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Pia Unione del Transito di San Giuseppe

di Alfonso Crippa, superiore generale dei Servi della Carità

Tra le eredità più belle ricevute dal santo Fondatore certamente dobbiamo considerare l’iniziativa dell’istituzione della Pia Unione del Transito di San Giuseppe per invocare la sua protezione in favore dei morenti.

Possiamo dire che questa intuizione rappresenta la maturità del suo impegno caritativo, volendo abbracciare la povertà umana, materiale e spirituale, nel momento più serio della vita, in cui ognuno di noi ha bisogno di sentire la vicinanza fisica, affettiva e

spirituale nel compiere il grande passo che ci apre a una nuova vita.

Don Guanella, costruendo la Basilica del Transito di san Giuseppe a Roma, ha voluto sollecitare i fedeli ad innalzare al Signore, per intercessione di San Giuseppe, un coro di preghiera perenne in favore dei morenti e specialmente di quelli che vivono nella solitudine il momento più decisivo e più difficile della loro vita.

La risposta a questa chiamata ha assunto subito una dimensione universale, come universale è la realtà della morte. Basta pensare che nel mondo ogni anno muoiono otre 50 milioni di persone e più di 600 mila solo in Italia!

Dalla fondazione nel 1914 la Pia Unione, nel giro di pochissimi mesi ha avuto una straordinaria diffusione specialmente in Europa, e poi in America del Sud e del Nord, raggiungendo anche lontane terre come la Cina, l’Oceania, l’Armenia – nella particolare circostanza del genocidio degli armeni da parte dei Turchi.

La Pia Unione nel gennaio 2008 ha organizzato un Meeting dal tema L’arte di accompagnare all’incontro con la morte di cui sono stati stampati gli Atti dalla nostra Editrice Nuove Frontiere, Roma.

È significativo il fatto che nella sua recente Lettera Apostolica il Papa, alla chiusura dell’Anno Giubilare della Misericordia abbia ricordato questo importante aspetto pastorale. Questo il suo invito, specialmente ai Sacerdoti: “Particolare rilevanza riveste il momento della morte… Abbiamo una grande sfida da accogliere, soprattutto nella cultura contemporanea che spesso tende a banalizzare la morte … o a nasconderla. 

La morte invece va affrontata con coraggio e a occhi aperti anche se va  preparata consapevoli che è sempre un passaggio doloroso e ineludibile, ma carico di senso: l’incontro più importante della vita e anche l’estremo atto di amore verso le persone che ci lasciano e verso Dio a cui si va incontro.

 Dobbiamo sottolineare che la condivisione di questo momento, da parte del sacerdote, è un accompagnamento importante perché permette di vivere la vicinanza della comunità cristiana nel momento di debolezza, solitudine, incertezza e pianto”.

Con queste considerazioni faccio appello a tutta la Famiglia guanelliana di tenere in grande considerazione questo apostolato di grande carità, con l’iscrizione e la diffusione

della Pia Unione, con l’adesione dei confratelli sacerdoti alla «Messa perenne»,  e  l’invito ai fedeli delle nostre Parrocchie a vivere lo spirito della Pia Unione a iscriversi  alla Pia Unione sia per partecipare con la preghiera solidale ai fratelli e sorelle giunti ai confini delle vita terrena e anche per godere i frutti delle grazie che le preghiere di tutti gli iscritti fanno scendere sulle nostre vite. 

(da Guanella news, dicembre 2017)