“Quanto al metodo - ha proseguito il Papa - l’educazione è un movimento inclusivo. Un’inclusione che va verso tutti gli esclusi: quelli per la povertà, per la vulnerabilità a causa di guerre, carestie e catastrofi naturali, per la selettività sociale, per le difficoltà familiari ed esistenziali. Un’inclusione che si concretizza nelle azioni educative a favore dei rifugiati, delle vittime della tratta degli esseri umani, dei migranti, senza alcuna distinzione di sesso, di religione o etnia. L’inclusione non è un’invenzione moderna, ma è parte integrante del messaggio salvifico cristiano. Oggi è necessario accelerare questo movimento inclusivo dell’educazione per arginare la cultura dello scarto, originata dal rifiuto della fraternità come elemento costitutivo dell’umanità”.
Riferendosi alla portata globale dell’impegno educativo, Papa Francesco ha fatto riferimento anche al progetto che troverà concretizzazione in Vaticano tra tre mesi, quello del “patto educativo globale”. Ha infatti affermato: “Questo movimento di squadra è da tempo entrato in crisi per diverse ragioni. Perciò ho sentito la necessità di promuovere per il prossimo 14 maggio la giornata per il patto educativo globale, affidando l’organizzazione alla Congregazione per l’Educazione Cattolica. È un appello rivolto a tutti coloro che hanno responsabilità politiche, amministrative, religiose ed educative per ricomporre il “villaggio dell’educazione”. Il trovarsi insieme non ha l’obiettivo di elaborare programmi, ma di ritrovare il passo comune «per ravvivare l’impegno per e con le giovani generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta e inclusiva, capace di ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua comprensione. Il patto educativo non dev’essere un semplice ordinamento, non dev’essere un “ricucinato” dei positivismi che abbiamo ricevuto da un’educazione illuministica. Dev’essere rivoluzionario”.
Secondo il Papa, “mai come ora c’è bisogno di unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna». Per raggiungere questi obiettivi ci vuole coraggio: «Il coraggio di mettere al centro la persona […]. Il coraggio di investire le migliori energie […]. Il coraggio di formare persone disponibili a mettersi al servizio della comunità» (Messaggio per il lancio del Patto Educativo, 12 settembre 2019)”.