“L’Italia è uno dei Paesi più precocemente e intensamente coinvolti dalla pandemia, i contagi registrati sono stati quasi 240mila e hanno causato poco meno di 35mila decessi.
Le regioni del Sud e delle Isole sono state meno coinvolte di quelle del Centro e del Nord. L’impatto dell’epidemia sulla mortalità è stato significativo nel periodo di marzo e aprile”. Questo in sintesi l’impatto del Covid-19 sulla sanità e la salute in Italia, secondo il Rapporto annuale Istat 2020, presentato oggi a Roma, a Montecitorio.
“L’epidemia ha colpito maggiormente le persone più vulnerabili, acuendo al contempo le significative disuguaglianze che affliggono il nostro Paese, come testimoniano i differenziali sociali riscontrabili nell’eccesso di mortalità causato dal Covid-19 – precisa il Rapporto -. Sono infatti le persone con titolo di studio più basso a sperimentare livelli di mortalità più elevati”.
In realtà, “l’emergenza sanitaria interviene a valle di un lungo periodo in cui il Servizio sanitario nazionale è stato interessato da un forte ridimensionamento delle risorse, nonostante ciò, è riuscito a reggere, pur con difficoltà, l’impatto dell’emergenza sanitaria”. Negli ospedali “si è riscontrata la diminuzione dei ricoveri per malattie ischemiche di cuore e per malattie cerebrovascolari”. Ma nello stesso tempo, “il sistema ha mantenuto inalterata la capacità di trattamento tempestivo e appropriato di queste patologie una volta ospedalizzate”.