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di don Bruno Capparoni

Come in ogni famiglia, così anche nella Pia Unione del Transito di
san Giuseppe è bene fare ogni tanto un bilancio. Ricordiamoci però che sotto questi freddi “numeri” sono nascosti fede e amore.

Nel mese di marzo, mese di san Giuseppe, arriva il momento opportuno per intrattenerci sulla vita interna della nostra Pia Unione. Guardiamo ora ad alcuni numeri, che ci vengono restituiti dai nostri computer, ben sapendo però che sotto queste cifre c’è fede umile, devozione sincera, carità cristiana.

Il padre Alphonse Bakthiswalagan, superiore della comunità guanelliana di Iaşi ci invia questa breve testimonianza. La Pia Unione si era impegnata a sostenere la nuova opera per disabili in Romania e tutto era pronto per l’inizio dei lavori. Ma poi è sopravvenuta la guerra e i problemi gravissimi dell’assistenza ai profughi, per cui il progetto è stato rimandato momentaneamente. Diciamo grazie ai guanelliani che operano in quel paese e assicuriamo loro il nostro sostegno.

Intervista al padre Alphonse Bakthiswalagan,
superiore della Comunità guanelliana a Iaşi

a cura di B. Capparoni

Caro padre Alphonse, Lei è diventato sacerdote dieci  anni fa. Da quanti anni si trova in Romania? Si è abituato a questo nuovo ambiente?

I miei primi dieci anni di sacerdozio sono stati “anni di grazia del Signore”. Devo dire che ho sempre mantenuto una grande gioia nel cuore e mi sono sempre sentito accompagnato dall’azione dello Spirito Santo e da Maria, mamma, amica e sorella nel cammino della fede. Sono arrivato in Romania l’1 marzo 2015 e ho cominciato l’apprendimento della lingua e il servizio pastorale tra gli anziani della casa delle suore guanelliane e la mensa dei poveri.  Sono venuto con una grande fiducia nel Signore, anche se ci sono stati  giorni difficili. Ma le difficoltà spesso sono segno che siamo sulla strada giusta, quella che il Signore vuole. So che posso contare sulla preghiera di tanti.