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L’Opera Don Guanella ricorda l’arrivo dei primi Servi della Carità in Argentina, un secolo fa.
Ringrazia la divina Provvidenza e celebra
l’opera coraggiosa di questi pionieri

di Bruno Capparoni

È trascorso un secolo dalla prima fondazione dei Servi della Carità in America Latina, un tempo abbastanza lungo per voltarsi indietro e ricordare. Perciò durante questo 2025 offriremo ai lettori de La Santa Crociata alcuni promemoria sulle Opere guanelliane in quel continente, per non dimenticare quello che è avvenuto e quanto si è fatto con l’aiuto di Dio e degli uomini.

Alcuni anni prima del 1925, don Guanella aveva inviato la prima spedizione missionaria di suore negli Stati Uniti e aveva scritto loro: «Mettere il primo piede in America per fondarvi una casa religiosa può parere difficile per molti capi. Ma, una volta introdotti, è meno difficile potersi propagare» (Vieni meco per le suore missionarie americane, 1913, Scritti IV, p. 790). Forse fu sulla base di questa fiducia del fondatore che i guanelliani si indussero a varcare l’Oceano e a iniziare la loro prima opera in Argentina.

Per la Congregazione dei Servi della Carità era da poco iniziata una fase nuova della loro storia. Il 28 febbraio 1924 il IV Capitolo generale aveva eletto superiore don Leonardo Mazzucchi (1883-1964); nel frattempo erano state superate le conseguenze del primo conflitto mondiale e stava crescendo il numero dei membri della giovane congregazione. Fu in questo contesto che maturò la decisione di avviare una presenza nell’America del Sud.

La scelta cadde sulla città di Tandil, a 360 chilometri a sud della capitale argentina. Era un centro vivace ed operoso che ospitava una colonia di emigrati italiani provenienti da Pianello del Lario (dove era stato parroco don Guanella tra il 1881 e il 1889), tra i quali due fratelli della cofondatrice delle suore guanelliane, madre Marcellina Bosatta (1847-1934). Lì era domiciliato anche un amico dell’Opera guanelliana, Carlo Bruni, viceconsole italiano; questi mise in contatto il parroco di Tandil, un oriundo piemontese di nome Giulio Maria Chienno, il quale chiese insistentemente a don Mazzucchi alcuni religiosi per guidare un’opera educativo-assistenziale, l’Asilo de varones [= maschile] Martín Rodríguez.

I primi guanelliani ad essere inviati furono due sacerdoti Francesco Rovida (1885-1949) e Umberto De Angeli (1901-1969), con il fratello laico Silvestro Lombarda (1884-1957). Essi giunsero a Tandil il 21 novembre 1925 e iniziarono l’attività presso l’Asilo il 2 gennaio 1926.

Fin da principio sorsero gravi difficoltà di rapporto con il parroco Giulio Chienno, che si possono riassumere in un’unica problematica: la mancanza di autonomia della comunità guanelliana, ostacolata nella sua opera educativa. Per risolvere le difficoltà don Mazzucchi inviò da Roma il direttore della Pia Unione del Transito di san Giuseppe, don Walter Disler (1890-1938); arrivato a Tandil il 29 settembre 1926, poté solo prendere atto di una situazione insanabile. Fu quindi invitabile decidere che i tre guanelliani lasciassero l’Asilo de varones e si trasferissero a Buenos Aires, dove arrivarono il 29 settembre 1927. L’Opera guanelliana a Tandil era durata poco più di un anno e mezzo.

Per favorire il nuovo insediamento fu provvidenziale l’intervento del vescovo ausiliare di Buenos Aires, Fortunato Devoto (1872-1941). Nell’urgenza di
trovare una nuova sistemazione nella capitale argentina, i guanelliani accolsero l’invito del vescovo ad aprire una casa sul terreno donato dalla signora Urbana Sánches de Santojanni sull’Avenida Emilio Castro. Nasceva l’Istituto San José per l’istruzione elementare e agricola dei ragazzi poveri, che iniziò la sua attività il 1 gennaio 1929.

Nel frattempo dall’Italia erano giunti rinforzi. Il 24 ottobre 1928 arrivò il sacerdote Santino Busnelli (1889-1961), accompagnato dai due studenti di teologia Edoardo Maggioni (1888-1954) ed Evaristo Santinelli (1899-1974), che ricevettero l’ordinazione sacerdotale dal vescovo Fortunato Devoto il 29 maggio 1930.

Con queste nuove leve l’Opera guanelliana a Buenos Aires conobbe un confortante sviluppo, essendo collocata in un quartiere bisognoso di assistenza spirituale; fu così avviato il servizio pastorale in una cappella dedicata al Transito di san Giuseppe, eretta in parrocchia il 7 ottobre 1930.

Nel frattempo nella località di Santa Lucía, a 170 chilometri a nord della capitale, la famiglia irlandese O’Farrell fece una generosa donazione che consentì la costruzione di un istituto in memoria della figlia Margherita. Vi giunsero padre Umberto De Angeli e fratel Silvestro Lombarda, che avviarono la loro missione il 1 maggio 1929; gli O’ Farrell vi aggiunsero anche una chiesa la cui costruzione terminò nel 1931.

Nel 1933 i Servi della Carità acquistarono un terreno a Tapiales, una località dei suburbi di Buenos Aires, per erigere un seminario. Alcuni giovani erano stati attratti dall’esempio dei guanelliani e si unirono alla comunità religiosa in sud America; i primi furono Giancarlo Rossinelli (1919-1968) e Salvatore Guida (1919-2009) che svolsero in Italia la loro formazione e ricevettero l’ordinazione dopo il secondo conflitto mondiale.

A completamento della cronaca di questi primi anni, restano da ricordare le due prolungate visite del superiore generale Leonardo Mazzucchi, la prima tra l’ottobre 1933 e il marzo 1934 e la seconda nel medesimo anno, da settembre a novembre; esse testimoniano l’interessamento assiduo di don Mazzucchi per favorire il consolidamento delle opere argentine.

Nel frattempo era giunto a Buenos Aires dall’Italia il 5 maggio 1931 il sacerdote Giuseppe Magnani (1902-1960) che tra il 1934 e il 1948 avrebbe dato sviluppo alla presenza guanelliana di Buenos Aires, con l’edificazione della grande chiesa dedicata a san Giuseppe, dove fu istituita la prima sede sudamericana della Pia Unione del Transito.