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Dal 17 al 19 febbraio, in Aula Paolo VI, i lavori di “Per una teologia fondamentale del sacerdozio”, organizzato dalla Congregazione per i Vescovi e dal Centro di Ricerca e di Antropologia delle Vocazioni. Presenti cardinali, preti, laici, religiosi. Ouellet: una iniziativa per dare nuovo slancio alla promozione delle vocazioni

Una riflessione a trecentosessanta gradi sul tema del sacerdozio, ricordando carisma e tradizione, ma anche analizzandone le derive come abusi o clericalismo, e ancora studiando le istanze emerse negli ultimi Sinodi o in percorsi sinodali nazionali su questioni come celibato e vocazione. Saranno tre giorni intensi di riflessione e approfondimento quelli del 17-19 febbraio, in cui si terrà, in Aula Paolo VI, il Simposio dal titolo “Per una teologia fondamentale del sacerdozio”. L’iniziativa – organizzata dalla Congregazione per i Vescovi e dal Centro di Ricerca e di Antropologia delle Vocazioni – sarà aperta da Papa Francesco giovedì 17 mattina, alle 9.10.

In nome della sinodalità

Ed è proprio a partire dalle parole del Papa - “Dio chiama a un particolare stato di vita: a donare noi stessi nella via del matrimonio, in quella del sacerdozio o della vita consacrata” – che si snoderanno gli interventi dei relatori invitati: vescovi, teologi, sacerdoti, laici, religiosi. Tutti riuniti in nome di quella “sinodalità” voluta dal Papa per “accrescere nel popolo di Dio la partecipazione, la comunione e la missione”, come sottolinea un comunicato.

“L’iniziativa si propone ugualmente di risvegliare l’entusiasmo per la nostra fede nel dono di Dio e dare nuovo slancio alla promozione delle vocazioni”, afferma il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione dei Vescovi. La riflessione si amplierà quindi “sui rapporti tra ministeri ordinati, membri laici e religiosi al fine di armonizzare il loro contributo, articolato e concorde, secondo la chiamata alla santità rivolta a ciascuno”.

Tradizione, missione, celibato, carisma

Tre i filoni principali che affronteranno i relatori: “Tradizione e nuovi orizzonti”, “Trinità, missione, sacramentalità”, “Celibato, carisma, spiritualità”. Presentando il Simposio in Sala Stampa vaticana, il 12 aprile 2021, lo stesso Ouellet chiariva che non si sarebbe trattato di “un Simposio sul celibato sacerdotale” ma di una occasione “per svolgere una riflessione profondissima sul tema del sacerdozio” partendo da vocazione e formazione e finendo con la questione degli abusi. Una piaga nella Chiesa che, evidenziava in quell’occasione la teologa Michelina Tenace, professoressa della Pontificia Università Gregoriana, al banco dei relatori, “ha reso ancor più urgente ripensare sia il discernimento vocazionale che la formazione dei seminaristi”.

Un passo avanti dopo il Concilio

Dunque, un incontro importante che si inserisce nel solco del Concilio Vaticano II che aveva messo in rapporto il sacerdozio dei battezzati rivalutato dai Padri e il sacerdozio di ministri, vescovi e preti, di cui la Chiesa cattolica ha sempre affermato la specificità. Un lavoro, seguito da “polemiche e divisioni nella Chiesa”, osservava Ouellet, aggiungendo: “Quanto fatto dal Concilio non è entrato nella vita e nella pastorale della Chiesa”. Si era reso perciò necessario “un passo ulteriore” per “guardare alle differenze in modo più profondo e armonioso” e anche per realizzare degli “aggiornamenti pastorali”, alla luce delle odierne “questioni ecumeniche”, delle sfide di multiculturalismo e migrazione di quelle poste da “movimenti culturali che si interrogano sul ruolo della donna nella Chiesa”. Temi, diceva il cardinale Ouellet durante la presentazione, sui quali si registrano “tensioni e visioni pastorali divergenti”. Dunque la missio di tutto il Simposio, così come delineato dalla professoressa Tenace, è “approfondire la teologia del sacerdozio, riaffermare i tratti essenziali della tradizione cattolica sulla identità del sacerdote, liberandola forse da una certa clericalizzazione e da alcune incrostazioni storiche”. “Vedere il sacerdozio nel quadro globale della Chiesa potrebbe far uscire piste nuove”.

Sessioni guidate da capi Dicastero

Più nel dettaglio del programma, le sessioni mattutine e pomeridiane della tre giorni saranno guidate da capi Dicastero della Curia romana. In ordine: il cardinale Ouellet e il prefetto della Congregazione per il Clero, monsignor You Heung-sik (giovedì 17); il prefetto della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Scramenti, monsignor Arthur Roche, e il prefetto della Congregazione per l’Educazione cattolica, cardinale Giuseppe Versaldi (venerdì 18); l’archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, il cardinale José Tolentino de Mendonça, e il prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, il cardinale Kevin Joseph Farrell. Il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, presiederà invece una Messa, sabato mattina, con tutti i partecipanti nella Basilica vaticana.