di Salvatore Alletto
Una festa patronale in piena pandemia nel rispetto di tutte le regole e le restrizioni anti Covid? Si può!
A maggior ragione se parliamo della festa di san Giuseppe al Trionfale nell’anno speciale dedicato al padre putativo di Gesù, voluto da papa Francesco. è vero! Sono state tante le occasioni per riscoprire la propria devozione al Santo Patrono della Chiesa Universale, anche se è mancata quella parte più “esterna” della festa con le classiche frittelle, i giochi per i bambini e i tanti momenti ricreativi.
Nei giorni precedenti la solennità, la Basilica si è trasformata in meta per tanti fedeli, vogliosi di affidare a san Giuseppe sogni, progetti, fatiche e difficoltà. La preghiera del Sacro Manto, guidata dal direttore della Pia Unione don Bruno Capparoni, ha scandito con i 7 mercoledì il ritmo di avvicinamento alla festa; la novena animata da don Gabriele Cantaluppi ha preparato i cuori dei fedeli al giorno tanto atteso. A fare da filo conduttore dei vari momenti di preghiera e riflessione è stata la Lettera apostolica Patris Corde di papa Francesco in occasione dei 150 anni dalla dichiarazione di san Giuseppe come patrono della Chiesa universale. La paternità di san Giuseppe è stata sviscerata nei suoi aspetti più belli grazie ad una profonda meditazione di don Fabio Rosini, sacerdote romano seguitissimo dai giovani e ideatore del cammino alla riscoperta dei Dieci Comandamenti. Nei giorni del triduo don Nico Rutigliano ha poi aiutato i fedeli a riscoprire nella loro vita la vicinanza a san Giuseppe che, certamente insieme a Maria, può ancora oggi dire qualcosa alle nostre famiglie.
A impreziosire la festa, in questo anno così particolare, la presenza delle reliquie del manto di san Giuseppe e del velo della Vergine Maria. Le reliquie, secondo la tradizione, furono portate a Roma da san Girolamo già nel IV secolo e custodite nella Basilica di sant’Anastasia. Gli occhi commossi dei fedeli hanno potuto ammirare ciò che rimane del velo della Madonna e del manto di san Giuseppe, in una delle poche occasioni di pubblica venerazione. I colori vivaci del velo di Maria, l’accuratezza con la quale è stato conservato il manto di Giuseppe resteranno a lungo scolpiti nelle menti e nei cuori dei tanti che hanno avuto la possibilità di pregare di fronte a queste reliquie uniche.
A coronare le celebrazioni di questo anno, coinciso anche con il 50° dell’elevazione a Basilica minore della chiesa voluta da don Guanella ormai più di cento anni fa, anche una processione tutta particolare. Nessun seguito di fedeli, ne banda musicale. Solo il simulacro di san Giuseppe su un autocarro, accompagnato dal novello parroco della Basilica, don Tommaso Gigliola, a percorrere le strade del quartiere di Prati-Trionfale. La voce del parroco è risuonata nelle strade poco affollate del quartiere da qualche giorno in zona rossa. «San Giuseppe attraversa le strade del nostro quartiere, fa’ sentire la tua presenza paterna in mezzo a noi! Asciuga le lacrime di chi soffre, sii compagno di chi si sente solo. Rimetti in piedi gli sfiduciati, dona speranza a chi ha perso il lavoro, custodisci chi ogni giorno si impegna per prendersi cura degli altri! Aiutaci a rialzare lo sguardo e a non perdere mai la fiducia in Dio. Dona ai nostri ragazzi e ai nostri giovani la capacità di continuare a sognare. A te ci affidiamo o Beato Giuseppe, a te affidiamo la nostra Parrocchia, il nostro quartiere, le nostre famiglie! Cammina insieme a noi!».
Dai palazzi e dalle case in tanti si sono affacciati per salutare il loro santo patrono. Tanti occhi lucidi e tanti cuori rinfrancati per aver visto san Giuseppe passare per le strade del quartiere, in attesa di poterlo accompagnare presto nel classico tragitto della storica processione.
Con la Santa Messa solenne presieduta dal vescovo ausiliare di Roma, sua ecc.za mons. Paolo Selvadagi, si è conclusa la festa in questo secondo anno segnato dalla pandemia. Una richiesta comune si è levata dai cuori di tutti: superare questo momento difficile e trovare la forza per continuare a camminare ricolmi di speranza, certi che san Giuseppe verrà in soccorso a tutti coloro che lo chiedono.