La Chiesa di San Giuseppe a Milano
di Arda Roccalas
Nel cuore di Milano sorge un meraviglioso edificio di culto dedicato al grande Patriarca. Le fonti segnalano già dal 1503 la presenza di un “Luogo Pio di San Giuseppe”. Nel 1516 venne consacrato il capolavoro architettonico attuale: progettato da Francesco Maria Richini, segnò l'inizio del barocco milanese.
Passeggiando ai piedi della facciata, si resta estasiati dalla sua imponenza monumentale: le statue di Pietro e Paolo salutano il pellegrino e custodiscono il portale, sormontato da una splendida raffigurazione della Sacra Famiglia. Varcando l'ingresso, l'anima del visitatore si trova proiettata in un vero e proprio viaggio mistico. In ogni direzione si colgono opere d'arte di estrema bellezza: dipinti, arredi lignei, sculture dal profondo valore spirituale e simbolico.
Voltandosi a sinistra e proseguendo in senso orario, si rivivono gli episodi essenziali nella vita di Giuseppe: si inizia con Lo Sposalizio della Vergine, opera del Cerano e Melchiorre Gherardini. L'eterea mano di Maria è posata quella del suo caro sposo, che la guarda con infinita tenerezza. Vale la pena soffermarsi a dire una un'Ave Maria per tutte le coppie di fidanzati e di sposi, affinché possano sempre camminare della gioia di Cristo.
Poco distante, una pregevole opera del Montalto immortala La Predica del Battista. è qui il fulcro della missione di Giuseppe: essere il Redemptoris Custos – come disse Papa Giovanni Paolo II – il Custode del Redentore; il padre terreno di quel Messia tanto atteso, a cui il Battista preparava la strada. Possiamo dunque recitare un Gloria, perché la Santissima Trinità trionfi adesso e sempre sulla Terra.
Di rimpetto, un'altra preziosa tela illustra La Fuga in Egitto firmata da Andrea Lanzani: san Giuseppe, con sublime dolcezza, indica a Maria il percorso roccioso e accidentato, mentre regge sul braccio sinistro - quello del cuore - il Bambin Gesù. Un angelo è con loro: tiene Maria per mano e la aiuta a superare tutti gli ostacoli. Ancora una volta, una voce interiore ci invita a soffermarci a pregare: un Padre Nostro per tutte le famiglie in difficoltà, e un'invocazione agli Angeli Custodi, perché veglino sul loro cammino.
Infine, la straordinaria opera di Giulio Cesare Procaccini, La Morte di San Giuseppe. Il Patriarca si prepara a raggiungere le soavità del Cielo, circondato dal suo dilettissimo Gesù e dall'adorata Madre Divina. Giovanni Evangelista e il santo milanese Carlo Borromeo sono presenti nella scena, a simboleggiare la venerazione cittadina per san Giuseppe; in alto, il Padre Celeste spalanca le sue braccia per accoglierlo. Sorge spontanea nel nostro cuore la giaculatoria a san Giuseppe, per porre sotto il suo manto gli agonizzanti e i defunti.
E mentre tutt'intorno si ergono i profeti e le virtù del Santo tra i Santi, il pavimento a tasselli bianchi e neri ci ricorda il viaggio della vita, costellato di gioie e dolori. Ma una grande croce dal fulcro ottagonale, simbolo della rinascita attraverso il Battesimo, ci sospinge più avanti, fino a raggiungere l'altare. Ecco la statua di San Giuseppe, in tutta la sua magnificenza: tiene in braccio il Bambin Gesù, e le mani dell'uno e dell'altro s'intrecciano, quasi a formare un cuore, proprio all'altezza del costato del Santo. In questo mistico viaggio, siamo giunti fino al Cuore Amantissimo di san Giuseppe, che è il ponte che ci guida verso la Madonna e il Cristo. Il nostro stesso cuore, accompagnato dal glorioso Patriarca, è pronto per incontrare Dio.