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Una volta un re doveva morire. Era un re assai potente, ma era malato a morte e di disperava: «Possibile che un re tanto potente debba morire? Che fanno i miei maghi? Perché non mi salvano?». Ma i maghi erano scappati per paura di perdere la testa. Ne era rimasto uno solo, un vecchio mago a cui nessuno dava retta, perché era un po’ matto. Da molti anni il re non lo consultava, ma stavolta lo mandò a chiamare. «Puoi salvarti - disse il mago - a patto che tu ceda per un giorno il tuo trono all’uomo che ti somiglia più di tutti gli altri. Lui, poi, morirà al tuo posto».

Subito venne fatto un bando in tutto il reame: «Coloro che somigliano al re si presentino a Corte entro ventiquattr’ore, pena la vita». Se ne presentarono molti: alcuni avevano il naso un tantino più lungo o un tantino più corto e, anche se avevano la barba uguale a quella del re, il mago li scartava; altri somigliavano al re come un’arancia somiglia a un’altra nella cassetta del fruttivendolo, ma il mago li scartava perché gli mancava un dente o perché avevano un neo sulla schiena. Una sera il re e il suo mago passeggiavano sui bastioni della città e a un tratto il mago gridò: «Ecco, ecco l’uomo che ti somiglia più di tutti gli altri!». E così dicendo indicava un mendicante storpio, gabbo, mezzo cieco, sporco e pieno di croste. «Ma com’è possibile... - protestò il re - tra noi c’è un abisso...». «Un re che deve morire - insisteva il mago - somiglia soltanto al più povero, al più disgraziato della città. Presto, cambia i tuoi vestiti con i suoi per un giorno, mettilo sul trono e sarai salvo». Ma il re non volle assolutamente ammettere di assomigliare al mendicante. Tornò al palazzo e quella stessa sera morì, con la corona in testa e lo scettro in pugno.


 

Calendario

Febbraio

«Se di febbraio corrono i viottoli, empie di vino e olio tutti i ciottoli» In questo mese può piovere molto ma, se la pioggia non è troppo impetuosa, la si preferisce al ghiaccio, perché aiuta le piante a germogliare. In questa Lunazione le piante iniziano infatti a risvegliarsi. Si preparano i campi per la semina.Si concimano i campi di cereali con nitrato di ammonio e i vecchi prati con concimi complessi.

Frutteto.
Si eseguono trattamenti anticrittogamici preventivi per pomacee e drupacee con prodotti rameici. Inizia la potatura dell’albicocco e del susino e, a fine mese, quella del pesco.

Vigneto e cantina.
Si iniziano le potature della vite e i lavori per il diserbo. In cantina si terminano i travasi del vino.

Orto.
Si puliscono e si zappano asparagiaie, carciofaie, fave e piselli. Per tutto il mese si seminano fave e piselli, si piantano agli, scalogni, cipolline e cipolle. Verso fine mese, se il tempo lo consente, si seminano: bietole da coste e da taglio, cavoli cappucci, carote, lattughe e radicchi, porri, ravanelli, sedani, spinaci, prezzemolo, valerianella.

Giardino.
Si sistemano i vialetti con la ghiaia, facendo attenzione al deflusso dell’acqua piovana e alla pulizia dei pozzetti. Si porta a termine la potatura delle rose e degli arbusti da fiore. Si potano e si rinvasano i gerani. Si piantano le bulbose primaverili come allium, begonia, lilium. In luogo protetto si seminano le fioriture primaverili estive: agerato, bocca di leone, calendula, petunia, viola, ecc.


 

Ribollita

Gli ingredienti fondamentali sono il cavolo nero e i fagioli (borlotti, toscanelli o cannellini).

La Ribollita è un piatto che deriva dalla tipica zuppa di pane raffermo e verdure che si prepara tradizionalmente in alcune zone della Toscana, in particolare nella Piana di Pisa, nella zona di Firenze e Arezzo. È un tipico piatto "povero" di origine contadina, fatto assaggiare anche a Papa Francesco nella sua ultima visita a Firenze è un piatto invernale di aspetto semisolido. Per rendere migliore la zuppa è necessario che il cavolo nero abbia "preso il ghiaccio", che sia passato cioè da una o più gelate invernali che ne ammorbidiscano le foglie. La cosa migliore è "ribollire" la zuppa nel forno a legna comunque in un tegame con un buon fondo spesso per evitare che si attacchi e si bruci al fondo. Si usa aggiungere un filo d'olio extravergine e affettarci una cipollina fresca. Nella cucina toscana vi era anche una zuppa di pane estiva, oggi quasi irrealizzata, nella quale il cavolo nero era sostituito dalle patate, mentre l'aspetto finale, decisamente più liquido, la rendeva più simile ad un minestrone.


 

Stili di vita

CIBO

Evitare gli sprechi e aiutare chi ha fame

Cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, come suggerisce Francesco, non è solo un modo per rispettare chi ha meno, ma per creare le condizioni perché gli alimenti possano entrare in un circolo di ridistribuzione. Ogni anno 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti, un terzo del cibo prodotto, va perduto o sprecato (stime Fao). La gran parte degli sprechi alimentari, oltre il 40%, avvengono tra le mura domestiche, il resto in fase di produzione o distribuzione. C’è dunque molto che possiamo fare per limitare questo spreco. In Italia si calcola che il valore del cibo buttato via ammonti a 37 miliardi di euro, praticamente 450 euro l’anno a famiglia. Secondo uno studio della Coldiretti se si riutilizzassero questi alimenti si potrebbero sfamare 44 milioni di persone. L’invito non è solo a sprecare meno, ma a fare il possibile per rimettere in circolo le eccedenze e ridistribuirle, come ad esempio fanno la Caritas o le organizzazioni tipo Banco alimentare.