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L'estate dei giovani

di Salvatore Alletto

Sono passati parecchi decenni da quando don Bosco, il santo dei giovani, ebbe a dire che l’estate era “la vendemmia del diavolo”, ovvero il momento dell’anno in cui i ragazzi erano più a rischio devianza, a motivo dell’ozio e del rallentamento delle consuete attività. Non era di certo un “bacchettone” il santo torinese ma, conoscendo bene l’animo dei giovani, sapeva bene che questi andavano tenuti sempre allegri e ben occupati. La scuola finiva, papà e mamma spesso a lavoro e la strada sembrava essere l’unica disposta ad accoglierli. Oggi la società è cambiata, la strada non è più così frequentata, mentre il web e i social fungono da “custodi” dei ragazzi. Il periodo delle vacanze rischia di trasformarsi in un tempo di apatia e disimpegno in attesa del ritorno fra i banchi di scuola o dell’università. Ed è proprio per questo motivo che le tante comunità parrocchiali e gli oratori sparsi un po’ per tutta Italia si prodigano per offrire proposte di vacanze alternative in cui rigenerarsi e ricaricarsi alla scuola del Vangelo.

Si va dagli immancabili centri estivi, nei quali giovani e giovanissimi dedicano il loro tempo mettendosi al servizio come animatori dei più piccoli, ai campi parrocchiali verso i quali i ragazzi si proiettano desiderosi di rafforzare amicizie e ascoltare una Parola buona fra le tante parole che hanno affollato la loro mente durante l’anno. Poi ci sono i pellegrinaggi a piedi verso luoghi significativi in cui hanno vissuto e operato i santi (Santiago de Compostela, Lourdes, Assisi) e i campi di servizio e volontariato, nei quali i giovani si “sporcano le mani” e donano un po’ del loro tempo a chi si trova in difficoltà oppure dedicano le loro energie per recuperare luoghi o edifici “a rischio”. 

Cosa cercano i ragazzi durante l’estate? Le nuove generazioni sono consapevoli dell’importanza di accendere fiamme nella loro giovinezza, affinché nell’età della maturità possano poi scaldarsi alla brace di questi fuochi. Vogliono impegnare il loro tempo per fare qualcosa di utile a sé e agli altri. Sì, anche loro poi staranno un po’ spaparanzati in spiaggia o con qualche fresca bevanda sotto l’ombrellone, però apprenderanno  che solo il tempo donato ritornerà moltiplicato. Una giornata di cammino o di deserto, una meditazione biblica o una passeggiata spingendo una carrozzina possono inoltre aiutare i ragazzi a scoprire il loro posto nel mondo. Le esperienze estive sono anche il luogo dove Dio parla ai giovani suggerendo il cammino da seguire, grazie alle tante mediazioni incontrate (guide spirituali, amici, poveri), a patto che queste esperienze non siano dei fulmini a ciel sereno, ma siano parte integrante di un cammino di crescita umana e cristiana compiuto nella ferialità della vita e dell’anno. Stando a contatto con i ragazzi, soprattutto alla fine di un campo o di un pellegrinaggio, facilmente notiamo la voglia che quell’estate e quella esperienza per loro possa non finire mai. Eppure, perché l’estate dia frutti buoni (da rubare al diavolo!) bisogna ritornare nella quotidianità e mettere in pratica quanto imparato e sperimentato. Con l’inverno, tocca poi agli educatori e alle guide spirituali ricominciare il cammino proprio da quei fervori e da quelle vampate  accese durante il tempo dell’estate. è da lì che bisogna partire perché i giovani possano crescere nel loro impegno sociale ed ecclesiale.

Quali proposte fare ai giovani? Senza dubbio, proposte coraggiose nelle quali siano loro stessi protagonisti di un nuovo modo di vedere e intendere la Chiesa e la società. L’estate e le sue esperienze possono diventare luogo di formazione e di condivisione di valori grandi come il silenzio, la cura per la propria vita spirituale, la legalità, la giustizia, l’accoglienza, il servizio. I “millennials” (così vengono chiamate le nuove generazioni) preferiscono vacanze impegnate e impegnative in controtendenza con il dato che li fa apparire un po’ bamboccioni indecisi. Non di rado sono proprio queste esperienze un po’ fuori dal normale a permetter loro di tirare fuori il meglio. Da chi meno te l’aspetti vedrai compiere una lunga tappa  a piedi sotto il sole, verniciare una ringhiera o rimettere su un muretto, pulire piatti e pentole, un’adorazione sotto le stelle, un bagno in piscina con chi non riesce bene a muoversi. Piccoli gesti che possono rendere grande e significativa un’intera estate. Così facendo, a settembre saremo pronti a scommettere che Dio farà una buona vendemmia “sottraendo” i frutti dell’estate al demonio e durante l’anno potremo gustare ancora una volta il vino buono: quello della gioia, del servizio, dello stare insieme, ingredienti centrali per la vita di ogni giovane e di ogni stagione!