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Tuesday, 29 November 2011 13:18

Ottobre-Novembre 2011

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La rivista di San Giuseppe
fonte zampillante
di speranza

Sono tanti anni che ricevo e leggo La Santa Crociata, ottenendone sempre un senso di pace e di speranza. La mia vita è stata piena di dolori e sofferenze, dalla morte di mio marito tanti anni fa, a un tumore, a problemi di lavoro e altro ancora, ma sono arrivata fin qui, ho cresciuto mia figlia, che si è laureata e sposata. Ho un nipote meraviglioso, che è la ricompensa di tutto ed è anche l'unico motivo che mi fa ancora amare al vita e desiderare di viverla vicino a lui e per lui.
Nei momenti più bui ho chiesto aiuto a San Giuseppe e in qualche modo, anche incomprensibile, deve avermi aiutato e sorretto, se sono arrivata fin qui.
Ma adesso tutto sembra crollare perchè mia figlia, che ha sempre abitato a fianco a me, si trasferirà ed io non potrò più avere il mio piccolo Daniele vicino, ridere e piangere, soffrire e gioire con lui e per lui. Sarebbe troppo lungo spiegare perchè questa separazione sia così dolorosa: sono storie di famiglia delicate e spinose, che annoierebbero solamente, di cui io attribuisco la colpa alla mia consuocera e a mio genero, forse sbagliando.
Io vorrei che tutto si risolvesse per il meglio per mia figlia e la sua famiglia, per la mamma di mio genero e per me. Ci possono essere tante soluzioni diverse da questa e che possono accontentare tutti e forse essere l'inizio di nuovi e più sereni rapporti.
Ho pregato tanto San Giuseppe: lui sa di cosa ho bisogno, ma le mie preghiere non sono bastate.
Adesso vi chiedo di pregare per me San Giuseppe: lui sa cosa fare. Aiutatemi. Mio marito Dionisi Daniele, defunto, mia figlia Alice, mio nipote Daniele ed io siamo già sotto la protezione di San Giuseppe, ora vorrei che anche mio genero Canzio Venturi fosse iscritto alla Pia Unione.
Ringrazio per il tempo e la pazienza, spero nelle vostre preghiere.
Patrizia Bucci - Rimini


Una laurea condivisa
con i poveri

Carissmo Direttore, sono una iscritta alla Pia Unione del transito di San Giuseppe. Con tanta gratitudine vorrei ringraziare il mio protettore San Giuseppe che ascolta sempre le mie preghiere e continuamente sostiene e guida i miei due figli nelle difficoltà.
Il 19 ottobre p.v. mia figlia si laurea in Medicina e invece di fare le bomboniere vorrebbe donare una offerta a San Guseppe, vorrei saper come fare.
Grazie.
Francesca - Catanzaro

Carissima Signora Francesca,
che bella gioia leggere la sua lettera; con Lei ringrazio Dio per l’intercessione di San Giuseppe e prego che possa continuare a sorridere nel cammino della sua lunga vita. Nobile sono anche i confetti per festeggiare la laurea di sua figlia; prego che la fatica dei suoi studi sia sempre al servizio del benessere fisico e spirituale degli ammalati.
Istintivamente suggerisco la gioia di un pranzo per i poveri nella giornata della canonizzazione di don Guanella.
Sul prossimo numero della nostra rivista leggerà dell’iniziativa di poter regalare un pranzo a tutte le persone povere che vivono all’ombra della carità dell’Opera don Guanella in particolare nei paesi poveri.
Ho calcolato che un bel pranzo (che comprenderà la cena e anche  i pasti del giorno successivo) possa essere offerto con 3 euro.
Se vuole aderire a questa iniziativa: «Un pranzo affinché nessuno sia solo» veda lei. (v. art. pag. 21)
Mi sembrerebbe una laurea con i «fuochi d’artificio» con gli occhi luminosi dei poveri privi di tutto, ma ricchi di un sorriso riconoscente.

 

 

San Giuseppe...
e il suo corpo?

Caro Direttore,
ha detto il sacerdote nell’omelia della Santa Messa della festa di Maria Vergine Assunta in cielo: «Gli unici che sono in Cielo con il loro corpo sono Gesù e Maria Santissima».
Io sono da sempre nella convinzione che in cielo con anima e corpo siano in tre con San Giuseppe. Da tenere presente che non c’è niente, ma proprio niente, che documenti, attesti la immacolata concezione di Maria, e tanto meno che parli della sua assunzione al cielo. Lo attestano solo i dogmi della nostra fede, e se a questi non si crede, non si è cristiani.
Dunque credo fermamente che nel tempo verrà riconosciuto che anche San Giuseppe e in cielo con il corpo diventato come quello di Cristo come lo abbiamo visto agire dopo la Risurrezione. La storia della Redenzione inizia con due personaggi indissolubilmente legati: Maria Vergine e San Giuseppe suo legittimo sposo. Questi per divina rivelazione accetta di stare unito alla sua sposa anche se ella porta in grembo un figlio del quale lui non è padre...
San Giuseppe è presente alla nascita di Gesù, ne è suo protettore e salvatore da sicura morte, se non organizza e conduce Maria e Gesù in Egitto. Assicura loro la vita in quel paese straniero essendone valido sostegno. Così è quando torna a Nazareth dove non solo protegge e sostiene ma insegna anche un mestiere a Gesù che sarà autosufficiente con la sua mamma sino all’inizio della sua vita pubblica quale Messia.
San Giuseppe quando ha svolto eroicamente e santamente la sua missione terrestre di padre di Gesù e protettore della Sacra Famiglia, viene portato in cielo anima e corpo. Dunque non si parla nel Vangelo della morte di San Giuseppe e di Maria Santissima per il semplice fatto che la morte terrena come la intendiamo noi, loro non l’hanno mai provata. Così dicasi del silenzio evangelico sulla tomba della Madonna perché non è mai stata seppellita. E il Vangelo tace pure sulla sepoltura di San Giuseppe perché non è mai avvenuta.
Se San Giuseppe fosse sepolto in terra, le pietre stesse griderebbero: è qui! Ma queste sono silenti perché San Giuseppe è in cielo anima e corpo.
Sappiamo della perfezione di Dio che non rompe una unità da Lui creata, e non crea divisioni e disparità di valore dall’uno all’altro. Quindi non è disunità la Sacra Famiglia in cielo: non sono due più uno; egualmente tutti e tre vi sono con anima e corpo.
La Chiesa nella sua divina sapienza sa della grandezza e santità di San Giuseppe e tra tutti i suoi grandi santi lo ha eletto suo Protettore. Niente è dunque contro la fede il pensare alla sua Assunzione in Cielo. Io credo a questo, e un sacerdote mi ha detto che in merito è una devozione personale, ma non è peccato.
Gianbusto di Nomadelfia

Caro Amico,
lei abita in una cittadina, dove il nome stesso lo dice la «fraternità è legge» e, quindi, dove l’amore e la condivisione sono il motore di tutto. è spontaneo pensare che Gesù abbia riservato al suo papà «terreno» quello che ha riservato alla sua Mamma, Maria. Come lei è stata assunta con quel corpo che ha dato la carne a Gesù, così San Giuseppe che ha alimentato e istruito quel corpo a vivere la vita degli uomini abbia a godere della stessa sorte di Maria la sua amabile sposa.
Questa supposizione non è nuova, già San Bernardino da Siena (1444) nella sua predicazione diceva: «Si deve piamente credere, non però assicurare, che Gesù abbia onorato con uguale privilegio la sua Santissima Madre e il suo Padre putativo. Come fece salire al cielo gloriosa in corpo e anima Maria santissima, così il giorno della sua risurrezione, unì pure con sé nella gloria San Giuseppe. Come la sacra Famiglia, formata da Cristo, la Vergine Maria e Giuseppe, visse insieme una vita laboriosa e amorosa, così è giusto che ora nella gloria dei cieli, regni insieme con corpo e anima». Accanto a San Bernardino ci sono stati anche altri santi che hanno sostenuto questa convinzione.
Non è un dogma di fede, e nessuno ci può impedire di coltivare questa convinzione che la «trinità terrestre» possa vivere accanto alla Trinità santissima con la loro carne glorificata.
Auguri e continui a vivere la «nomadelfia», come modello di vita cristiana.

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