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Inizia ora il periodo più difficile per quanto riguarda le richieste di aiuto dei più bisognosi, a partire da quella per il cibo. La Comunità di Sant’Egidio lancia l’allarme povertà e annuncia una collaborazione con la Fondazione Google.org.

Le porte di Sant’Egidio sono rimaste aperte anche quando le città italiane erano chiuse. Il lockdown non ha bloccato l’azione della Comunità, che non ha fermato né le mense, né i centri di accoglienza, proseguendo, nel rispetto delle raccomandazioni sanitarie, nell’aiuto ai tanti bisognosi, agli anziani, ai senza tetto, ai nuovi poveri creati dalla pandemia di coronavirus. Nel periodo di chiusura si è calcolato un aumento del 30% delle persone che si sono rivolte alla mensa di via Dandolo a Roma, in grande aumento anche il numero dei pasti e dei pacchi alimentari, oltre 20mila, distribuiti in una decina di quartieri della periferia della Capitale, oltre che presso i centri di Sant'Egidio a Trastevere.

Fare rete è assolutamente imperativo per aiutare chi è in difficoltà, fondamentale risulta quindi la sinergia tra pubblico, privato e terzo settore. Un esempio ne è la collaborazione nata tra Sant’Egidio e la divisione filantropica di Google, Fondazione Google.org, che ha donato alla comunità 250mila dollari che verranno utilizzati in diverse città di 5 regioni italiane, si va da Palermo a Napoli, da Genova a Milano e, naturalmente, Roma. Con la somma messa a disposizione verranno acquistati pacchi alimentari, anche in previsione dei futuri mesi che certamente si riveleranno economicamente difficili per molte famiglie. Verranno incrementate le cene itineranti per i senza dimora, le distribuzioni di generi alimentari e prodotti per l'igiene personale, anche sotto forma di buoni spesa, con la consegna a domicilio, per gli anziani soli e le famiglie più fragili, e presso i centri di Sant'Egidio.