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Sono numerose oggi le pretese apparizioni, tanto che i pastori della Chiesa devono intervenire per discernere la loro autenticità. Un recente documento vaticano ha chiarito molte incertezze

di don Gabriele Cantaluppi

È di questi ultimi mesi la notizia che monsignor Antonio Tremolada, vescovo di Brescia, ha permesso il culto di Maria Rosa Mistica, basato sulle presunte apparizioni a Pierina Gilli (1911-1991) presso Fontanelle di Montichiari. Più recenti sono gli eventi di Trevignano (Roma), che iniziano nel 2016 quando Gisella Cardia riferì di alcune apparizioni della Madonna, accompagnate da lacrimazioni di sangue di una statua e da messaggi.

La donna ha però sfidato apertamente la decisione negativa del vescovo di Civita Castellana, mentre il Dicastero vaticano per la Dottrina della Fede, dopo un’attenta indagine, ha proibito il culto. È arrivata invece l’approvazione alla venerazione della Madonna dello Scoglio a Placanica in Calabria, mentre è stata definitivamente proibita quella alla Signora di tutti i popoli ad Amsterdam. E l’elenco di questi interventi da parte dell’autorità ecclesiastica potrebbe continuare, coinvolgendo numerosi Paesi.

Pur riconoscendo l’assoluta libertà dell’azione di Dio nella storia umana, oggi sembra che la ricerca del miracolismo e dell’adesione – spesso fanatica – a messaggi divini non sia espressione di vera fede, ma soprattutto mascheri una “povertà” spirituale; al massimo manifesta una ricerca confusa nel bazar di una religione “fai da te” per soddisfare la sete di infinito propria dell’uomo. Del resto, basta accostarsi ai mass media e ai social per scoprire un sottobosco di visioni, apparizioni, messaggi, e imbattersi in stimmatizzati, santoni, guru, maghi, fattucchiere.

Un grande mistico e dottore della Chiesa, lo spagnolo san Giovanni della Croce (1542-1591), nel suo trattato La salita al Monte Carmelo afferma: «Chi volesse oggi interrogare il Signore e chiedergli qualche visione o relazione, non solo commetterebbe una sciocchezza, ma un’offesa a Dio». Cioè dimostrerebbe di non avere fede nella Parola rivelata in Gesù, trasmessa dalla Bibbia e dalla Tradizione, e di voler solo ricercare novità o altre conferme.

La Chiesa è sempre stata prudente nell’avallare queste manifestazioni. Uno dei più grandi esperti di mariologia, il sacerdote francese René Laurentin (1917-2017), nel suo monumentale Dizionario delle apparizioni della Vergine Maria, pubblicato in italiano nel 2010, ha classificato oltre duemila apparizioni mariane dagli inizi del cristianesimo a oggi, ma solo quindici – un numero assai limitato – hanno avuto un riconoscimento ufficiale. E il cardinale Joseph Ratzinger suggeriva di chiamare “apparizioni” solo quei fenomeni soprannaturali che sono percepiti da tutti e che costituiscono incontri interpersonali, come quelle di Gesù risorto agli apostoli, e denominare invece “visioni” quelle che accadono a una sola persona, anche quando questa è circondata da numerosa gente.

Di fronte al ripetersi di vicende di questo tipo, il Dicastero per la Dottrina della Fede ha pubblicato le Norme per procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni, approvate da papa Francesco ed entrate in vigore il 19 maggio 2024, solennità di Pentecoste. Siccome alcuni eventi di presunta origine soprannaturale suscitano perplessità e potrebbero anche essere dannosi, da una parte queste nuove Norme incoraggiano i vescovi diocesani «ad apprezzare il valore pastorale e a promuovere pure la diffusione di questa proposta spirituale», ma affidano loro il grave compito di rendere cauti i fedeli verso queste presunte manifestazioni dell’amore di Dio e di custodirli da ogni inganno.

Con le nuove Norme, che sostituiscono quelle di Paolo VI del 1978, l’approvazione ecclesiastica relativa a una rivelazione privata può solo dichiarare che «il relativo messaggio non contiene nulla che contrasta la fede ed i buoni costumi», ribadendo che i fedeli non sono obbligati ad accettare l’autenticità di questi eventi, poiché basati solo su una fede umana. Non si esprime nessun giudizio circa il carattere di soprannaturalità.

Al tempo stesso, prestando attenzione allo sviluppo della devozione in un luogo, resta aperta la possibilità di un successivo intervento di altra natura, ma solo il Papa può autorizzare una procedura diversa da quella segnalata dalle Norme. Il vescovo diocesano, prima di rendere pubblica una decisione, deve consultare il Dicastero per la Dottrina della Fede per eventualmente ottenere l’approvazione finale.

Bisogna però aggiungere che queste Norme vogliono anche evitare che un eccessivo protrarsi dei tempi decisionali impedisca di godere la ricchezza spirituale generata da questi eventi mentre si manifestano. La maggior parte dei santuari, che sono luoghi privilegiati della pietà del popolo di Dio, non ha avuto alcuna dichiarazione di soprannaturalità circa le vicende legate alla loro origine. È il sensus fidelium che ha intuito l’azione dello Spirito Santo, mentre non vi sono state criticità che abbiano richiesto un intervento dei pastori.

La devozione popolare è un valore importante e va conservata per annunciare Dio anche a chi fatica a capire il linguaggio dei sapienti. L’umiltà è a questo proposito un requisito importante e non a caso la Madonna si manifesta sempre a persone semplici, senza particolare preparazione teologica. Venerata con mille titoli e denominazioni, Maria assolve il compito di facilitare i passi della creatura verso il Creatore. «Un cristiano senza la Madonna – ammoniva papa Francesco – è un orfano. Anche un cristiano senza Chiesa è un orfano. Un cristiano ha bisogno di queste due donne, due donne madri, due donne vergini: la Chiesa e la Madonna».  E Luigi Santucci, romanziere e poeta cattolico del secolo scorso, affermava che «le apparizioni della Madonna a Lourdes sono forse il vero inizio della storia contemporanea, la quale, nonostante le apparenze, è più una storia benedetta che maledetta». 

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