Nell’attuale periodo di crisi, la famiglia è il vero – e spesso unico – ammortizzatore sociale, al contempo bersaglio e protagonista della crisi. Da questo presupposto prende le mosse una delle molte iniziative di carattere culturale in preparazione al VII Incontro mondiale delle famiglie, che si terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno: un ciclo di incontri organizzati dalla Fondazione “Milano Famiglie 2012” in collaborazione con il “Gruppo 24 Ore”. Il percorso è stato presentato nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Milano nell’aprile scorso.
I quattro appuntamenti (il 12 e il 19 aprile e il 10 e il 17 maggio nel capoluogo lombardo), hanno messo a fuoco alcuni temi nodali attraverso altrettante centrature nei titoli proposti: “I giovani: come dialogare con le nuove generazioni”, “L’evoluzione della società e della famiglia oggi”, “L’economia in tempi di crisi, quale sostegno alla famiglia?” e “Nuove politiche sociali e di lavoro per la sostenibilità della famiglia”. Ciascun incontro, oltre agli esperti, ospiterà di volta in volta l’intervento di un cardinale: porteranno la loro voce il card. Dionigi Tettamanzi, arcivescovo emerito di Milano, il card. Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, il card. Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, e nell’ultimo incontro il card. Angelo Scola, arcivescovo di Milano.
Ascoltare le famiglie di tutto il modo. “Nel lancio dell’Incontro mondiale delle famiglie – spiega mons. Erminio De Scalzi, presidente della Fondazione ‘Milano Famiglie 2012’ – il Papa aveva auspicato un percorso di preparazione non soltanto ecclesiale, ma anche culturale. In questo solco vogliamo ascoltare le famiglie di tutto il mondo, attraverso il ‘genere letterario’ del racconto, per poter fare spazio a esperienze diverse dalle nostre nell’incontro con gli altri”. Non è secondario che l’iniziativa organizzata in collaborazione con il “Gruppo 24 Ore” prenda forma, sottolinea mons. De Scalzi, in un contesto che “deve fare i conti con una serie di fenomeni impegnativi, dall’inverno demografico alla crisi economica, dalle trasformazioni del mercato del lavoro, dal cambiamento del tessuto sociale sotto la spinta del fenomeno migratorio al processo di delegittimazione culturale e politica del modello di famiglia che la Chiesa annuncia e la Costituzione riconosce”.
Soggetto sociale ed economico. In questo quadro, la famiglia è protagonista assoluta nel suo ruolo di soggetto sociale ed economico. In tal senso non ha dubbi Mauro Magatti, preside della Facoltà di sociologia dell’Università Cattolica di Milano, che, intervenendo alla conferenza stampa, riassume alcuni contenuti di una recente ricerca sulla famiglia in Europa: “La famiglia è in grande crisi e per questo in grande trasformazione, ha la capacità di adattarsi con grande plasticità a situazioni sociali e culturali in continuo mutamento. In questa fase, per esempio, sta agendo prevalentemente come soggetto di sostegno dei giovani e assistenza degli anziani”.
La valenza sociale della famiglia emerge in particolare laddove essa “surroga l’incapacità di altri soggetti e in questo senso sta bene, perché continua a pulsare rispetto ai bisogni reali e concreti delle persone”. Proprio per questa funzione, “la famiglia deve essere alleggerita dei suoi carichi e agevolata nello svolgimento dei propri compiti, altrimenti rischia di essere schiacciata da una moltiplicazione di richieste che non riesce ad affrontare”.
Una via per uscire dalla crisi. La famiglia può anche essere una via privilegiata per uscire dalla crisi. In primo luogo, afferma Magatti, “in quanto alleanza tra generazioni e tra persone, ha molto da dirci sul futuro dei nostri Paesi e sulla necessità di stringere nuove intese per andare incontro al mondo nel modo migliore”. In secondo luogo, qui si gioca il tema fondamentale della cura: “La famiglia sa che il suo futuro sono i suoi figli, per questo è naturalmente orientata verso le nuove generazioni”. In terzo luogo, dentro la famiglia si gioca in maniera specifica il tema sociale della donna: “In tanti Paesi occidentali la popolazione femminile sotto i 35 anni è mediamente più istruita della popolazione maschile della stessa età” e questo, secondo il sociologo, “comporterà una profonda trasformazione della famiglia e della società intera”.
Da Milano un nuovo modello? Rispetto al ruolo strategico della famiglia nell’attuale società e nel momento presente, è interessante che il “Family 2012” si svolga a Milano, secondo Magatti “la città in cui meglio al mondo l’impasto tra dimensione sociale ed economica della famiglia è sbocciato più che in altre parti del mondo”. Da qui può partire la proposta forte di “un nuovo modello di sviluppo in cui la famiglia non sia solo tollerata, ma possa rimettersi al centro della vita sociale, attraverso una connotazione non solo moderna ed efficiente ma capace di parlare alla modernità”.