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Thursday, 10 January 2019 16:45

La morte dei credenti e non credenti: cosa cambia?

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Cosa c’è oltre? La vita per tutti e per sempre

di Luigi Crimella

La morte oggi ha molte facce: la gran parte ordinarie, come il morire di vecchiaia e malattia. Un certo numero di morti però è segnata dal clamore e dalla tragedia e su di esse si riempiono le pagine dei giornali. Ad esempio, recentemente una madre, angosciata e disperata, si è procurata dosi di sonnifero, le ha date ai propri due figli e, una volta assopiti, ha iniettato loro un potente veleno uccidendoli. Poi si è tolta la vita.

L’enciclica Humanae vitae ha segnato una grande novità nella vita della Chiesa: è la prima volta che un documento pontificio viene seguito e commentato dalla stampa mondiale con tanta attenzione e spirito critico – trapelano perfino anticipazioni e previsioni fin dai mesi precedenti – ed è la prima volta che il papa è oggetto di vignette umoristiche e soprattutto che il mondo cattolico si divide pubblicamente, clero compreso, nella ricezione del documento.

Già alla fine del mese di ottobre e ai primi di novembre, per tutti c’è un appuntamento fisso: la visita ai nostri defunti. In quella circostanza, la vista di volti familiari aprirà il panorama della memoria. Volti, ricordi, esperienze, date, contemplate senza fretta, susciteranno emozioni e sentimenti di un passato sepolto negli anni, ma vivo di speranza come il bulbo di ciclamino in attesa di primavera.

Messaggio del Papa per i “cirenei” della distrofia muscolare

Nella giornata del 2 giugno il Papa ha ricevuto i rappresentanti dell’Unione italiana Lotta alla distrofia e altre patologie neuromuscolari. In quella circostanza papa Francesco non solo ha elogiato il loro spirito di servizio ma ha dato un colore al tessuto della varietà dei loro molteplici servizi. «La vostra presenza al fianco di queste persone – ha detto – garantisce un’assistenza amichevole, offrendo loro preziosi servizi in ambito medico e sociale».  Il Papa ha elogiato le qualità umane dei membri dell’Unione. «Tra le caratteristiche del vostro servizio vi è la gratuità della prestazione, unita all’indipendenza da interessi o ideologie di parte. Gratuità che si accompagna però con la professionalità e la continuità. Ciò è ben richiesto ai vostri soci insieme con altre virtù: discrezione, fedeltà, attenzione, prontezza ed efficacia nell’intervento, capacità di intuire anche i problemi inespressi del malato, umiltà, serietà, determinazione, puntualità, perseveranza e rispetto per il malato in ogni sua esigenza.

Lettera solidale ad Antonietta Gargiulo

di don Mario Carrera

Cara Antonietta, non ci siamo mai conosciuti personalmente, ma, con la tua tragedia mi sei entrata nel cuore, eri presente nella mia preghiera. La tua vicenda, sia per un affetto umano sia per una spontanea ammirazione, ha suscitato nel mio animo sentimenti di solidarietà. Pur nella positiva luminosità di queste emozioni, con vergogna, ti devo confessare che nei primi giorni in cui ti trovavi in uno stato comatoso, ignara della mutilazione degli affetti più sacri di una mamma, in cui era precipitata la tua vita, ero tentato di pregare Dio-Padre che riallacciasse sulla riva dell’eternità il ponte crollato che ti legava alle tue figliole. In quei giorni mi veniva in mente la biblica Agar abbandonata in un deserto affettivo. Nella tua vicenda c’era la volontà di cancellare le tue orme lasciate su un tratto di strada percorso in compagnia di una persona amata, c’era una follia da annullare e l’assenza delle tue figliole uccise dalla bufera di una feroce violenza.

Friday, 06 April 2018 09:49

Abbiamo ancora bisogno di Uno che sia risorto

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La vita che scaturisce

di Angelo Forti

Un prete di una parrocchia dell’hinterland milanese, qualche mese fa scriveva al Direttore del quotidiano “Avvenire”: «I ragazzi che ti vedono fuori dalla Chiesa con la stola viola in una brevissima pausa dalle confessioni ti guardano come un marziano...». Erano le sensazioni di un prete che esercitava la sua missione là dove si affollano i capannoni industriali e i grandi centri commerciali, realtà grigie  che di sera e di notte si illuminano, giganteschi, come fossero cattedrali. In quel territorio «Pare che si muova tutto, tranne che l'essenziale», osserva il sacerdote. In effetti è così stridente il contrasto fra la Pasqua degli esodi in autostrada, delle vacanze, della televisione accesa nelle case, e la memoria della vera Pasqua, nella quale si rende di vibrante attualità l’uccisione di un Innocente, coperto di sputi e dileggiato  dagli insulti. Si celebra quel corpo appeso a una croce che esala l'ultimo respiro, e poi, bianco e immoto, avvolto in un lenzuolo viene calato nel sepolcro.

Saturday, 17 March 2018 15:47

Vivere e morire senza dolore

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Testamento biologico

di Maurizio Patriciello

Gli anni passano, il corpo invecchia, le malattie avanzano. La nostra vita, anche quando si fa faticosa e dura, è sempre immensa, unica, irripetibile. Non è vero che la giovinezza, la ricchezza, il successo, la bellezza fisica diano all’essere umano una sorta di supplemento di dignità su questa terra. In questa menzogna, purtroppo, le generazioni inciampano spesso. Non è vero che la vita sia degna di essere vissuta solo quando ci sorride ed è in discesa.

Papa Francesco e il fine vita

«Trattamenti progressivamente più sofisticati e costosi sono accessibili a fasce sempre più ristrette e privilegiate di persone e di popolazioni, ponendo serie domande sulla sostenibilità dei servizi sanitar». Lo ha scritto Papa Francesco nel messaggio che ha inviato a monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, e ai partecipanti al meeting europeo della World Medical Association sulle questioni del “fine-vita”.

di Donato Cauzzo

In occasione della XXV Giornata mondiale del malato, l’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Chiesa italiana ha pubblicato una “scheda teologico-pastorale” che aiuta a riflettere su alcuni aspetti della cura della salute e dell’assistenza ai malati. Uno dei sottotitoli è: Pane e senso: «Ogni uomo, soprattutto quando vive momenti difficili, ha bisogno di pane e di senso». Di pane certamente che consiste principalmente prendersi cura e dell’assistenza, ma anche di essere aiutato a dare un senso alle esperienze dolorose che vive. È quella componente dell’assistenza che oggi viene chiamata cura spirituale, ancora poco valorizzata e praticata.

Wednesday, 04 May 2011 15:22

Il dolore: un male da combattere

di p. Donato Cauzzo

Desidero proporre delle riflessioni di carattere etico generale circa il problema, o meglio l’esperienza del dolore. Cosa significa qui “etica”? In estrema semplificazione la possiamo intendere così: la riflessione sul comportamento umano per valutarlo in confronto ai valori (cosa è bene e cosa è male) e per orientarlo a forme migliori.
Nel linguaggio comune usiamo con una certa indeterminazione i termini dolore e sofferenza. Quando ad es. un paziente tenta di spiegare al medico i sintomi che lo affliggono, può dire: “Sento un forte dolore al ginocchio”, oppure: “Questa artrosi mi fa soffrire terribilmente”. Non voglio qui entrare in distinzioni concettuali troppo raffinate, più proprie del pensiero filosofico o della psicologia. Dolore e sofferenza non sono uguali. Entrambi appartengono all’esperienza del patire, ma sono di diversa natura. Spesso vanno insieme, ma possono essere distinti. Si può soffrire senza provare dolore: es. per un’ingiustizia subita, per un tradimento, per il male morale proprio o degli altri. O si può provare una forma di dolore che non causa sofferenza: es. un atleta nello sforzo della prestazione fisica, un dolore sopportato per raggiungere un bene superiore.