di Stefania Severi
Giandomenico Tiepolo (Venezia 1727-1807) è pittore e incisore d’eccellenza, anche se meno noto al grande pubblico del suo celebre padre Giambattista. È indubbio che Giambattista ha segnato, in senso decisamente positivo, il figlio, facendogli raggiungere livelli tecnici ed espressivi ottimi. Giandomenico entrò a 13 anni nella bottega del padre, dove sarebbero entrati anche i fratelli più piccoli, Lorenzo e Giuseppe. A soli 19 anni otteneva la sua prima commissione: le stazioni della Via Crucis per la Chiesa di San Polo a Venezia, dalle quali, successivamente, ricaverà delle incisioni all’acquaforte. Infatti il lavoro di pittore e quello di incisore sono sempre andati di pari passo nel corso di tutta la sua vita.
Il padre, che realizzerà molti lavori col figlio, nel 1750 lo portò per la prima volta con sé a Würzburg, in Baviera, per decorare la Residenza di Karl Philipp von Greiffenklau, Principe Vescovo del Sacro Romano Impero. Nella circostanza il pittore ventitreenne poté eseguire in autonomia la decorazione delle sovrapporte.
A Würzburg Giandomenico si impegnò anche in un importante lavoro di incisione che dedicò al Principe Vescovo: 24 incisioni all’acquaforte dell'album delle “Idee Pittoresche sopra la Fugga in Egitto di Gesù, Maria e Gioseppe”. Sono 24 variazioni di questo tema i cui protagonisti sono la Sacra Famiglia e l’immancabile asinello. Tiepolo fa una sorta di reportage della storia, dalla partenza dalla Palestina all’arrivo in Egitto. Giuseppe annuncia a Maria la prossima partenza; Giuseppe e Maria chiedono ospitalità; Maria sull’asino parla con Giuseppe seduto sotto una palma con il Bimbo in braccio; la Sacra Famiglia esce dalla porta di una città; Giuseppe adora il Bambino fra le braccia di Maria; Maria col Bambino in braccio e Giuseppe con la gerla; Giuseppe e Maria passano dinanzi ad un pastore ed al suo gregge; Maria e Giuseppe procedono scortati da un Angelo; Riposo nella fuga in Egitto… C’è anche tutta la sequenza dell’arrivo sulla sponda di un lago, l’abbandono della riva, la salita sulla barca, la traversata e la discesa dalla barca, il tutto con l’aiuto degli Angeli. Infine la Sacra Famiglia, giunta in Egitto, passa accanto ad una piramide. Questi sono solo alcuni dei soggetti ed è veramente fascinoso notare come ognuna delle 24 scene sia assolutamente originale, senza neppure un particolare ripetuto, con punti di vista sempre dinamici ad offrire il sentimento dell’andare e con una attenzione quasi psicologica nei confronti dei protagonisti dai cui volti traspare profonda stanchezza.
Tutte queste magnifiche incisioni, realizzate tra il 1750 ed il 1753, anno in cui i Tiepolo lasciavano Würzburg avendo terminato il loro lavoro, sono conservate a Venezia nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe del Museo Correr.
Giandomenico continuerà a dipingere per tutta la vita, seguendo anche il padre in Spagna, alla corte di Carlo III di Borbone. Ma alla morte di Giambattista, nel 1770, lasciato a Madrid il fratello Lorenzo a terminare i lavori, tornerà nell’amata Venezia dove continuerà a dipingere con successo, tanto da essere nominato Presidente dell’Accademia.