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Super User

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Saturday, 16 March 2019 15:23

Una chiesa che parla con i giovani, sempre

di Luigi Crimella

Nella storia ormai lunga delle “Giornate”, tre papi si sono succeduti e hanno vissuto e animato i diversi appuntamenti nei cinque continenti: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e oggi Francesco. Tre stili diversi, tre personalità quasi antitetiche l’uno rispetto all’altro, ma un unico grande amore per i giovani di tutto il mondo che proprio nelle GMG hanno potuto accostare per la prima volta il grande mistero della Chiesa cattolica.

Perchè – a ben guardare – la GMG costituisce in sé stessa una quintessenza di quello che è la Chiesa nella storia dell’umanità. Vi confluiscono centinaia di migliaia di giovani, provenendo da paesi diversi e lontanissimi, così come facevano le folle che circondavano Gesù provenendo dalle “dodici tribù di Israele”. Ascoltano la proclamazione della Parola e pregano tutti coralmente inginocchiati davanti all’Eucarestia: questo è il simbolo per eccellenza dell’unicità del dono che Dio fa a tutti gli uomini e a tutti i popoli. Inoltre i giovani si stringono attorno al pontefice che in quel momento regge le sorti della Chiesa, e quindi possono toccare con mano il valore profondo del cammino bimillennario dell’istituzione voluta da Gesù («Tu es Petrus...») per annunciare a tutti gli uomini la sua salvezza. E ancora, le GMG molto spesso costituiscono per i giovani presenti la rampa di partenza verso un impegno al servizio del Vangelo annunciato in un incontro  dove palpita l’umanità più viva e recettiva. Questo è il segreto e il miracolo delle “Giornate” che, come si è notato anche a Panama, ha rappresentato un evento spirituale prima che mediatico e di “massa”. E infatti già si sono messi in moto i preparativi in vista della 37ma edizione nel 2022, che si terrà a Lisbona in Portogallo, mentre nei prossimi due anni 2020 e 2021 le “giornate” saranno celebrate a livello diocesano.

E' difficile riassumere e centrare il “cuore” di una GMG. La ricchezza e varietà degli eventi che vi si svolgono, incontri col Papa, visite a luoghi-simbolo, preghiere e momenti liturgici con finalità differenziate, apertura agli “ultimi”, “mandati” speciali per questa o quella categoria di annunciatori del Vangelo, fanno di ogni giornata un moltiplicatore di buone notizie. Nel caso della GMG di Panama i diversi momenti e messaggi si sono concentrati – da parte del Papa – attorno al tema dell’“adesso di Dio”. Francesco ha ribadito in più occasioni che i giovani devono prendere coscienza del “reale” della loro esistenza, aprirsi alla speranza ascoltandosi “tra generazioni”, a partire dai nonni. I giovani ancora sono chiamati a superare tutte le “etichette” con le quali spesso li si vuole incasellare e a diventare “artigiani della cultura dell’incontro” oltre che creatori di un futuro di pace, fratellanza e crescita personale e sociale. Da sempre il Papa parla di «non lasciarsi rubare la speranza» e ciò che minaccia i giovani è l’insieme delle strutture di privilegio che non lasciano spazio alle giovani generazioni. Per questo Francesco ha anche parlato di futuro come «autentico diritto umano», vale a dire una prospettiva che le società debbono assolutamente aprire ai più giovani e non invece precludere, come spesso accade, specie nei paesi più poveri.

Temi collaterali, anche se non meno importanti, sono stati l’ambiente da tutelare, i carcerati da visitare e promuovere nella fiducia di un domani di riscatto, le tribù indigene in particolare dell’Amazzonia per le quali il Papa ha annunciato per questo 2019 uno speciale Sinodo.

Se ogni GMG rappresenta una storia a sé, in quanto svolta in un contesto particolare e in una nazione che balza agli onori della visibilità mondiale grazie alla presenza del pontefice e di moltissimi giovani, la lezione che le accomuna tutte consiste nell’impegno che la Chiesa tutta ci mette per «parlare ai giovani» e anche nel «parlare coi giovani» come ha indicato il recente Sinodo dei vescovi. Un giovane può arrivare alla fede se qualcuno gli annuncia in maniera credibile che Gesù ha qualcosa da dirgli e che lo ama. Questo hanno detto tutti e tre i Papi delle 34 GMG che si sono svolte finora. La fantasia e creatività già all’opera in vista della prossima a Lisbona confermerà questo amore della Chiesa per i giovani nella certezza di una risposta generosa da parte di quanti vorranno sostenerla e viverla.  

Saturday, 16 March 2019 15:21

Una chiesa che parla con i giovani, sempre

di Luigi Crimella

Nella storia ormai lunga delle “Giornate”, tre papi si sono succeduti e hanno vissuto e animato i diversi appuntamenti nei cinque continenti: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e oggi Francesco. Tre stili diversi, tre personalità quasi antitetiche l’uno rispetto all’altro, ma un unico grande amore per i giovani di tutto il mondo che proprio nelle GMG hanno potuto accostare per la prima volta il grande mistero della Chiesa cattolica.

Perchè – a ben guardare – la GMG costituisce in sé stessa una quintessenza di quello che è la Chiesa nella storia dell’umanità. Vi confluiscono centinaia di migliaia di giovani, provenendo da paesi diversi e lontanissimi, così come facevano le folle che circondavano Gesù provenendo dalle “dodici tribù di Israele”. Ascoltano la proclamazione della Parola e pregano tutti coralmente inginocchiati davanti all’Eucarestia: questo è il simbolo per eccellenza dell’unicità del dono che Dio fa a tutti gli uomini e a tutti i popoli. Inoltre i giovani si stringono attorno al pontefice che in quel momento regge le sorti della Chiesa, e quindi possono toccare con mano il valore profondo del cammino bimillennario dell’istituzione voluta da Gesù («Tu es Petrus...») per annunciare a tutti gli uomini la sua salvezza. E ancora, le GMG molto spesso costituiscono per i giovani presenti la rampa di partenza verso un impegno al servizio del Vangelo annunciato in un incontro  dove palpita l’umanità più viva e recettiva. Questo è il segreto e il miracolo delle “Giornate” che, come si è notato anche a Panama, ha rappresentato un evento spirituale prima che mediatico e di “massa”. E infatti già si sono messi in moto i preparativi in vista della 37ma edizione nel 2022, che si terrà a Lisbona in Portogallo, mentre nei prossimi due anni 2020 e 2021 le “giornate” saranno celebrate a livello diocesano.

è difficile riassumere e centrare il “cuore” di una GMG. La ricchezza e varietà degli eventi che vi si svolgono, incontri col Papa, visite a luoghi-simbolo, preghiere e momenti liturgici con finalità differenziate, apertura agli “ultimi”, “mandati” speciali per questa o quella categoria di annunciatori del Vangelo, fanno di ogni giornata un moltiplicatore di buone notizie. Nel caso della GMG di Panama i diversi momenti e messaggi si sono concentrati – da parte del Papa – attorno al tema dell’“adesso di Dio”. Francesco ha ribadito in più occasioni che i giovani devono prendere coscienza del “reale” della loro esistenza, aprirsi alla speranza ascoltandosi “tra generazioni”, a partire dai nonni. I giovani ancora sono chiamati a superare tutte le “etichette” con le quali spesso li si vuole incasellare e a diventare “artigiani della cultura dell’incontro” oltre che creatori di un futuro di pace, fratellanza e crescita personale e sociale. Da sempre il Papa parla di «non lasciarsi rubare la speranza» e ciò che minaccia i giovani è l’insieme delle strutture di privilegio che non lasciano spazio alle giovani generazioni. Per questo Francesco ha anche parlato di futuro come «autentico diritto umano», vale a dire una prospettiva che le società debbono assolutamente aprire ai più giovani e non invece precludere, come spesso accade, specie nei paesi più poveri.

Temi collaterali, anche se non meno importanti, sono stati l’ambiente da tutelare, i carcerati da visitare e promuovere nella fiducia di un domani di riscatto, le tribù indigene in particolare dell’Amazzonia per le quali il Papa ha annunciato per questo 2019 uno speciale Sinodo.

Se ogni GMG rappresenta una storia a sé, in quanto svolta in un contesto particolare e in una nazione che balza agli onori della visibilità mondiale grazie alla presenza del pontefice e di moltissimi giovani, la lezione che le accomuna tutte consiste nell’impegno che la Chiesa tutta ci mette per «parlare ai giovani» e anche nel «parlare coi giovani» come ha indicato il recente Sinodo dei vescovi. Un giovane può arrivare alla fede se qualcuno gli annuncia in maniera credibile che Gesù ha qualcosa da dirgli e che lo ama. Questo hanno detto tutti e tre i Papi delle 34 GMG che si sono svolte finora. La fantasia e creatività già all’opera in vista della prossima a Lisbona confermerà questo amore della Chiesa per i giovani nella certezza di una risposta generosa da parte di quanti vorranno sostenerla e viverla.  

Saturday, 16 March 2019 14:29

Tutti commensali alla tavola di Emmaus

Care lettrici e affezionati amici di san Giuseppe, manca qualche giorno alla Pasqua, per l'affetto che ci lega, vi mando il mio più cordiale augurio perché questa «festa delle feste» segni davvero quel «passaggio» che ci permette di guardare la storia con occhi diversi. Vi devo confessare che spesso le parole cariche di significato, gravide di prospettive, hanno un fascino così attraente da bloccare la riflessione e non ci permette di farle passare dall’emozione alla vita. 

Thursday, 06 December 2018 16:46

Maria, donna dell’attesa

di mons. Tonino Bello

Attendere: ovvero sperimentare il gusto di vivere. Hanno detto addirittura che la santità di una persona si commisura dallo spessore delle sue attese. Forse è vero. Se è così, bisogna concludere che Maria è la più santa delle creature proprio perché tutta la sua vita appare cadenzata dai ritmi gaudiosi di chi aspetta qualcuno.

Saturday, 30 June 2018 10:31

Intenzioni di preghiera - Luglio 2018

Per l’Evangelizzazione

Perché i sacerdoti che vivono con fatica e nella solitudine il loro lavoro pastorale si sentano aiutati e confortati dall'amicizia con il Signore e con i fratelli.


INTENZIONE dei  vescovi

Perché coloro che non hanno un lavoro trovino un’occupazione dignitosa, per cooperare al progetto divino della creazione.


INTENZIONE DELLA PIA UNIONE

Preghiera per i giovani

Gesù, da duemila anni, tu sei nel cuore di tanti giovani che sentono il profondo desiderio di guardarti negli occhi e scrutare i panorami della storia, fatta di persone vissute al calore della tua «bella notizia», che Dio ci ama.

Gesù, molti sono i giovani che, alla luce della tua verità, manifestano l’aspirazione a costruire rapporti autentici, a conoscere il vero amore, a fondare una famiglia unita, che garantisca un futuro sereno e felice.

Gesù, che hai lavorato accanto a san Giuseppe nel laboratorio di Nazareth, fa’ che i giovani possano trovare un’occupazione che dia loro dignità, gioia di vivere e li faccia sentire utili; fa’ che nessuno spenga l’entusiasmo della ricerca di una vita più grande. 


Preghiera per valorizzare la vita quotidiana

Cuore divino di Gesù, 

io ti offro per mezzo del cuore immacolato di Maria, 

madre della Chiesa,

in unione con il sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni,

le gioie e le sofferenze di questo giorno, 

in riparazione dei peccati, 

per la salvezza di tutti gli uomini, 

nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

In particolare secondo le intenzioni del papa.

La canonizzazione di Paolo VI: una coraggiosa “profezia” sulla vita

di Angelo Forti

Pensando al miracolo sia della beatificazione come quello per la canonizzazione di Paolo VI mi è risonato nella memoria l’espressione del salmo 71 là dove si afferma:«siano confusi quelli che cercano la mia rovina».  Durante il suo pontificato Paolo VI ha sofferto molto: ha sofferto per l’uccisione di Aldo Moro, ma soprattutto ha passato tempo in sofferenza per la pubblicazione dell’Humane vitae.  Nel decimo anniversario della pubblicazione dell’Enciclica in un’omelia, il 28 giugno 1978,  alla vigilia della solennità dei santi Pietro e Paolo, in cui ha parlato di aver “conservato la fede” che fu un testamento in articulo mortis (morirà poche settimane dopo: il 6 agosto), Paolo VI affermò: «Dell’Humanae Vitae ringrazierete Dio e me…

Monday, 29 January 2018 10:50

Eccomi, eccomi! La parola del Dio vicino

di Madre Anna Maria Canopi osb

Iniziando, con l’aiuto di Dio, un altro ciclo di brevi meditazioni bibliche per questo nuovo anno, vorrei lasciarmi guidare da una sola parola, tanto breve quanto ricca di significato spirituale: “Eccomi!”. Essa esprime il sì della piena disponibilità alla volontà di Dio, il sì che fa dell’uomo un cooperatore di Dio nel compimento del disegno di salvezza, il sì della fede pura e fiduciosa. Al sì dell’obbedienza, l’“Eccomi” aggiunge una nota particolare: quella della prontezza, quasi dell’impazienza. Eccomi è la parola che pronunzia chi vive con l’orecchio sempre teso ad ascoltare la Parola di Dio, la sua voce che lo chiama, e al primo sussurro è pronto, già corre.

Monday, 29 January 2018 10:28

Intenzioni di preghiera - Gennaio 2018

INTENZIONE per l’Evangelizzazione

Perché nei Paesi asiatici i cristiani, come pure le altre minoranze religiose, possano vivere la loro fede con tutta libertà.


INTENZIONE dei  vescovi

Perché i responsabili politici promuovano con onestà e saggezza il bene comune, mantenendo al centro la dignità della persona.


INTENZIONE DELLA PIA UNIONE

«Per i bambini senza famiglia»

«Ciao Gesù! Eccoci davanti a te, non manca nessuno. Siamo i bambini senza famiglia. Nel senso che la nostra ci è sconosciuta, assente, spezzata, per dramma o per disperazione, per solitudine o abbandono. Siamo testimoni del dolore e della perdita, ma anche del miracolo che sempre può accadere quando qualcuno - un uomo e una donna - ci raccoglie per stringerci al petto, come pane profumato appena uscito dal forno. Senza dire: Chi «è costui?». Siamo senza famiglia e la difficoltà è la nostra grazia quotidiana; per alcuni è anche la sorpresa di una coppia che si china sulla nostra fragilità per farci vivere quello che di buono e vero nutre la loro vita, senza chiedere nulla in cambio, per puro gesto d’amore che nulla porta se non l’emozione di imparare a chiamarci figli.

Un’altra cosa impara chi ci accoglie: la realtà cambia contorno, tutto prende nuovo valore: sei Tu, Gesù, che ti manifesti ai loro occhi. Sì, perché noi siamo una tua presenza. Siamo il Natale di ogni giorno e chi si china su questa mangiatoia di Betlemme si rialza con uno sguardo diverso, capace di accogliere il destino di un altro».


Preghiera per valorizzare la vita quotidiana

Cuore divino di Gesù, io ti offro 

per mezzo del Cuore immacolato di Maria,

madre della Chiesa,

in unione con il sacrificio eucaristico,

le preghiere e le azioni,

le gioie e le sofferenze di questo giorno, 

in riparazione dei peccati, 

per la salvezza di tutti gli uomini,

nella grazia dello Spirito Santo, 

a gloria del divin Padre.

In particolare secondo le intenzioni del papa.

Film “Ho amici in Paradiso” al don Guanella di Roma

di Andrea Fagioli

Con l’auto di grossa cilindrata parcheggia dritto nel posto riservato ai disabili. Sembra quasi un fatto di cronaca, di quelli registrati anche di recente con epiloghi incresciosi. Invece è l’inizio del film Ho amici in Paradiso, opera prima del regista Fabrizio Maria Cortese (uscito al cinema nel febbraio 2016, passato poi in tv su Rai 1 a fine luglio scorso e ora disponibile su Raiplay), ambientato a Roma nella Casa San Giuseppe dell’Opera don Guanella con il coinvolgimento degli ospiti stessi dell’istituto per disabili fisici e intellettivi (prodotto da Golden Hour Films e Rai Cinema con il supporto dell’Opera don Guanella e il patrocinio dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Conferenza episcopale italiana e la Fondazione Ente dello Spettacolo).

Wednesday, 28 June 2017 14:00

«Amicitia diffusiva est»

di Giovanni Cucci

Chi ha studiato l’amicizia nei suoi elementi peculiari, ha notato che essa non può essere esclusiva, proprio perché rivela un aspetto, di sé e dell’altro, differente per ogni amico; in questo senso la ricchezza delle relazioni aiuta a comprendersi, perché l’essere dell’uomo è l’essere della relazione: ci si può conoscere solo in rapporto a un altro cui ci si rivela.

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