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San Giuseppe certo avrà sorriso, discreto e silenzioso, nel suo stile, nel vedere così tanti fedeli accorrere per festeggiarlo nel giorno intitolato a suo nome, il 19 marzo, alla Basilica di San Giuseppe al Trionfale, a Roma. Il clima era caldo, nel quartiere. Non per la temperatura di primavera, ma per l’intensità dell’emozione che sprigionava la moltitudine di gente venuta da ogni parte della città e anche dalla provincia per salutare il Papà.
Quest’anno, poi – ha detto il cardinale Severino Poletto, titolare della Basilica, nell’omelia della Messa solenne che ha celebrato con padre Alfonso Crippa, superiore generale  della Congregazione dei Servi della Carità - Opera Don Guanella, e con padre Wladimiro Bogoni, il parroco – «due motivi in più rendono particolarmente straordinaria la solennità di San Giuseppe per essere convocati a venerare il Patrono della Chiesa universale: il Centenario della benedizione di questa grandiosa Basilica e la recente canonizzazione di Don Luigi Guanella», il 23 ottobre 2011. Papa Pio X affida la nuova chiesa di San Giuseppe al Trionfale alla congregazione di don Guanella. Al tempo in cui sorse, cento anni fa, nel quartiere – ha ricordato il porporato – «abitava una baraccopoli, con una moltitudine di povera gente». Il Papa Santo affidò questa comunità e la parrocchia al “padre dei poveri”, don Guanella, affinché potesse nascere «una consistente comunità cristiana». A cento anni dalla nascita, ha continuato il card. Poletto, «ammiro i frutti del lavoro dei Guanelliani, dell’azione spirituale e pastorale generosa dei figli e delle figlie di don Guanella».
Il  Vangelo di Matteo racconta dell’invito dell’angelo a Giuseppe ad accogliere con sé Maria incinta per opera dello Spirito Santo, il card. Poletto ha ricordato che le Scritture non portano molte informazioni su S. Giuseppe, che «ha svolto il compito affidatogli da Dio in silenzio». Ma, quanto Matteo e Luca ci dicono di questo «giusto», il «custode del Redentore», è sufficiente ad «ammirare la grandezza spirituale del nostro Santo, la caratteristica della sua santità: la silenziosa obbedienza a Dio.
E poi, la tenerezza amorosa, generosa e fedele, con cui ha sempre accompagnato la sua sposa, Maria, assumendo il compito di fare da padre al Verbo incarnato, dai primi attimi di vita terrena all’età adulta». Non è una figura di secondo piano nella Sacra Famiglia, Giuseppe. «Il suo servizio di papà si è svolto nel lavoro quotidiano, di artigiano, con fatica e senso di responsabilità, per mantenere la famiglia, per educare Gesù». E, come mostra l’affresco che campeggia nella Basilica, la sua santità vissuta nel silenzio ha ricevuto il sigillo straordinario del conforto di Maria e di Gesù al momento del transito. «Dobbiamo imitare la fede di Giuseppe, seppure con la nostra povertà», ha detto il cardinale all’assemblea traboccante di fedeli accalcati nella Basilica. «Se Gesù venisse sulla terra oggi, quale fede troverebbe? La fede è testimonianza di carità, di speranza, di servizio. S. Giuseppe ci da un aiuto. Invochiamo la protezione del Santo Patrono, sulle nostre famiglie, la nostra parrocchia e la nostra società civile, affinché riesca a superare questa fase di crisi e possa tornare a vivere con speranza e serenità, frutto della fiducia in Dio che ha sempre guidato la vita di San Giuseppe».
Nelle prime file, in chiesa come durante la processione, c’erano i “Luigini”, i piccoli alunni della Scuola di S. Giuseppe al Trionfale, con gli abiti da paggetti, secondo una tradizione antica ripristinata in questa duplice occasione del Centenario della Basilica e della canonizzazione di don Guanella.
Per la ricorrenza, per accompagnare la liturgia e allietare con un concerto i fedeli, da Milano è giunta l’orchestra e il coro “Ludwig van Beethoven”, ventiquattro elementi diretti dai maestri Adriano Bassi e Achille Nava.
I festeggiamenti, iniziati una settimana prima del Giorno di San Giuseppe, con un convegno dedicato alla “Spiritualità del lavoro” che ha registrato la partecipazione di eminenti personalità della gerarchia ecclesiastica e della società civile, quali i cardinali Salvatore De Giorgi, arcivescovo emerito di Palermo, Manuel Monteiro De Castro, penitenziere pontificio maggiore, Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi, Saraiva Martin Josè, prefetto emerito della Congregazione delle Cause dei Santi.
Sono intervenuti anche padre Alfonso Crippa, superiore generale Opera don Guanella, don Nino Minetti, superiore provinciale dell’Opera don Guanella e don Mario Carrera, direttore de “La Santa Crociata in onore di San Giuseppe”. In rappresentanza del mondo del lavoro, il segretario generale Uil Luigi Angeletti e il segretario nazionale Cisl Raffaele Bonanni.
La “triplice” festa per San Giuseppe si è conclusa nel cortile dell’Oratorio, con una gioiosa convivialità, allietata di musica e danza e delle irrinunciabili frittelle di San Giuseppe, i bignè e le ciambelle.

di Emanuela Bambara

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