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Oggi si è compiuta questa Scrittura

di Madre Anna Maria Cánopi osb

Dopo aver contemplato il Verbo dell’eterno Padre diventato l’Oggi della salvezza del mondo nel mistero dell’Incarnazione, proseguiamo il nostro cammino con Gesù che è ormai all’inizio della sua vita pubblica. Sospinto dallo Spirito Santo, torna a Nazareth, dove era cresciuto, ed entrato nella Sinagoga, si alza a leggere: 
«Lo Spirito del Signore 
è sopra di me;
per questo mi ha consacrato 
con l’unzione
e mi ha mandato 
a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare 
ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare 
l’anno di grazia del Signore. 
 
Riavvolto il rotolo, disse: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato» (cf. Lc 4,18-21).
Ascoltiamo allora con fede quello che il Signore ci dice oggi, ascoltiamo con l’orecchio del cuore tutto proteso alla voce del Signore, in modo tale che la sua Parola possa fruttificare in noi. Ci invita a questo atteggiamento interiore il Salmo che nella Liturgia delle Ore è scelto come “Invitatorio”, ossia come salmo che ogni mattina apre le labbra alla preghiera invitando tutti a lodare Dio: «Oggi, se ascoltate la sua voce, non indurite il vostro cuore» (Sal 95, 8). Il nostro cuore deve essere sempre, in certo modo, “spezzato”, purificato dalla Parola. L’effetto salvifico della Parola dipende proprio da come noi la ascoltiamo.
Di oggi in oggi, di inizio in inizio, il Signore ci guida nel nostro pellegrinaggio verso la Gerusalemme celeste, come un tempo aveva guidato il popolo eletto verso la terra promessa, dandogli come luce per il cammino la sua Legge: «Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore» (Dt 6,4-6).
La Parola pronunziata e ascoltata nell’oggi è sempre rivolta al cuore, entra nel cuore e agisce nel cuore. Grazie a questa Parola, ogni nostro giorno diventa l’oggi in cui Dio ci visita, si fa presente, ci parla e ci indica la strada della vita. Per darci la vita, però, la Parola ci chiama a conversione e noi, purtroppo, possiamo essere tentati di ridimensionarla, addirittura di evitarla, dicendo che non è adeguata a noi. Ma non è la Parola che deve adeguarsi a noi, bensì noi alla Parola. «Questo comando che oggi ti ordino – ci dice il Signore per incoraggiarci – non è troppo alto per te, né troppo lontano da te…; non è nel cielo…, non è di là dal mare… Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore…». Non soffochiamola, dunque, ma accogliamola come la accolse la Vergine Maria al momento dell’annunzio dell’angelo. Ogni volta che il Signore ci parla, è come se ci dicesse: «Eccomi! Aprimi, perché possa entrare nel tuo cuore». Egli rispetta la nostra libertà, ma ci ammonisce: «Se tu non ascolti e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dèi e a servirli» – e il nostro idolo principale è il nostro “io” orgoglioso – allora «oggi io ti dichiaro che certo perirai, che non avrai vita… Scegli dunque la vita» (vv. 18-20). E scegliere la vita è sempre scegliere di credere e di amare.
Nella misura in cui ciascuno di noi aderisce giorno per giorno a questa Parola, a questa presenza del Signore, si trova unito anche agli altri. È proprio l’ascolto dell’unica Parola di vita ad unirci, a farci vivere in Cristo. La Parola, infatti, ci esorta a vivere nell’adesione alla volontà di Dio, a cercare l’unità e la pace, che è Cristo stesso. Se noi stiamo sempre in ascolto, in ogni momento possiamo anche sentire il Signore che ci sostiene con la sua presenza, ci fa respirare e riposare in Lui.
Questo oggi di grazia ci è sempre offerto, ma dobbiamo vigilare per non lasciare cadere nel vuoto la Parola. «In compagnia delle divine Scritture – dice Evagrio Pontico – cesserai di intrattenerti con i pensieri cattivi», oziosi, suggeriti dal maligno. «Colui che attraverso la meditazione custodisce il tesoro delle divine Scritture nel proprio cuore, ne scaccia facilmente i pensieri cattivi». E questo è un impegno che va assunto ogni giorno. Nella Vita di Antonio si dice che «aveva questa convinzione veramente ammirevole: non bisogna misurare il cammino della virtù in base al tempo trascorso, ma in base al desiderio e alla decisione» dell’oggi. «Lui stesso non si ricordava del tempo trascorso, ma ogni giorno» – sempre oggi – era «come se cominciasse in quel momento la vita di ascesi». Anche il vescovo Ignazio di Antiochia, mentre andava a subire il martirio a Roma, ormai novantenne, diceva: «Adesso comincio ad essere discepolo» di Gesù Cristo. Si preparava, infatti, ad aderire a Lui nella morte, con la certezza di ricevere da Lui la pienezza della vita. Come cominciando ogni giorno la nostra sequela di Cristo, dobbiamo intensificare il buon volere per corrispondere alla grazia e progredire, ripetendo continuamente con San Paolo: «Dimentico del passato, mi protendo verso ciò che mi sta davanti», vivendo radicalmente questo oggi che mi è dato. La vita deve essere tutta un oggi sotto lo sguardo di Dio che è l’Eterno. 
Per questo è necessario non essere superficiali, dissipati, occupati in tanti altri pensieri, ma vigilanti e attenti a mettere al primo posto il Signore. La nostra gioia sarà proprio nell’ascoltare Lui che ci parla e nel fare ciò che dice. In modo misterioso la Parola ascoltata e vissuta da noi può andare a fruttificare nel cuore di tanti uomini che sono tribolati, desolati e non hanno aiuto spirituale.
Grazie all’ascolto della Parola, l’oggi che viviamo ci innesta nel mistero di Cristo. Lui stesso, infatti, è l’Oggi. Tutto avviene, dunque, a partire dall’oggi: non si può rimandare. Se viviamo Cristo, che è la Parola, il regno di Dio, il regno della pace, viene in noi; e se viene in noi, può anche diffondersi attraverso di noi. Con la fedeltà della nostra vita possiamo veramente dare a tanti nostri fratelli un aiuto per vivere nella luce della verità e nella dolcezza dell’amore.