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di Carlo Lapucci

Dopo che ebbe creata la donna, il Padre eterno le dette le sue incombenze: i figli, la casa, il bucato, la cucina e le cose per qualche tempo filarono lisce.
Stava ancora dando gli ultimi ritocchi al mondo quando gli si presentò una donna che gli disse: «Domeneddio, io ho già fatto tutto, cosa devo fare?».
«Hai allevato i figlioli?». 
«Hai messo a posto la casa?».
«Mi basta un’ora la mattina».
«Hai fatto il bucato?».
«Cosa volete che siano tre ore la settimana».
«E la cucina?».
«Un pio d’ore al giorno, e il resto che faccio?»
«Che fai... che fai... Tieni questa rocca e questo fuso e fila». La donna se ne andò, ma poco dopo ricomparve dicendo: «Domineddio, ho già filato».
«Mondo piccino, ma sei una saetta... Bene, prendi questi ferri e fai la calza».
Fu quasi un andare e venire che la donna, da capo, era lì, davanti a Domineddio che aveva parecchio da fare.
«Domineddio, ho già fatto la calza. Vedi come sono brava».
«Vedo, vedo... Toh, prendi quest’ago e ricama».
Ma non stette molto che, quantunque, fosse diventata un po’ vecchierella, si riaffacciò come un frinquello a cercare qualcosa da fare, perché aveva finito anche di ricamare. Il Signore allora gli mise in mano una corona del Rosario e gli disse:
«Prendi questa e prega, quando non hai altro da fare!».
Purtroppo non le bastò neanche la corona e rieccola dopo poco a chiedere qualche occupazione.
Domineddio allora ci pensò bene e le dette un sacco, dicendo:
«Quando t’avanza il tempo apri questa balla».
La vecchietta andò a casa e, siccome aveva fatto tutto, aprì subito la bocca del sacco, dal quale uscirono migliaia di pulci, che se ne andarono per il mondo.
Da quel giorno la donna ebbe sempre lavoro e Domineddio non la rivide più a chiedere se c’era qualcosa da fare. 

Ottobre

«Per Santa Giustina (il 7) tutta l’uva è in cantina»

Anche in ottobre l’orto richiede le proprie cure ed attenzioni. Per quanto riguarda alcune varietà, come il basilico, i pomodori, l’uva e i peperoni, questo mese si raccolgono gli ultimissimi doni della natura. È tempo di andare per castagne e per funghi, di terminare la vendemmia e di iniziare la raccolta delle olive, nel caso se ne abbia la fortuna.
Chi ha un orto casalingo, dovrà preparare il terreno nelle aiuole e nei vasi per accogliere le semine autunnali, raccogliere le erbe aromatiche da essiccare, pensare alla semina in semenzaio o in piena terra e trapiantare le piantine che necessitano di maggiore spazio. Il tutto senza dimenticare il calendario lunare. La luna sarà piena il 12 ottobre 2019. E  sarà calante fino al 4 ottobre e dal 20 al 26 ottobre 2019.
Chi teme il gelo o chi dispone solo di un orto sul balcone può pensare di seminare in semenzaio rucola, valerianella, spinaci, lattuga e lattughino. I semenzai possono essere realizzati utilizzando contenitori di cui sia semplice forare il fondo, come i barattoli dello yogurt o le confezioni delle uova, che verranno riempite con del terriccio, in cui riporre pochi semi alla volta per poi selezionare eventualmente le piantine più resistenti prima del trapianto

La Ricetta dei Santi

Rocciata di Assisi

Ingredienti per 4 persone: 200 g. di farina bianca “00”, 1 cucchiaio di olio d’oliva extr., 50 g di zucchero, 30 g. di burro, sale. Per il ripieno: 100 g. di zucchero, 1 cucciaio di uvetta, 1 cucchiaio di mandorle, 1 cucchiaio di gherigli di noce, 2 fichi secchi, 4 prugne secche, 1 mela, 2 cucchiai di olio d’oliva extr., 2 cucchiai di Vin Santo, 1 cucchiaio di cannella, 1 limone non trattato.
Fate dei cubetti con la frutta secca e la mela sbucciata e senza torsolo; aggiungete lo zucchero, l’olio, il Vin Santo, la cannella e la scorza grattugiata del limone, mescolando. Coprite e lasciate macerare. Impastare la farina con l’olio, lo zuccchero, un pizzico di sale, aggiungendo acqua tiepida necessaria a ottenere ua pasta di consistenza morbida. Fate riposare l’impasto, poi stendetelo con il mattarello in una sfoglia non stroppo sottile. Disponete al centro il ripieno di frutta, quindi arrotolate. Ponete il rotolo su una placca da forno imburrata e spennellate con l’olio d’oliva. Infornate a 180° per 30 minuti. Spolverizzate, a piacere, di zucchero a velo e servite la rocciata tagliata a fette.
Curiosità
Non tutti sanno che questo dolce tradizionale deve il suo nome alla forma caratteristica che ricorda una ciambella. Nella parlata locale, infatti, “tonda” si dice anche “roccia”.