A vent’anni dall’approvazione delle legge 68/99 dedicata al “diritto al lavoro dei disabili”, la segretaria generale della Cisl, Anna Maria Furlan, ha scritto una lettera al quotidiano “Avvenire” (13 marzo 2019) nella quale riflette sul livello di attuazione del provvedimento che era stato voluto per attuare una vera inclusione lavorativa delle persone con difficoltà.
“I disabili in età adulta - scrive - dovevano uscire dalla situazione di ‘piccoli cenerentoli’ relegati ad una vita minore per essere pienamente inclusi nella vita lavorativa, ma anche sociale, attraverso la valorizzazione delle capacità, e non solo l’elenco delle compromissioni funzionali”.
La legge è stata rivista nel 2015 per migliorarne alcuni aspetti funzionali. I dati più recenti disponibili parlano di una crescita degli avviamenti mensili al lavoro dai 2.083 ai 3.013, quindi oltre 36 mila inserimenti annui. Furlan nota però che purtroppo “non sappiamo quale sia né il tasso di occupazione, né quello di disoccupazione delle persone con disabilità” pur avendo avviati i lavori per la costituzione di una “Banca dati del collocamento mirato”.
Un altro tema che viene messo in evidenza nella lettera della segretaria generale della Cisl, riguarda il cosiddetto “Disability Management” nelle aziende, in cooperazione con le rappresentanze sindacali, “per consentire il mantenimento e la valorizzazione anche di chi acquisisce una disabilità durante il rapporto di lavoro, a causa di malattie invalidanti o infortuni”.
In chiusura della lettera, Furlan sottolinea che anche nel decreto relativo al Reddito di cittadinanza “non c’è la dovuta attenzione nei confronti delle famiglia con disabili per le quali non sono previste, a parità di reddito, né una maggiore accessibilità alla misura, né importi del beneficio economico più elevati”. La proposta finale è di “avviare nel concreto i lavori dell’Osservatorio Nazionale istituito ai sensi della Convenzione Onu” per completare la piena attuazione della legge 68/99.