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di Giosy Cento

«Per celebrare degnamente i santi misteri, riconosciamo i nostri peccati». Lo tradurrei così: “Per vivere con dignità e gioia la vita coniugale e la vita di famiglia, riconosciamo i nostri sbagli quotidiani e i nostri errori di vita”. Veramente questo momento della celebrazione eucaristica è dirompente: non è sbagliato chi sbaglia, ma chi non riconosce i propri errori e fragilità. Come Adamo ed Eva ci andiamo a nascondere e ci copriamo con una foglia di fico che lascia scoperto quasi tutto. Significa che cerchiamo di coprire con bugie e scuse i nostri sbagli, che poi, molte volte alla fine, vengono scoperti. Bisogna conoscere la bellezza e il valore del riconoscere i propri peccati: “Se tu ti accusi Dio ti scusa, se tu ti scusi Dio ti accusa”, dice S. Francesco d’Assisi. Così ci invita a fare il Sacerdote in un breve momento di silenzio: almeno a ripercorrere con sincerità l’ultimo periodo di vita e metterlo davanti al sole di Dio con estrema verità, per avere il suo abbraccio di perdono che, se siamo sinceramente pentiti, avviene dal cielo in un attimo  purificatore e rigenerante. In famiglia sono infiniti, molti più che nella S. Messa, i momenti nei quali bisogna riconoscere i propri errori. “Chi non vuole perdonare è meglio che non si sposi e non metta al mondo dei figli”, mi diceva una mamma matura.

 

Perché il Matrimonio mette insieme persone fragili e capaci di sbagliare in ogni momento, dalle piccole alle grandi cose. Quotidianamente ci sono parole e gesti che portano con sé dolore, perché l’egoismo limita l’amore che si vorrebbe dare e condividere. Ci può essere nervosismo per problemi o non sopportazione reciproca, da una parola si può fare una montagna. Ci sono problematiche profonde che sono un’area muta che rende inquieti e scontenti e ci si continua a domandare: “Che cosa hai? Che c’è che non va?” e l’altro a l’altra non risponde per lunghi periodi. Ci sono sospetti sui comportamenti fuori dei tempi vissuti insieme, i tempi del  lavoro o fuori casa. C’è la paura reciproca del tradimento, ci sono le sane e le gelosie patologiche. C’è il muso lungo e la lite sopportabile o violenta. Ci sono i figli, croce e delizia, gioia e problema. C’è l’economia di famiglia che permette una vita normale o agiata e spesso c’è l’economia da gestire con saggezza da parte di tutta la famiglia. Ci sono le famiglie reciproche: i cosiddetti “suoceri” che, appena vengono chiamati così, non sembrano più… “i genitori”, ma dei muri da scalare a fatica. Insomma un esame di coscienza molto ampio, dove ciascuno della coppia e anche i figli devono, se vogliono vivere in pace, riconoscere i loro peccati. C’è un problema però molto naturale e diffuso. Me lo diceva in termini semplici un ragazzino che invitavo a dire la verità ai genitori. Così mi rispose: “Vedi, se io non dico la verità, ho sempre paura che la mamma la scopre, se gli dico la verità si arrabbia o mi picchia e non si parla. Allora che cosa devo fare? Preferisco stare zitto e rischiare di essere scoperto. Intanto poi le bòtte sono le stesse”. Poi, quando i figli crescono, le cose si complicano. Dio ci insegna il metodo della sincerità e del perdono.
Facile a dirsi ma molto impegnativo da mettere in pratica, ma mi sembra il metodo salva famiglia. In fondo una famiglia funziona se ci si dice tutto, cose belle e cose brutte. Ma se si condividono le cose belle, è necessario condividere e perdonare le azioni anche sbagliate. Perché: se non ci si perdona e non ci si aiuta a correggere e crescere in famiglia, dove si può fare?
Pensiamo alla importanza del dialogo su tutto tra lo sposo e la sposa. Se io ho un mal di testa lo dico a tutti, se io ho… qualcosa o qualcuno oppure qualcuna altra per la testa non lo dico. Eppure è questa seconda situazione che mi fa stare più male del mal di testa. E se io mi confido con la persona più cara della mia vita, lei o lui può aiutarmi. Quanti silenzi e nascondimenti sono all’inizio di tradimenti e sfascio della famiglia! Ma senza arrivare a questo: quante piccole confidenze possono evitare liti e inquietudini per lunghi periodi della vita! Quanti momenti di dialoghi intimi su problematiche profonde possono risolvere i cosiddetti “passaggi” coniugali nelle varie età della vita!
Quindi è decisivo innanzitutto riconoscere il proprio errore e comunicarlo umilmente alla persona del cuore, parlare, dialogare, discutere, ammutolire, ma poi dimenticare e ricominciare. Dimenticare: questo è il verbo che Dio usa per i nostri peccati: “Io dimentico”. E ricominciare per crescere, perché il perdono fa crescere, insegna nuove strade, atteggiamenti e comportamenti di vita. Questo è molto importante con i figli, che vanno perdonati da bambini a… vecchi, mille volte al giorno e milioni di volte nella vita. Quanto soffre un bambino se il genitore… fa finta (per gioco) o veramente non lo perdona. Come si spengono certi pianti se non con gli abbracci e i baci di perdono? Come si addormentano nella pace bambini inquieti, se non con la musica della certezza del perdono di papà e mamma? E pensiamo agli adolescenti che si rigirano nel letto senza dormire perché si sentono in colpa nei riguardi dei genitori e non riescono ad alzarsi a chiedere scusa perché… si sentono grandi? Bisognerebbe sedersi sui letti degli adolescenti e accogliere il bambino che è ancora in loro. I figli sono sempre figli e i genitori devono sempre fare i genitori.
“Il sole non tramonti mai sul vostro peccato” - dice la Parola di Dio. Cioè: non addormentatevi mai in un letto coniugale senza esservi perdonati: non basta l’ansiolitico a farvi dormire sereni. E la Parola ci ricorda ancora: “La Carità copre un gran numero di peccati”. Se questi atteggiamenti sono alla base della vita di coppia e di famiglia, anche quando verrà la pioggia forte: il tradimento, il dolore, il figlio drogato, la figlia che aspettasse un bimbo, la convivenza non condivisa… tutto resta tra le mura domestiche e nei cuori… per un perdono che fonda la rinascita dell’anello debole famigliare di quel momento.
Perdono in tutta la famiglia: attenti all’odio verso parenti e nonni!!! I figli hanno antenne recettive al massimo e spesso sono costretti dagli atteggiamenti degli adulti a “non parlarsi” con cugini, zii, o a non poter frequentare i nonni per motivi di contrasto che hanno solo i genitori.
Il perdono di Dio: sarebbe interessante fermarsi sulla domanda: come si confessa una moglie-mamma, un marito-padre? Solo un piccolo consiglio: scegliere un sacerdote con il quale confessarsi spesso e non accusarsi solo di parolacce di aver fatto arrabbiare la moglie o il marito, ma fare sempre il punto su come va la vita coniugale sotto tutti gli aspetti. Il perdono di Dio aiuterà a realizzare il perdono tra le persone della famiglia.