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di Madre Anna Maria Cánopi

Nei mesi estivi, mentre molti cercano il luogo delle vacanze al mare, ai monti, ai laghi, alle isole lontane per svagarsi e riposare, anche il calendario liturgico è tutto costellato di luoghi deliziosi, ossia di feste per la gioia e il sollievo spirituale dei credenti. A partire dal mese di giugno, il giorno 24 troviamo la solennità della nascita di Giovanni Battista, che risveglia nel cuore un ardente desiderio del Cristo da lui mostrato; poi viene la solennità dei santi Pietro e Paolo (29 giugno) che ci porta a Roma, agli inizi della Chiesa animata da grande slancio missionario e dalla testimonianza fino al martirio.
In questi mesi, inoltre, si celebrano le feste di ben tre dei sei compatroni d’Europa: san Benedetto (11 luglio) che con la sua Regola e i suoi monasteri ha silenziosamente contribuito a dare un volto cristiano al nostro continente, anzi, a dargli profonde radici cristiane. In agosto (9 e 23) si celebrano le feste di santa Teresa Benedetta della Croce  – Edith Stein – e santa Brigida di Svezia, compatrone d’Europa. Questi santi in epoche diverse hanno dato un contributo altamente significativo alla crescita non solo della Chiesa, ma anche della società civile.

Parole educative

di Giosy Cento

I giovani ammirano chi sa loro rispondere
alle provocazioni tipiche della loro età
e ritengono queste persone come riferimenti importanti con i quali relazionarsi

“Uffa mamma, basta con le prediche! Ma perché sempre le stesse cose? Ma non potresti inventarti qualcosa di nuovo?”. E in chiesa, guardando l’orologio: “Uffa, ma quando la smette questo prete? Sono già dieci minuti e poi… sempre le stesse cose! Ma quando dirà qualcosa di interessante?… oh!... adesso parla anche di politica… ma che parli del Vangelo e di Gesù Cristo…!”.

di Gianni Gennari

Siamo giunti al Dio “creatore”, e creatore di tutto: cioè di  “cieli e terra”. La narrazione biblica della creazione – vista nel dialogo precedente – è la spiegazione autorevole che enumera tutte le creature dell’unico Dio e le dispone in un ordine preciso, con la doppia categoria della “divisione” prima, e del “riempimento” poi.
La prima divisione è data dalla creazione della luce divisa dalle tenebre, e riempita col sole e le stelle. La seconda divisione è in alto tra le acque di cielo e terra, le prime origine della pioggia e che ospitano gli uccelli, e le seconde con i pesci del mare. Segue poi la divisione delle acque in basso dalla terra asciutta, questa riempita da animali e piante. Ultima creazione, che perfeziona il tutto, è quella dell’uomo, maschio e femmina, immagine somigliantissima di Dio creatore. Ecco che tutto non è soltanto “buono”, ma dopo la creazione dell’uomo e della donna “Dio vide che era molto buono”!

di Ottavio De Bertolis

Vogliamo ora considerare la seconda parola della preghiera del Signore: non solo abbiamo invocato Dio come Padre, ma in più aggiungiamo “nostro”. Non è un’aggiunta poco significativa: la preghiera infatti non ci pone in una sorta di individualismo, ma ci apre al rapporto con gli altri. Nessuno prega per se stesso, si potrebbe dire, ma ogni preghiera, anche quella rivolta per i bisogni più personali, è sempre una preghiera nella Chiesa e per la Chiesa.
Nasce in un contesto comunitario, e sfocia per il bene di tutti: proprio come le preghiere liturgiche, quelle della Messa per intenderci, non sono mai formulate in prima persona singolare, con un “io” iniziale, ma sempre con il “noi”, proprio perché sono rivolte per il bene di tutti. Così, anche se il sacerdote celebrasse la Messa da solo, dovrebbe sempre dire “preghiamo”, prima di ogni orazione.