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Il 15 agosto 1989 papa Giovanni Paolo II ha fatto dono alla Chiesa intera di un’Esortazione apostolica su san Giuseppe: la Redemptoris custos. Non si tratta semplicemente di una raccomandazione a tenere in conto il santo Carpentiere, ma di un’umile “Summa teologica” sulla figura e la missione del santo Patriarca nella vita di Cristo e della Chiesa.
L’Esortazione apostolica giuseppina si affianca in modo particolare alle encicliche Redemptor hominis e Redemptoris mater, dove l’accento è posto, insieme, sui misteri dell’Incarnazione e della Redenzione. Ricordando, infatti, che il disegno redentivo ha il suo fondamento nel mistero dell’Incarnazione, papa Giovanni Paolo II abbozza su questo fondamento i lineamenti di una nuova ermeneutica giosefologica.
Malgrado non sia un’enciclica vera e propria, la Redemptoris custos, considerata dagli esperti la “magna charta” della teologia giuseppina, sviluppa un procedimento rigorosamente teologico; di una teologia però che non disdegna di farsi anche meditazione in ossequio al principio che la pietà deve essere teologica e la teologia deve comunicare verità vive e vivificanti. 
Dovrebbe terminare così il periodo delle prediche sul “silenzio” di san Giuseppe e delle vaghe “accomodazioni” di carattere moraleggiante!
A tal proposito,   in occasione del 25° anniversario della pubblicazione della Redemptoris custos, che celebreremo nel 2014, è doveroso fare un bilancio circa la sua recezione nelle nostre realtà ecclesiali e magari intraprendere un rilancio del documento magisteriale per conoscere ed apprezzare, alla luce dei testi scritturistici e dottrinali, l’eccelsa dignità del santo Patriarca; nonché comprendere in maniera corretta le varie espressioni della plurisecolare venerazione, affermandone implicitamente la legittimità del culto.
In attesa che pian piano tutti, presbiteri e laici, si aprano a un aggiornamento giosefologico con i relativi risvolti sul piano pastorale, devozionale e artistico, in Italia e nel mondo non sono mancate persone qualificate ed eventi specifici che hanno puntato sulla conoscenza della giosefologia e la rivalutazione della spiritualità giuseppina. Anche io, nel mio piccolo, mi sono impegnato con competenza collaborando con tante persone di buona volontà desiderose di far conoscere le glorie dello Sposo di Maria.
È per questo motivo che mi rivolgo a tutti voi perché, insieme, possiamo far conoscere meglio la figura e la missione di san Giuseppe nella Storia salvifica nella quale egli è diventato “ministro di salvezza”; e promuovere,  inoltre, un culto appropriato, sempre attuale e necessario per i cristiani di oggi. Pertanto, sono sicuro che per il 2014 – nel 25° anniversario della pubblicazione della Redemptoris custos -, non vi mancheranno idee e risorse per sottolineare la ricchezza teologica e spirituale dell’Esortazione apostolica.
 “Crescano in tutti la devozione al patrono della Chiesa universale e l'amore al Redentore, che egli esemplarmente servì. In tal modo l'intero popolo cristiano non solo ricorrerà con maggior fervore a san Giuseppe e invocherà fiduciosamente il suo patrocinio, ma terrà sempre dinanzi agli occhi il suo umile, maturo modo di servire e di partecipare all'economia della salvezza” (RC1). 
Vi auguro, dunque, di poter raccogliere i frutti che scaturiscono dalla devozione al Padre di Gesù.