Nel messaggio il Papa sottolinea uno dei più grandi paradossi della nostra epoca, il fatto che «a fronte degli 820 milioni di persone affamate, abbiamo sull’altro piatto della bilancia quasi 700 milioni di persone in sovrappeso, vittime di abitudini alimentari sbagliate». Questi ultimi vivono«anche in Paesi a basso reddito, dove si continua a mangiare poco e male, copiando modelli alimentari delle aree sviluppate».
Il Papa dedica attenzione al fenomeno dei disturbi alimentari come l’anoressia e la bulimia che - afferma - «si possono combattere solo coltivando stili di vita ispirati a una visione riconoscente di ciò che ci viene dato, cercando la temperanza, la moderazione, l’astinenza, il dominio di sé e la solidarietà».
Formula poi una denuncia sul fatto che, al giorno d’oggi, pur essendoci «cibo per tutti, tuttavia, non tutti possano accedervi», sottolineando che, «la lotta contro la fame e la malnutrizione non cesserà finché prevarrà esclusivamente la logica del mercato e si cercherà solo il profitto a tutti i costi, riducendo il cibo a mero prodotto di commercio, soggetto alla speculazione finanziaria».
Come insegnamento morale il Papa afferma che è necessaria “una conversione del nostro modo di agire, e la nutrizione è un importante punto di partenza. Viviamo grazie ai frutti del creato e questi non possono essere ridotti a mero oggetto di uso e di dominio”.