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Un’Esortazione apostolica per camminare insieme

di Nico Rutigliano

Che il Papa vada a Loreto a mettere la firma ad una Esortazione apostolica fuori dal territorio Vaticano è un avvenimento decisamente raro, storico e, quindi, assai significativo. 

Papa Francesco lo aveva detto a Panama, durante la Giornata mondiale della gioventù. Lo ha ripetuto anche recentemente: «I giovani non sono il futuro, sono l’oggi. Sono l’adesso di Dio. Perché se pensiamo che sono il futuro, gli si toglie la forza e si addomesticano». Ma vanno messi in condizione di dimostrarlo. E perciò, proprio ai giovani egli ha raccomandato di dialogare sempre con gli anziani e di affiancare alla protesta, che a volte può essere necessaria, sempre la creatività. «La sola protesta non serve. Non si deve solo protestare ma anche costruire». 

Il Papa ha sottolineato l’immagine del “germoglietto”. Dai germogli possono fiorire grandi cose. E anche i giovani hanno una «potenza inimmaginabile». Ha perciò citato la mobilitazione per l’ambiente. Ha ribadito che «la sola protesta non serve, se non c’è la creatività. Protestare sì, ma la protesta non arriva a risultati concreti se non si costruisce. Si può sbagliare, ma meglio sbagliare costruendo, che stare con le braccia conserte». Un elemento assai importante ed indispensabile è mantenere sempre vivo il dialogo. Papa Francesco insiste molto sul dialogo intergenerazionale, perché il dialogo è «la vera sfida dell’oggi. Se i giovani stanno senza gli anziani, perdono le loro radici, il senso della storia, l’appartenenza. Se gli anziani stanno senza i giovani, si sentono isolati e muoiono tristi. È un dialogo fecondo, che dà radici ed evita che i giovani diventino liquidi e sradicati».

Al passo coi tempi

Alla vigilia dell’inizio della Primavera, a livello mondiale, i ragazzi si sono mobilitati per attirare l’attenzione sul clima del pianeta Terra. È stata un’azione globale senza precedenti, per intensità ed estensione. Questo “sciopero” di protesta per l’inerzia verso il riscaldamento globale ha visto i giovani decisi, coraggiosi, creativi e simpatici nelle loro espressioni.

I giovani del Movimento guanelliano stanno preparando un meeting che si svolgerà a Firenze presso la parrocchia del Corpus Domini dal 25 al 28 aprile 2019 con il desiderio di ricercare motivazioni capaci di imprimere una direzione di marcia al senso del vivere su questa terra. 

Questi meeting nazionali preparano ad un raduno mondiale di giovani motivati dalla proposta guanelliana della carità a largo raggio.

I ragazzi, spesso, sono considerati assenti, apatici, disinteressati alla politica e alle questioni sociali, tuttavia, nel profondo della loro anima, c’è freschezza, esprimono genuinità e voglia di esserci, riprendere a far sentire la propria voce, i loro desideri e le aspirazioni. Un popolo giovane, che vuol far giungere la propria provocazione, merita attenzione, ascolto e disponibilità a camminare insieme. 

In questo movimento e voglia di presenza i giovani ci stanno insegnando qualcosa: la loro protesta è diventata massiccia e globale, hanno saputo “fare rete”. 

Segni dei tempi da saper leggere

Il nostro tempo nasconde delle potenzialità che fanno riflettere gli educatori che devono trovare il tempo per stare con i ragazzi con stili di vita saturi di valori e proposte evangelicamente affascinanti. Sono necessarie delle alleanze educative, formare squadra nella pastorale giovanile, collaborare insieme preti, suore e guanelliani cooperatori.

Un animatore che desidera educare, non va a sminuire i tentativi di apertura, di protagonismo, di presa di coscienza e di responsabilità dei giovani. Un educatore sa guardare oltre, sa partire dal positivo e sa incoraggiarlo. Don Guanella che ci ha insegnato il metodo “per le vie del cuore”, ci ha pure suggerito l’apertura di mente, la fiducia, la presenza educativa, la benevolenza, l’inclinazione più alla misericordia che al rigore. Siamo chiamati a prendere sul serio questi giovani e amarli e stimarli. Il loro entusiasmo sia forza per noi, per lavorare insieme, per costruire il regno della carità.