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Friday, 01 June 2012 13:05

Senza prediche non possiamo... vivere

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Parole educative

di Giosy Cento

I giovani ammirano chi sa loro rispondere
alle provocazioni tipiche della loro età
e ritengono queste persone come riferimenti importanti con i quali relazionarsi

“Uffa mamma, basta con le prediche! Ma perché sempre le stesse cose? Ma non potresti inventarti qualcosa di nuovo?”. E in chiesa, guardando l’orologio: “Uffa, ma quando la smette questo prete? Sono già dieci minuti e poi… sempre le stesse cose! Ma quando dirà qualcosa di interessante?… oh!... adesso parla anche di politica… ma che parli del Vangelo e di Gesù Cristo…!”.

Padri-preti, mamme e papà di famiglia predicatori sempre stancanti ma sempre efficaci fino a scrivere sull’anima dei figli le parole dell’amore. Nella cosiddetta predica si esprime l’oggi della Parola e delle parole della vita vera. Gesù aveva detto: “Andate e predicate”. Lui ha raccomandato di predicare e San Paolo dice: “insisti a tempo opportuno e inopportuno”. Goccia a goccia, giorno dopo giorno, domenica dopo domenica le prediche formano personalità e persone credenti nell’oggi per il domani e per il sempre. Nella Santa Messa il padre-sacerdote, illuminato dallo Spirito, cerca di attualizzare l’eterna Parola, cercando di tradurre nelle problematiche e situazioni storiche quello che è utile a formare l’uomo credente. Nella famiglia i sacerdoti mamma-papà traducono il senso della vita nell’oggi della vita dei figli cercando di annullare il più possibile il gap, la distanza generazionale con l’amore messo e trasmesso in ogni parola. A volte le prediche sono una gioia di messaggio, spesso una sofferenza di comunicazione. Ma sono un dovere per chi ha sulle spalle una comunità ecclesiale o famigliare.
Parlare esige di essere preparati a essere e fare il genitore. Una preparazione remota e un aggiornamento continuo. C’è un bagaglio di formazione personale e di coppia e ci deve essere uno sforzo continuo di stare al passo con i tempi dettati dalla storia nella quale stiamo vivendo. Ci aggiornano le esigenze del coniuge e dei figli. Oggi l’uomo e la donna si stanno chiedendo molto di più reciprocamente e ciascuno è… quasi costretto a “inventarsi ogni giorno” un aggiornamento per l’altro… per capirsi nell’oggi. I figli danno i ritmi dei tempi e indicano le novità con grande immediatezza… a volte anticipano la storia. Pongono silenziosamente o esplicitamente le nuove domande dell’esistenza impegnando i genitori a rispondere, spesso istantaneamente, a quello che si vive nell’oggi. Questo provoca a essere genitori, fermi nei principi e nei valori eterni, ma anche aperti alle nuove esigenze umane, fisiche e spirituali. Spesso ci vuole uno “Spirito Santo istantaneo” che suggerisca alla mente e al cuore la risposta giusta per quel momento. I genitori sicuramente sono anche arricchiti e resi partecipi di questo cammino famigliare che chiede di stare vicini alle nuove generazioni con competenza e tanto, tanto amore. Una parte importante delle prediche dovrebbe essere quella dell’educazione religiosa, quella dell’educazione all’amore e quella, direi… dell’educazione all’economia. Molti genitori dicono: “ Ma noi non siamo capaci di educare i figli religiosamente. Questi hanno studiato, fanno l’università e noi...”. Sicuramente non è solo questione di cultura religiosa, ma anche di questa. Perché spesso l’ignoranza religiosa si tramanda di genitori in figli. Mentre, fin da bambini, è necessario che i figli possano ricevere un annuncio della fede che cammina con le loro varie età. è bello raccontare la fede ai piccoli, ma è ancora più bello, anche se impegnativo, rapportarsi con gli adolescenti e spiegare i motivi per i quali credere quando il confronto con Dio, con la morale e con la Chiesa sembra diventare più difficile. C’è spesso una rinuncia a parlare con i figli di religione, mentre, pur negli apparenti rifiuti, c’è una domanda sempre più forte e profonda, nei ragazzi, di religione e vita religiosa autentica. Qualcuno dirà che compito degli adulti è testimoniare: è vero. Ma, in un periodo storico come il nostro, dove sembra assente e quotidianamente dimenticata la cultura religiosa, è necessario “sapere Cristo e la Chiesa” e, con grande libertà e gioia, mostrare l’entusiasmo di credere. I giovani ammirano chi sa loro rispondere alle provocazioni tipiche della loro età e ritengono queste persone come riferimenti importanti con i quali relazionarsi. E allora bisogna “predicare il Vangelo”, con la convinzione che la Parola del Signore è il seme che fa nascere la vita. Domani un figlio dirà: “La mamma diceva così, papà la pensava così. La mamma faceva così e credeva così. Papà andava poco in chiesa, ma era un esempio di vita…”. In questo ambito è importante che un sacerdote diventi amico di famiglia. Se un prete è… di casa, molte risposte normali si daranno insieme attorno alla mensa, ma il sacerdote ci sarà anche in momenti di crisi o di scelte famigliari. Altro argomento importante di predica vissuta e parlata deve essere l’area amorosa che spesso, giustamente si vive, ma non sempre è resa toccabile con linguaggio appropriato. Oggi, invece, è fondamentale che questa sia un’area mai… muta. I figli non possono parlare d’amore solo con gli amici. Devono poterne parlare in famiglia dove, se anche si presentassero situazioni inedite, bisognerebbe cercare, con l’aiuto del Signore, risposte concrete che spesso costeranno molto. C’è una mentalità moralmente trasgressiva considerata “normale” e che ha bisogno di essere come smontata dalle parole, dall’affetto, dalla pazienza, dalla comprensione, anche se non dalla condivisione, dei genitori. Week end, vacanze insieme, convivenze: dove trovare le parole per convincere i figli a scelte cristianamente di valore e non diventare solo spettatori passivi delle loro scelte, che spesso sono imposizione di mode passeggere? Eppure bisogna provarci e saper aspettare la maturazione dei figli con parole e silenzi che predicano insieme. Poi i ragazzi capiscono o capiranno sempre il linguaggio e le ragioni vincenti dell’amore educativo di papà e mamma. Altra area importante delle prediche dei genitori oggi dovrebbe essere quella economica. Il periodo storico che viviamo esige altri linguaggi e altre scelte nell’uso del denaro e dei beni. La famiglia normale, da oggi in poi, risentirà quotidianamente di un cambiamento e non sarà facile, per i genitori, non assecondare sempre in tutto i figli. Ma questo può avere un risvolto positivo se si prova ad educare a vivere con maggiore e gioiosa essenzialità secondo i livelli economici della propria famiglia. Non è più bravo chi ha di più, ma chi è di più. Chi, con umiltà e verità, sa gestirsi con dignità anche nelle difficoltà. Chi non si lascia tentare dalle evasioni alla ricerca di facili guadagni. Chi nelle difficoltà non fa scelte immorali per arricchirsi. Chi non si perde nel gioco e nel mercato stupido delle illusioni (lotterie, slot machines…). Invece la bellezza della vita di famiglia sta nel lottare insieme, nel sacrificarsi insieme, nel dare a ciascuno quello che si può, nel risparmiare insieme. E questa è una grande e difficile aula di scuola dove genitori e figli sono, nello stesso tempo, alunni e professori di umanità. Bisognerà predicare, in modo forte e convinto, che Dio provvede… il senso della Divina Provvidenza così smarrito e che Gesù ha proposto in modo così totale per fiori, uccelli e per noi… uomini di poca fede…
Bella la predica… l’omelia del sacerdote in ogni domenica, per tutto l’anno. Bellissima l’omelia dei genitori di ogni istante del giorno e della notte per costruire persone vere e credenti… ma soprattutto felici.

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