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Saturday, 11 May 2019 14:00

Battesimo comunque?

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Rev.do Direttore,

ho letto e riletto l'articolo a firma Gabriele Cantaluppi sul n. 2/2019 dal titolo Battesimo sì, battesimo no....

Nell’articolo si evince che per il battesimo si richiede la presenza di un padrino che ha il compito di...

Io dubito che una persona che si presta a fare da padrino al battesimo di un bambino ottenuto da una coppia omosessuale con il ricorso dell'utero in affitto sia una persona di comprovata fede cristiana come si richiede.

«Il battesimo non è un premio per la condotta morale dei genitori: si battezzano i bambini per il loro bene ...

La validità del rito è distinta dalla sua piena efficacia...

Spetta al parroco giudicare...».

Le disposizioni sono enunciate con forza ma di fatto completamente disattese.

Come tanti annullamenti di matrimoni religiosi sanciti dalla Sacra Rota (Tribunali Ecclesiastici).

Ringrazio comunque molto Gabriele Cantaluppi che leggo sempre con piacere.

Elio Gatti

L’autore della rubrica, don Gabriele Cantaluppi risponde.

Gentile Signor Elio Gatti,

la sua lettera mi ha riportato col pensiero ai miei primi anni di sacerdozio, ormai quasi cinquant’anni fa, quando il fervore iniziale mi spingeva ad applicare con spirito di verità, ma anche con un certo rigore, le norme morali apprese durante i corsi teologici. Allora avrei detto di no, non essendoci una famiglia regolare dal punto di vista cristiano, non c’erano neppure le condizioni che assicurassero un’educazione cristiana al proprio figlio e avrei negato il battesimo.

Oggi, le numerose esperienze pastorali offertemi dal ministero sacerdotale in un santuario e nelle parrocchie in cui sono stato anche parroco, mi hanno reso forse meno giudice e maggiormente pastore.

Per questo ho detto che il giudizio per l’amministrazione del battesimo a figli di coppie “irregolari” va lasciato al parroco.

Premetto che il mio scritto è stato condizionato anche dallo spazio a disposizione sulla rivista e che forse ha un po’ penalizzato la completezza della trattazione.

Lei afferma: «Io dubito che una persona che si presta a fare da padrino al battesimo di un bambino ottenuto da una coppia omosessuale con il ricorso dell'utero in affitto sia una persona di comprovata fede cristiana come si richiede»: ne è proprio certo? 

Ascolti cosa dice il CCC parlando degli omosessuali: «Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione» (n. 2358). Accostarsi a chi è nell’errore inoltre è opera di misericordia spirituale di accompagnamento nella formazione della coscienza. 

Ci sono situazioni della vita in cui ci si è messi, anche responsabilmente, ma che poi non possono essere cambiate e che creano sofferenza a chi le vive. Solo la misericordia può lenirle. 

è proprio questo l’indirizzo pastorale che ci sta indicando papa Francesco, richiamando la validità e immutabilità dei principi morali, ma al tempo stesso invitando alla loro applicazione “storica” alle persone.

Inoltre esorta i sacerdoti a essere «testimoni della tenerezza paterna nonostante la gravità del peccato; solleciti nell’aiutare a riflettere sul male commesso; chiari nel presentare i principi morali; disponibili ad accompagnare i fedeli nel percorso penitenziale, mantenendo il loro passo con pazienza; lungimiranti nel discernimento di ogni singolo caso; generosi nel dispensare il perdono di Dio». (Misericordia et misera, n.10).

Cordialmente. 

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