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Inaugurata la Casa Sfântul Alois Guanella a Iași, la prima dei Servi della Carità in Romania. Con tanti segni di gratitudine da parte della Chiesa locale

di don Bruno Capparoni

Iași, la seconda città della Romania, è adagiata su una zona collinosa che comprende addirittura “sette colli”. Verso uno di questi, chiamato Bucium-Păun, ci avviamo per visitare le nostre opere. La zona circostante è amena, ricca di verde e ancora dedita alla tradizionale coltivazione della vite.

Le suore guanelliane sono arrivati qui nel 1994, dopo la rivoluzione anticomunista del 1989, e dapprima hanno aperto la Casa Providenței, per la formazione di ragazze desiderose di abbracciare la vita religiosa; in seguito vi hanno affiancato una casa di riposo, la Casa Sfântul Iosif. All’epoca era responsabile della presenza delle guanelliane in Romania suor Serena Ciserani, nel 2010 eletta superiora generale e scomparsa nel 2020.

Suor Serena era stata lungimirante quando scelse la sede per le opere delle sue religiose; infatti acquistò un terreno molto esteso. La parte non occupata dalle suore è stata poi ceduta ai Servi della Carità che vi hanno ora costruito la Casa Sfântul Alois Guanella, per un’opera dedicata ai disabili.

Era il 2015, centenario della morte del Fondatore, quando anche i guanelliani giunsero a Iași. Per avviare la loro animazione vocazionale, si sono dapprima appoggiati a un reparto della casa femminile, poi nel 2021 hanno preso in gestione un’opera per disabili a Bucarest, dalla quale si stavano ritirando le suore di madre Teresa di Calcutta. E così arriviamo al 23 ottobre 2022, quando a Iași è stata posta la prima pietra della casa ora inaugurata. Da quel momento, con grande stupore generale, la nuova casa è sorta ed è giunta a completamento, in meno di due anni.

È una bella costruzione che si presenta in forma semplice e funzionale, con un’ala principale più lunga e una breve, collegate ad angolo retto. Lungo la strada Plopii Fara Sot, è fronteggiata da un vasto cortile, utile per il parcheggio e per le attività all’aperto; su un muro esterno, ben visibile, c’è un grande mosaico, corrispondente al vano interno della cappella, che rappresenta san Luigi Guanella con due disabili nel costume tradizionale rumeno.

Entrando all’interno, al piano terreno troviamo gli ambienti direttivi e di servizio (cucina e lavanderia), ma anche una serie di camerette per le persone più gravi, adeguate alle normative europee sulla disabilità. Un comodo ascensore porta al primo piano, occupato da altre camerette per disabili più leggeri e da ambienti per le attività educative. L’ultimo piano è costituito da un’ampia mansarda abitabile (con impianti ancora da terminare) dove risiederanno la comunità dei religiosi e i ragazzi che intendono intraprendere il cammino della vocazione guanelliana.

Questa struttura ben progettata e solida è stata inaugurata e benedetta lo scorso 23 agosto. Per l’occasione è venuto dall’Italia il superiore generale dei guanelliani, padre Umberto Brugnoni, in compagnia di chi scrive queste righe. Anche le superiore delle suore, suor Neuza Giordani e suor Esther Leroux, sono venute da Roma per unirsi alla festa dei confratelli guanelliani.

Per una ricorrenza tanto impostante, Casa Sfântul Alois Guanella era preparata in tutti i dettagli. Nella mattinata, alla celebrazione della santa Messa sono intervenuti i tre vescovi cattolici di Iași: il titolare monsignor Iosif Păuleţ, l’emerito monsignor Petru Gherghel e l’ausiliare monsignor Petru Sescu. Erano presenti anche una ventina di sacerdoti diocesani, a dimostrazione di quanto sia apprezzata l’Opera Don Guanella nella Chiesa locale. Soprattutto vi era una folla di persone amiche, insieme alle autorità civili e alle maestranze che hanno lavorato alla costruzione e alle rifiniture; tra loro, anche l’architetto George Heresh che ha firmato il progetto della casa, ma al quale si deve anche la moderna cattedrale cattolica di Iași, dalla caratteristica forma circolare e dedicata a Maria Regina.

Durante l’omelia tenuta nella solenne concelebrazione, il vescovo Păuleţ ha così descritto la nuova casa: «È un luogo in cui l’amore e la compassione prendono vita, dove le nostre mani diventano le mani di Dio per i più vulnerabili tra noi. È uno spazio di speranza e di grazia dove ogni persona è valorizzata e incoraggiata a scoprire la dignità donatale da Dio». Ha voluto indicare con espressioni molto toccanti lo scopo dell’opera: «Questa casa che inauguriamo ufficialmente oggi, quasi sbocciata dalla terra grazie alla cura dei religiosi di don Guanella, diventa un luogo sacro, un luogo dove ogni disabile è un’immagine vivente di Gesù Cristo. Grazie all’amore e alla dedizione dei guanelliani, qui le parole del Vangelo si trasformano in azioni concrete. Qui incontriamo Cristo stesso nei volti di questi malati e bisognosi». Particolarmente sentito il suo augurio conclusivo: «Che questa casa sia sempre una testimonianza viva del Vangelo dell’amore e della misericordia divina. Preghiamo affinché, attraverso ogni gesto di cura e compassione offerto qui, possiamo portare un sorriso sul volto di Dio e un raggio di speranza nei cuori dei nostri fratelli più piccoli».

Dopo il saluto alle autorità religiose e civili del superiore generale padre Umberto Brugnoni, il direttore del Centro e formatore dei seminaristi padre Alphonse Baktiswalagan ha concluso: «Grazie alla generosità di tanti benefattori, e qui voglio ricordare specialmente il fondamentale contributo della Pia Unione del Transito di san Giuseppe di Roma, e grazie agli sforzi di tante persone di buona volontà, siamo arrivati in breve tempo alla benedizione di questa casa. In questa solenne celebrazione eucaristica, insieme ai vescovi nostri pastori esprimiamo la nostra gratitudine a Dio e osiamo dire con il nostro Fondatore san Luigi Guanella: È Dio che fa!».

La benevolenza divina su quest’opera di carità si è manifestata anche attraverso due giovani guanelliani rumeni, Iosif Barticel e Gheorghe Andrei Ghergut che dopo qualche giorno sono giunti a Roma a completare la loro formazione teologica nella Pontificia Università Lateranense e prepararsi così al sacerdozio. Insieme alla nuova casa dedicata al Fondatore, anche questo è un segno promettente per l’Opera Don Guanella in Romania.