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di don Bruno Capparoni, Direttore della Pia Unione

Lo scorso 21 agosto un volo della WizzAir in due ore mi porta da Roma direttamente a Iași, nella Romania nord-orientale, a 400 km da Bucarest. Accompagno don Umberto Brugnoni, superiore generale dei Guanelliani, per l’inaugurazione della Casa Sfântul Alois Guanella, quella di più recente apertura fra tutte le opere guanelliane per i disabili. All’aeroporto ci accoglie padre Alphonse Bakthiswalagan, direttore della Casa e ben noto ai lettori de La Santa Crociata per gli articoli e le interviste dove ha illustrato inizi e sviluppo dell’opera di Iași.

Dopo un breve percorso arriviamo alla nuova Casa, una costruzione funzionale e armoniosa. Sorge accanto alla Casa Sfântul Iosif delle suore guanelliane, una residenza sanitaria per anziani, anche questa molto bella e ben tenuta. Nelle vicinanze, appena al di là della strada, vi è anche la Casa Providenței, la prima opera guanelliana in Romania, che ora accoglie ragazze in formazione. Insomma, ci troviamo in un “quartiere” abbastanza grande sorto nel nome di don Guanella.

Mancano meno di due giorni all’inaugurazione e i preparativi per la festa sono in pieno svolgimento. Guidato da padre Bakthiswalagan, un gruppo di giovani seminaristi sistema gli ambienti del nuovo edificio, prepara l’area esterna dove si terrà la celebrazione della santa Messa e poi la festa. Notiamo anche alcuni giovani italiani, che svolgono il servizio civile a Iași. Le Figlie di Santa Maria della Provvidenza, da buone sorelle guanelliane, offrono il loro aiuto con tocco femminile. La prima impressione che mi fanno le nostre congregazioni in terra rumena è ottima!

Venerdì 23 agosto è il giorno dell’inaugurazione. Prima dell’orario di inizio, cominciano ad affluire molte persone amiche dell’Opera Don Guanella. Tento di scambiare saluti e impressioni, ma la lingua rumena è davvero difficile per un italiano e purtroppo mi devo limitare a sorrisi e strette di mano... 

Con don Umberto visito la Casa, che si innalza per due piani con spazi luminosi e funzionali. Il piano terreno è destinato ad accogliere gli ospiti con disabilità grave e vi sono collocate le strutture di servizio medico e fisioterapico, come pure la cucina e la lavanderia. Al primo piano vi è una disponibilità maggiore di spazi abitativi, destinati ai disabili meno gravi, capaci di movimento e di interazione. Il secondo piano è in realtà il sottotetto, una mansarda ampia e comodamente abitabile ma non ancora completata, che sarà destinata alla vita della comunità religiosa della Casa e dei giovani rumeni che intraprenderanno il cammino della vocazione guanelliana.

Ma torniamo alla festa. Poco prima della 10.30 arrivano gli ospiti più illustri. Sono i tre vescovi cattolici di Iași, monsignor Iosif Păuleț, dal 2019 titolare della diocesi, con il suo ausiliare monsignor Petru Sescu e con il vescovo emerito monsignor Petru Gherghel, colui nel 1994 accolse i guanelliani in Romania. Vi sono le autorità civili della città e le maestranze guidate dall’architetto George Heresh. Da Bucarest sono giunti per la celebrazione i sacerdoti guanelliani Gedeon Ntambo, Arockianathan Sebasthiyan e Jean-Pierre Bokafo, accompagnati da alcuni disabili della Casa guanelliana situata nella capitale. Partecipano anche una ventina di sacerdoti diocesani che esprimono l’apprezzamento della Chiesa locale all’Opera Don Guanella. Infine vi è una folla numerosa di persone amiche che dimostrano grande vicinanza all’Opera che sta per nascere.

La santa Messa è concelebrata dai tre vescovi e da tutti i sacerdoti presenti; un coro guida e sostiene il canto liturgico coinvolgendo tutti i presenti. All’omelia (vedi il testo in queste pagine) il vescovo Păuleț illustra il significato cristiano del cammino di carità che sta per iniziare in questa Casa; ricorda che qui si faranno atti di amore a Cristo, come dice il Vangelo appena proclamato: «Quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me», poi con un’immagine semplice e toccante afferma che questa Casa «farà nascere un sorriso sul volto di Dio». Al termine, dopo le parole del superiore generale, anch’io faccio un breve intervento per testimoniare la generosità degli Associati alla Pia Unione e di tutti coloro che hanno reso possibile un’Opera tanto bella: gli applausi che chiudono sono convinti e soprattutto meritati!

Al termine della celebrazione i vescovi aspergono l’edificio con l’acqua benedetta, per implorare la protezione di Dio su tutta la Casa. Poi c’è il rinfresco, che consente a tutti un momento di serena condivisione e mi permette di raccogliere qualche informazione sul contesto religioso e sociale della Romania. Intrattenendomi con monsignor Iosif Păuleț, riesco a cogliere quale sia l’animo della comunità cattolica, costituita in verità da una piccola minoranza, il 4% della popolazione, che dimostra però un’identità forte e un’azione coraggiosa in una società dove è pressoché esclusiva la confessione ortodossa. Poi un’assistente sociale mi illustra la situazione ancora complessa dei disabili in Romania, ma anche i passi in avanti che il Governo sta compiendo per affrontare i loro bisogni. Scambio un po’ di battute con qualcuno dei presenti e intuisco che i rumeni sono un popolo cordiale, operoso e ingegnoso. Nell’insieme, mi sembra che qui le opere caritative guanelliane siano piantate su un buon terreno e diano speranza di una buona crescita.

Nei giorni successivi, vivendo con i guanelliani rumeni e visitando qualche località attorno a Iași, le mie positive impressioni vengono confermate. Mi sembra che la Romania, faticosamente ma decisamente, stia avanzando sulla strada di un’attenzione ai bisogni sociali dei poveri. Intuisco che il “terreno” della Chiesa cattolica possa essere fecondo di vocazioni religiose. Visitando i monasteri ortodossi, riesco a cogliere l’apprezzamento per le opere caritative dei cattolici da parte di questi fratelli cristiani.

Ritorno in Italia con sensazioni positive e semi di speranza da condividere con i lettori de La Santa Crociata e gli Associati della Pia Unione, nella certezza che le opere guanelliane in Romania potranno ancora contare sul loro generoso sostegno.