in Egitto»; «Alzati e va’ nel paese di Israele». Ed ecco il sogno e l'angelo che gli parla.

Il sogno era un dono, un regalo che veniva dall'Alto. Un intreccio di cielo e di terra sempre necessario per continuare a sperare.

Da questo sogno cosa acquista Giuseppe? I verbi di questa vicenda umano-divina ci aiutano a comprendere. L'angelo gli dice «non temere di prendere» con te questa donna, Maria. In questo modo lo rassicura, lo tranquillizza su ciò che sta accadendo in lei, perché «viene dallo Spirito Santo» (Mt 1, 20).

L'altro verbo: "prendere", sta a significare che a Giuseppe è chiesto di prendere Maria e il figlio che verrà da lei.

Il verbo «non temere» è un'espressione della Bibbia che compare tutte le volte che una persona ha un impatto con il divino. Questo verbo richiama il concetto del “timore di Dio” che non va equiparato con il “terrore di Dio”, ma la sua costante alleanza alla nostra vita.

“Timore di Dio” è avere il Volto di Dio dinanzi al proprio volto. Un paragone luminoso può essere quello del racconto della creazione del secondo capitolo di Genesi: Dio trasse fuori la donna da Adamo e la mise di fronte a lui (cfr. Gn 2, 22). Adamo rimase estasiato. Finalmente ella è «osso dalle mie ossa e carne dalla mia carne», giubila l’uomo (Gn 2, 23). Così è stare di fronte a Dio: è un’estasi!

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