«Signore, intervieni!»
di Madre Anna Maria Cánopi osb
Nell’oggi della nostra storia assistiamo, impotenti, al dramma di moltitudini – persone singole, famiglie e anche interi popoli – costretti alla fuga, all’esodo dalla loro terra a causa della guerra, della persecuzione religiosa o anche dell’estrema povertà. Affiora allora spontaneo il grido di aiuto: «Signore, intervieni!». La nostra stessa vita è un cammino pieno di imprevisti e di difficoltà, fatto a tratti insieme e a tratti anche in solitudine. Il viaggio – comunque esso si presenti – è una componente esistenziale propria dell’uomo, perché non abbiamo su questa terra la nostra vera patria: siamo tutti stranieri e pellegrini verso la vera Patria, dove non ci sarà più né pianto, né angoscia di popoli, né rumore di armi, ma pace e comunione. Per questo dobbiamo ancor più essere solidali con quanti vivono il dramma di viaggi “disperati” e leggere alla luce della fede le tante tragedie che si consumano oggi sulla terra, coperte spesso da un vile silenzio di indifferenza e di disinteresse…
È perciò quanto mai attuale una pagina dell’Esodo in cui si narra la fuga degli ebrei dalla schiavitù dell’Egitto verso la terra promessa. Quante fatiche in quel lungo cammino, fin dall’inizio! Di fronte ad ogni difficoltà, ripetutamente e insistentemente si levava dalla moltitudine il lamento: «Meglio sarebbe stato per noi restare in Egitto, piuttosto che venire a morire in questo deserto!» (cf. Es 14,12).
Come gli antichi israeliti, anche noi, spesso, dopo aver preso decisioni fondamentali per la nostra esistenza, trovandoci davanti a situazioni impreviste di rischio e di fatica, ci chiediamo sgomenti: Perché abbiamo fatto quel passo? Non era meglio prima?
Tutta l’umana esistenza è un cammino di conversione; un cammino che da noi stessi – ossia dall’Egitto che abbiamo dentro di noi – ci porta a Dio, alla vera libertà dei figli di Dio. Noi facilmente siamo tentati di rimanere schiavi delle nostre passioni, schiavi del peccato, della mentalità mondana, di tutto quello che ci tiene piatti e statici, mentre il Signore vuole farci avanzare ed elevare.
Ci sono momenti – tempi lunghi o brevi – in cui la nostra vita sembra non avere una direzione chiara, una prospettiva precisa; ci sono poi momenti drammatici in cui ci assale la paura di quello che può accadere o che è già accaduto; allora gridiamo a Dio, ma spesso gridiamo rimproverandolo di non prendersi cura di noi; come se, in fondo, fosse Lui la causa della nostra sofferenza; come se ci avesse portati in un deserto senza risorse, per lasciarci morire.
In quei frangenti tutto ci appare tenebroso e non pensiamo che, invece, il deserto è una terra di speranza, è un luogo dove è sempre incipiente, pur nascosta, una fioritura di vita, una primavera. Dentro ogni situazione c’è un disegno di Dio. Gesù ci ha insegnato ad affidare la nostra esistenza ogni giorno al Padre celeste. Egli stesso è stato mandato dal Padre per essere il nostro compagno di viaggio, per essere la Via stessa del nostro ritorno al Padre. Perciò è importante camminare «tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della nostra fede» (Eb 12,2).
Oggi, in ogni oggi della nostra esistenza, Dio si fa presente per condurci alla pienezza della vita. Anche se il nostro oggi ci appare spesso fragile e fuggevole, viviamo già nell’oggi di Dio, che è l’eternità; fin d’ora, pur mentre passiamo attraverso la morte quotidiana, viviamo in Lui, respiriamo in Lui; il nostro cammino è sempre all’interno di questa Presenza che è Amore e che non lascia perire nulla di quanto ha creato.
Dobbiamo imparare ad affidare con più fede ogni giorno, sempre nell’oggi, la nostra vita al Signore, perché la nostra esistenza, con tutto quello che in essa compiamo, sia di giorno in giorno tutta orientata a Dio, all’eternità. Abbiamo sempre tanto bisogno di verificare l’orientamento del nostro cammino. Che intenzione diamo ai nostri atti? Quali sono i nostri pensieri, i nostri sentimenti quando ci troviamo in mezzo a tante difficoltà? Nulla ci può impaurire, se crediamo che Gesù è stato mandato dal Padre per essere la via sicura del nostro esodo dalla terra al cielo.
«Non abbiate paura! – diceva Mosè agli israeliti – Siate forti e vedrete la salvezza del Signore, il quale oggi agirà per voi» (Es 14,13). Oggi, in ogni oggi, sempre. Non c’è giorno in cui rimaniamo al buio, nella solitudine desolata, senza l’aiuto del Signore, se lo invochiamo. Come cristiani, come uomini venuti alla luce in questa terra d’esilio, abbiamo fondamentalmente proprio questa vocazione, per noi e per tutti gli uomini, affinché tutti abbiano la forza di procedere nell’arduo cammino della vita. È sempre urgente la preghiera: «O Dio, vieni a salvarci. Signore, vieni presto in nostro aiuto!», ed Egli sempre ci dice: «Eccomi!». Tutta la vita è proprio un andare verso il Signore, sperimentando continuamente che Egli è qui, oggi, è qui con noi. Nel Figlio Gesù Cristo, Dio è venuto ad assumere le nostre prove, le fatiche del nostro viaggio, le nostre sofferenze e la nostra stessa morte. Per questo, quanto più siamo provati, tanto più possiamo essere certi che siamo uniti alla Passione di Cristo e immersi nella presenza di Dio. L’oggi che passa sfocia nell’oggi che non passa, nell’eternità. Questo è il disegno di Dio per noi. Durante il cammino, giorno per giorno, Gesù ci ripete: «Non abbiate paura… Io sono con voi tutti i giorni – in ogni oggi della vostra esistenza – fino alla fine del mondo» (Mt 28,20) per introdurvi nell’eterna dimora.
Signore,
noi siamo, oggi, il tuo popolo
sempre in viaggio
sulle strade della vita.
Strade piane e scoscese,
su mari e fiumi,
strade piene di pericoli,
strade su cui ci stanchiamo
e cadiamo…
Noi non avremmo la forza di avanzare
se Tu non fossi con noi.
«Non abbiate paura – ci dici –
Io sono con voi per salvarvi,
per farvi attraversare mari all’asciutto,
per farvi attraversare
situazioni difficili,
apparentemente impossibili…
Signore, noi lo crediamo:
Tu fai annegare i nostri nemici,
cancelli i nostri peccati
che ci opprimono.
Tu vinci le nostre paure,
dovute alla nostra poca fede,
e ci porti in salvo incolumi.
Tu sei la nostra liberazione,
Tu il nostro Compagno di viaggio:
oggi, ogni giorno,
prendici per mano!
Amen!