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Tempo di sinodalità

di Michele Gatta

Papa Francesco ha aperto la 74ª Assemblea generale dei vescovi italiani con un discorso a braccio in cui si è soffermato sul Sinodo, come evento che per l'Italia deve superare "l'amnesia" sul Convegno ecclesiale nazionale di Firenze per recuperarne il "patrimonio" e farne una "luce" che illumini la saggezza del popolo di Dio. 

«Direi che il Sinodo deve svolgersi sotto la luce di Firenze», a dirlo è papa Francesco aprendo i lavori dell’assembea generale dei vescovi italiani: «Firenze è un patrimonio vostro che deve illuminare questo momento, dall’alto in basso. E dal basso in alto il popolo di Dio: la più piccola parrocchia, la più piccola istituzione diocesana, che si incontrano».

Con la sua Introduzione, il Presidente della CEI, Gualterio Bassetti, ha aperto la seconda giornata della Assemblea Generale. «Il cammino sinodale - ha affermato il Cardinale - rappresenta quel processo necessario che permetterà alle Chiese che sono in Italia di fare proprio, sempre meglio, uno stile di presenza nella storia che sia credibile e affidabile, perché attento ai complessi cambiamenti in atto e desideroso di dire la verità del Vangelo nelle mutate condizioni di vita degli uomini e delle donne del nostro tempo».

Un percorso sinodale che si snoderà secondo tre momenti: l’ascolto, la ricerca e la proposta. Il primo anno, in sintonia con una nota del Sinodo dei vescovi, “sarà caratterizzato da una serie di domande aperte”. La presidenza della Cei ha inviato ai vescovi italiani una “Carta di intenti” in cui si dice che due anni fa erano pronti gli Orientamenti pastorali per il prossimo quinquennio: mancava solo l’ultimo passaggio in Consiglio episcopale permanente. Essendo saltati a causa del Covid questi due eventi, «i loro tempi dovranno essere armonizzati con il Sinodo della Chiesa universale». I due percorsi saranno armonizzabili «a partire dal primato dell’ascolto. Sarà il primo esempio di Chiesa universale e Chiesa nazionale che crescono insieme: più cresce l’una, più cresce l’altra». Il Papa ha chiesto di recuperare Firenze: «Il metodo che venne applicato fu un metodo sinodale. Probabilmente c’è stato un difetto di continuazione, ma è un metodo che può essere recuperato».

La preoccupazione che possa diventare un Parlamento europeo viene espressa da mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei:«Il Papa ricorda che un Cardinale mi ha scritto dicendo: peccato che alcuni Cardinali non hanno avuto il coraggio di dire alcune cose per rispetto del Papa, ritenendo forse che il Papa pensasse qualcosa di diverso. Questo non va bene, questo non è sinodalità, perché bisogna dire tutto quello che nel Signore si sente di dover dire: senza rispetto umano, senza pavidità. E, al tempo stesso, si deve ascoltare con umiltà e accogliere con cuore aperto quello che dicono i fratelli. Con questi due atteggiamenti si esercita la sinodalità”. Parlare con franchezza e ascoltare con umiltà sono due coordinate per evitare il rischio del “parlamento cattolico».