it IT af AF zh-CN ZH-CN en EN tl TL fr FR de DE iw IW ja JA pl PL pt PT ro RO ru RU es ES sw SW vi VI

La Chiesa verifica con prudenza i miracoli e li riconosce con gratitudine. A cent’anni dall'evento, l’arcivescovo di Liverpool conferma una guarigione prodigiosa avvenuta a Lourdes in favore di un invalido di guerra

di don Gabriele Cantaluppi

Domenica 8 ottobre 2024 l’arcivescovo di Liverpool, monsignor Malcom MacMahon, ha riconosciuto ufficialmente un miracolo di guarigione, avvenuto a Lourdes un secolo fa, il 25 luglio 1923, in favore di John Jack Traynor, un cattolico all’epoca quarantenne appartenente alla diocesi inglese, epilettico, paralizzato a causa delle ferite riportate nella Prima Guerra mondiale. Sebbene fosse già convinzione comune che Traynor fosse stato miracolato, non c’era mai stata una dichiarazione dell’autorità ecclesiastica nel merito, poiché la documentazione medica si riteneva insufficiente.

Recentemente la diocesi di Liverpool ha svolto un pellegrinaggio a Lourdes, nell’anniversario di quello avvenuto cent’anni prima, e proprio in questa occasione è stato ritrovato e riconsiderato il rapporto dei medici che nel 1923 avevano visitato l’invalido, per poi dichiarare: «Riconosciamo e proclamiamo, insieme ai nostri colleghi, che la dinamica di questa prodigiosa guarigione è assolutamente al di fuori e al di sopra della natura». È stato questo il primo passo dell’iter canonico che ha permesso all’arcivescovo MacMahon di pubblicare il decreto di riconoscimento del miracolo.

Ogni anno, dai quattro ai sei milioni di credenti si recano in pellegrinaggio al santuario ai piedi dei Pirenei, moltissimi di loro con la speranza di essere guariti dalle più varie malattie grazie all’intercessione della Vergine Maria. La preghiera è accompagnata dalla tradizionale immersione nell’acqua che
sgorga nei pressi della grotta, in ottemperanza all’invito espresso dalla Madonna stessa a Bernadette il 25 febbraio 1858, giorno della nona apparizione.

Si calcola che dalla prima apparizione siano avvenuti almeno 6500 casi di “guarigioni miracolose”, tuttavia finora la Chiesa ne ha riconosciuti solo 71, ritenuti ufficialmente inspiegabili dal punto di vista medico. L’iter per il riconoscimento è meticoloso e il primo passo è sempre un’accurata analisi medico-scientifica effettuata a Lourdes nel Bureau des Constatations Médicales. Tale ufficio ha iniziato la sua attività nel 1883 per iniziativa del dottor Georges-Fernand Dunot de Saint-Maclou, su invito del primo rettore del santuario Pierre-Remy Sempé, «affinché nessun pellegrino lasci Lour-
des dicendo di essere guarito senza aver sottoposto la sua storia di guarigione a un’équipe medica rigorosa». I compiti del Bureau furono ridefiniti da Pio X
nel 1905 e riportati ai criteri stabiliti per i processi canonici di beatificazione.

Inizialmente si deve chiarire se si tratta di una guarigione “inaspettata”; in un secondo momento si verifica che si tratti di una guarigione “confermata” e solo in un terzo passo ne viene riconosciuto il “carattere straordinario”. In altre parole, sulla base delle attuali competenze scientifiche, si punta a definire l’eccezionalità della guarigione e la sua definitività.

Del Bureau fanno parte medici di qualsiasi convinzione religiosa; costoro effettuano un primo esame delle presunte guarigioni miracolose, che viene poi vagliato dal Comitato Medico Internazionale di
Lourdes, con sede a Parigi. Questo è un organismo internazionale, composto da una quarantina di medici provenienti da tutto il mondo, che in autonomia è chiamato a riesaminare la guarigione ritenuta miracolosa, per poi eventualmente giudicare che il caso risulta inspiegabile secondo le attuali conoscenze scientifiche. Dopo ulteriori valutazioni sull’avvenuta invocazione alla Vergine, la Chiesa può riconoscere il carattere miracoloso di una guarigione e in tal caso la dichiarazione è affidata al vescovo della diocesi di appartenenza del miracolato.

Va però ricordato che la Chiesa non stabilisce l’obbligo ai fedeli di credere a questi eventi ritenuti soprannaturali, né alle apparizioni private, poiché si tratta di realtà che non appartengono al deposito della fede cattolica. Sono classificate come gratiae gratis datae, cioè doni gratuiti di Dio al di sopra della potenza naturale, ma anche al di fuori del merito soprannaturale della persona che le riceve. San Paolo nella Prima Lettera ai Corinti, al capitolo 12, le considerava appartenenti al carisma della profezia, in quanto confermano la Rivelazione manifestando cose che Dio solo può conoscere, ma che sono già in essa contenute.

A Lourdes le fontane e le vasche per l’immersione dei malati sono alimentate dagli oltre 120 mila litri di acqua, che quotidianamente sgorgano dalla sorgente di Lourdes, acqua che le analisi scientifiche hanno riconosciuto simile a quella delle altre vicine sorgenti di montagna. Tuttavia continuano a verificarsi guarigioni tra i malati, dopo essere stati immersi nell’acqua dei bagni.

Col passare degli anni, sono mutate la sensibilità culturale e le attese spirituali dei pellegrini che si recano ai piedi della “Bianca Signora”, ma rimane l’interrogativo che Lourdes pone. In effetti numerose guarigioni sbalorditive sono state verificate da centinaia di medici e da migliaia di testimoni. Questi sono fatti che non possono essere ignorati.

La preghiera è il fulcro della guarigione a Lourdes, condizione essenziale affinché si verifichi un miracolo. L’individuo che guarisce non è colui che prega per sé stesso, ma colui che prega per gli altri, vivendo così nell’ascetismo e nell’abnegazione di sé. E Lourdes resta il luogo della speranza, anche perché lì si sperimenta che davanti a un’umanità ferita c’è sempre chi è capace di accoglienza ed è pronto a rimboccarsi le maniche, chi dimentica il suo male e prega perché sia ascoltata la voce del fratello che soffre al suo fianco.