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Thursday, 30 January 2014 13:43

Investire il futuro di valori Featured

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Gennaio: un nuovo anno iniziato

«È una legge generale del nostro esistere che noi viviamo in avanti e comprendiamo all’indietro». Questa frase di Jean Guitton mi aiuta ad avviare la riflessione sul nuovo anno che stiamo iniziando con tanta speranza.

Questa grande voglia di «vivere in avanti» non deve farci calpestare il passato, cancellando la memoria di volti raggianti di luce. La memoria serve a investire il futuro avendo sulle spalle il capitale dell’esperienza, infatti, «il vivere in avanti» ci fa scoprire che tutte le persone incontrate, gli avvenimenti ci hanno offerto scintille di luce per allargare la visione sulla vita.

All’inizio del nuovo anno mi piace coltivare nei sentimenti l’immagine di un contadino, in mezzo ad un campo arato di fresco, mentre spande con le robuste mani semi di futuro, i semi della speranza: speranza di vita, di benessere fisico e spirituale, speranza di amare e di essere amati.

Nei nostri paesi del benessere materiale, si festeggia il nuovo anno con cenoni, allegria, spari e mortaretti: è il trionfo del frastuono. È un modo di salutare un passato senza nostalgia e muovere con spensieratezza i primi passi nell’anno nuovo. Sappiamo per esperienza comune che il frastuono e la fretta sono gli ingredienti della leggerezza e di un respiro corto dell’anima.

Dobbiamo imparare a guardare il tempo della vita come a un grande pedagogista che non ci ordina quello che dobbiamo fare, ma ci offre un ventaglio di possibilità per far crescere il nostro benessere fisico e spirituale.

In questo, i santi sono i campioni perché hanno realizzato la loro vita in pienezza e ci sono proposti affinché dalla loro esperienza s’impari come giocare i propri talenti offerti da Dio.

Ricordo a me stesso che «nella vita non è tanto importante avere tra le mani delle carte buone, ma saperle giocare bene»; infatti, il segreto della riuscita sta nell’aver le antenne sintonizzate sulla lunghezza d’onda della grazia divina.

Nei primi giorni del nuovo anno, la liturgia ci fa rivivere l’esperienza dei re magi, simbolo dei cercatori di Dio. Essi ci insegnano che la vita umana è un pellegrinaggio che muove i passi alla ricerca del senso del vivere.

Mi piace paragonare la mia esperienza di fede a un viaggio alla scoperta della presenza di Dio nelle persone come pure nella profondità della mia coscienza. Per questo sento particolarmente illuminanti le parole del catechismo della Chiesa cattolica là dove afferma: «Chi va in pellegrinaggio “prega” con i piedi e sperimenta con tutte le sue facoltà che tutta la propria vita è in realtà un grande cammino verso Dio».

Sono affezionato all’espressione: «pregare con i piedi». I nostri piedi, infatti, non portano solo in chiesa, ma anche sulle strade dei poveri, portano all’ambiente di lavoro, al silenzio della propria stanza, in cima a un monte per gustare un panorama, sulla spiaggia del mare per inebriarsi con le luci di un tramonto.

Tutto nella vita allora si fa preghiera. L’intera creazione diventa un tempio, il fratello si fa incontro con Gesù, la celebrazione dei sacramenti un tuffo nella luce dello Spirito Santo. Assicuro di pregare per chi legge affinché questi sentimenti non tramontino mai, ma rimangano compagni di viaggio per quest’anno 2014.

La benedizione di Dio sostenga i nostri passi.

Read 817 times Last modified on Wednesday, 05 February 2014 15:24

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